Andreazzoli: "Roma, i fischi mi hanno fatto male. Nessuno si ricordò quanto fatto prima"
Intervistato dall'edizione odierna della Gazzetta dello Sport, Aurelio Andreazzoli ha ricordato la sua parentesi sulla panchina della Roma: "Credo manchi l’oggettività nel pesare il lavoro - ha esordito -. E gli elogi sono peggio delle critiche. Vinci due partite e ti stendono i tappeti rossi: ti invitano a cena, ti chiama il politico, perdi la misura. Ci hanno provato anche con me, non mi sono mai fatto coinvolgere. Poi perdi e improvvisamente vali zero".
A pesare molto fu il derby in finale di Coppa Italia perso contro la Lazio e quei fischi arrivati quando, rimasto nello staff di Garcia, fu chiamato per primo all'Olimpico nel corso della presentazione della nuova squadra: "Mi hanno fatto male - ha proseguito -. Anche perché fischiavano solo me, come fossi l’unico colpevole. Me li sono presi a testa alta, sono passato oltre. Ma è incredibile pensare quanto ci si dimentichi in fretta del lavoro fatto in precedenza. Era stato buono, una media di 1,8 punti a partita e nessuno se lo ricorda".
Fra le cose che gli sono state dette, anche del laziale: "Ci fu una polemica con Osvaldo - ha concluso - che fece un po’ troppo il furbetto. Se ne uscì con un’esternazione infelice, diciamo così".
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