
Pescara, segnali di rinascita: ritmo, certezze ritrovate e uomini chiave per sognare
Dal match di domenica all'Adriatico sono emerse indicazioni importanti che alimentano ottimismo in casa Pescara. Innanzitutto, la squadra ha riscoperto l’intensità e la freschezza dei tempi migliori: la pressione alta, la riconquista immediata del pallone, la voglia di mordere l'avversario. Quella stessa identità che aveva permesso ai biancazzurri di comandare il girone per oltre metà campionato.
Sul piano dell'ordine tattico c’è ancora margine di crescita: l’organizzazione non è ancora ai livelli di inizio stagione. Tuttavia, con una condizione atletica in netto miglioramento e una mente più sgombra da paure, è lecito aspettarsi ulteriori passi avanti già dal prossimo impegno.
Un'altra certezza è ormai evidente: questo Pescara non può prescindere dalle prestazioni di tre uomini chiave, Matteo Dagasso a parte. Filippo Pellacani si conferma il pilastro della difesa. Non è un caso che senza di lui, durante la squalifica, siano arrivate tre sconfitte e che con il suo rientro siano arrivate tre vittorie consecutive, con un solo gol subito in 270 minuti. Il suo senso dell’anticipo e l’aggressività alta consentono alla squadra di rimanere corta, compatta, pronta a ripartire.
In attacco, Davide Merola si è riacceso: tre reti in due partite lo hanno restituito al livello che tutti si aspettavano. Decisivo anche il contributo di Accursio Bentivegna, il jolly offensivo che con il suo fiuto per il gol sta diventando sempre più un’arma letale. Al fianco di Ferraris, ormai punto fermo del tridente, Bentivegna appare il compagno ideale per completare il reparto offensivo.
Cresce il Pescara, cresce la speranza. Se la squadra saprà consolidare questa ritrovata energia e mantenere alto il livello di intensità, i playoff possono davvero trasformarsi in un palcoscenico da protagonisti.







