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Volley, basket e Lega Pro chiedono sconti fiscali: "Solo così si salva lo sport". Attesa per il via libera della misuraTUTTO mercato WEB
© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com
giovedì 25 giugno 2020, 10:25Le notizie
di Redazione Tuttoreggina
per Tuttoreggina.com

Volley, basket e Lega Pro chiedono sconti fiscali: "Solo così si salva lo sport". Attesa per il via libera della misura

Grande attesa da parte della Lega Pro e di altri sport, in merito alla discussione sul credito d'imposta da concedere alle categorie predette.

Su Corriere della Sera si parla della questione:

Qualcuno l’ha già ribattezzato il D-day dello sport italiano, il giorno in cui la Commissione bilancio deve decidere se concedere crediti di imposta a chi si impegna, con sponsorizzazioni, campagne pubblicitarie o altre iniziative, a sostenere l’universo delle discipline sportive al di là della galassia del grande calcio, senza dimenticare l’organizzatissima Lega Pro governata da Francesco Ghirelli. Si agisce sul Decreto Rilancio e sulle iniziative per l’editoria, visto il legame tra sport e media. Ma l’obiettivo è lanciare un salvagente a settori che, diversamente, affronterebbero un triste destino.

«Senza giri di parole, molti club salterebbero come tappi di champagne» dice Massimo Righi, neo-presidente della Lega Pallavolo Serie A. Gli fa eco l’omologo della Lega di Serie A di basket, Umberto Gandini: «Se calano i ricavi, c’è una contrazione dei budget: la conseguenza è uno scadimento del prodotto, ma anche un danno per l’erario». Primo (eventuale) equivoco da rimuovere: non è una richiesta per eliminare le tasse; si propone invece di rimodularle per convincere gli imprenditori a non mollare lo sport. «Nel basket — aggiunge Gandini — c’è una società pronta a salire in serie A. Ma i finanziatori mi chiedono: «Avremo il credito d’imposta?». E comunque — ecco un secondo chiarimento — non c’è solo l’alto livello da salvare: «Il provvedimento non serve a pagare gli stipendi della serie A» sottolinea Righi.

Semmai punta a scongiurare qualcosa di più devastante: l’onda del dissesto spazzerebbe via i settori di base, giovanili, dilettantistici fondati sul mecenatismo. È un tessuto connettivo da preservare. La richiesta al Governo coinvolge sostanzialmente tutti gli sport italiani. Le Leghe basket, volley, dell’atletica e Lega Pro ovvio, riunite nel «Comitato 4.0», hanno realizzato un sondaggio. I risultati sono da brividi: il 98% dei club si aspetta il calo dei ricavi da sponsorizzazione (55% degli introiti) con -40% di valore medio. La riduzione degli ingaggi sarà del 26%, ma il dato allarmante è che il 31% delle società o delle associazioni sportive non è certo di iscriversi alla prossima stagione. Meno club vuole però dire anche meno soldi allo Stato. Finanziare il credito d’imposta costerebbe 96 milioni. Ma se non fosse introdotto, il gettito fiscale diminuirebbe di 112,4 milioni, 73,4 dei quali strutturali e con effetti sul futuro: ecco il danno erariale. Una bocciatura sarebbe un autogol. Nel suo D-day lo sport italiano offre alla politica un’occasione epocale:

«Potrebbe essere il miglior provvedimento degli ultimi 20 anni» osserva Righi. E magari innescherà altre sinergie. Quali? Invitare le aziende statali che investono in comunicazione a farlo nello sport. È già successo, perché non ripeterlo in questo duro momento?