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Toldo: "L'Inter ha palleggio, forza e due punte che invidiano tutti. Il Milan partirà svantaggiato"
L'ex portiere Francesco Toldo ha parlato a Radio 24, durante la trasmissione 'Tutti Convocati', toccando numerosi argomenti della più stringente attualità relativa ad alcune squadre di Serie A, cominciando dal presente dell'Inter: "Il derby è una storia a sé. Stasera è importante col City, ma il derby è una partita a sé e si vedrà. Io ho pareggiato e perso diversi derby, ne ho vinti pochi. Manchester City? Sarà una partita completamente diversa dalla finalissima, in casa loro sono pericolosissimi. Speriamo di tenere palla, ma loro ci temono perché quando abbiamo palla noi puntiamo dritti senza mezzi termini. Noi abbiamo il palleggio, la forza muscolare e due punte che ci invidiano in tutta Europa".
Prosegue quindi parlando dell'esonero di De Rossi da parte della Roma: "Non c'è pazienza nel calcio di oggi, c'è fretta. Alla Roma auguriamo i migliori successi, ma a settembre cambiare allenatore vuol dire che hai programmato male. Il calcio è frutto di sacrifici, ma così non si dà tempo di farli fare i sacrifici".
Conclusione sul derby se visto da prospettiva del Milan: "Difficile inverta la rotta contro l'Inter, perché psicologicamente partono svantaggiati. In generale mi piacerebbe che i giocatori forti restassero di più in Italia oggi". Poi, un messaggio a Zlatan Ibrahimovic: "Dirigere una squadra di calcio è come dirigere un'azienda. Ibra ha tanto talento e deve dimostrarlo ora anche in sede e in tribuna. È un bravo ragazzo Ibra, lo conosco bene, ma deve avere più umiltà in questo nuovo ruolo".
Prosegue quindi parlando dell'esonero di De Rossi da parte della Roma: "Non c'è pazienza nel calcio di oggi, c'è fretta. Alla Roma auguriamo i migliori successi, ma a settembre cambiare allenatore vuol dire che hai programmato male. Il calcio è frutto di sacrifici, ma così non si dà tempo di farli fare i sacrifici".
Conclusione sul derby se visto da prospettiva del Milan: "Difficile inverta la rotta contro l'Inter, perché psicologicamente partono svantaggiati. In generale mi piacerebbe che i giocatori forti restassero di più in Italia oggi". Poi, un messaggio a Zlatan Ibrahimovic: "Dirigere una squadra di calcio è come dirigere un'azienda. Ibra ha tanto talento e deve dimostrarlo ora anche in sede e in tribuna. È un bravo ragazzo Ibra, lo conosco bene, ma deve avere più umiltà in questo nuovo ruolo".
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