Scala sugli anni all'estero: "In un bosco del Dombass un vecchio mi regalò miele e verdure"
Nell'intervista al Corriere della Sera, parlando della reunion con i suoi ex giocatori nel progetto Parma Legends, Nevio Scala ha raccontato di quanto fosse bello ritrovarsi e ha aggiunto di essere stato coinvolto con grande passione ed entusiasmo. Ha poi rivelato di ricevere centinaia di messaggi da parte loro, segno che il tempo non è passato, e ha ribadito che si tratta di uomini di qualità dentro e fuori dal campo.
Riguardo ai tanti successi ottenuti, Scala ha specificato che, nonostante i gol di Asprilla, il debutto di Buffon, le giocate di Zola e le coppe alzate, nella sua memoria spicca un altro episodio. Ha raccontato che poco tempo fa Alessandro Melli — con il quale era stato spesso severo in passato, poiché l'attaccante non metteva sempre l’impegno necessario a sostegno del suo enorme valore — gli ha confidato: "mister, oggi ho capito, aveva ragione lei". Scala ha concluso definendo questo l'episodio che per lui rappresenta la vittoria più emozionante.
Questo invece il suo pensiero sull’avventura all’estero.
"Ho vinto in Germania, la coppa Intercontinentale col Borussia Dortmund. La coppa Ataturk in Turchia col Besiktas, un campionato e una coppa d’Ucraina con lo Shakhtar Donetsk e un campionato russo con lo Spartak Mosca. Ricordi bellissimi, con un rimpianto: a parte il tedesco che conoscevo un po’ non riuscivo a comunicare con i giocatori se non attraverso gli interpreti e qualcosa, le sfumature che fanno la differenza, si perdeva. Non sono mai stato un patito degli schemi, per me funzionava il gruppo, la coesione, l’empatia. Per creare questo clima è fondamentale farsi capire direttamente. Ma furono esperienze meravigliose. I luoghi, la gente. Le chiese di Mosca, la natura selvaggia dell’Ucraina. Un giorno passeggiando in un bosco del Donbass un vecchio mi riconobbe e mi invitò nella sua casa, poco più di una capanna in una selva fittissima. Parlammo a gesti, mi regalò il suo miele e le sue verdure. Mi commossi. Sapere che da più di tre anni quelle terre sono devastate da una guerra mi dà un dolore fisico. Uno strazio infinito che mi immalinconisce".
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