
Giuseppe Rossi racconta la sua gioventù: "A Parma fu difficilissimo. United club immenso"
Intervistato dall'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Giuseppe Rossi ha raccontato il suo approdo da ragazzo al Parma: "A un certo punto della vacanza mio padre mi portava una settimana a Tabiano Terme a una scuola calcio estiva. Ci sono andato 3 anni e lì mi ha visto un osservatore del Parma. Decisione tosta? Tremenda. Dentro di me non volevo andare, ma non volevo deludere papà. E così io e lui ci siamo trasferiti a Salsomaggiore e mamma e Tina, mia sorella, sono rimaste a Clifton.
Durissimo: in casa parlavamo 40% italiano e 60% inglese, e a livello di scrittura soffrivo da morire, così come in francese e matematica. Ero timido, introverso, faticavo a fare amicizia e i professori pensavano che fossi lì solo per il calcio e non mi aiutavano. E la nostalgia. Ho pianto tutte le sante sere fino a quando mamma non è venuta a trovarci: era passato un mese e mezzo, mi sembravano 3 anni.
Stavo bene solo in campo, era il mio rifugio, l’unico posto dove respiravo. Lo United? Avevano un osservatore in zona, mi avvicina e mi dice che mi vogliono. Penso sia uno scherzo, è tutto vero. Un contratto importantissimo per 4 anni, e la possibilità di allenarmi con la prima squadra di quel club immenso".
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