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Roma, Gasperini: "Essere primi ora significa qualcosa, bisogna sognare"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 13:59Serie A
di Marco Campanella

Roma, Gasperini: "Essere primi ora significa qualcosa, bisogna sognare"

La Roma di Gian Piero Gasperini sarà ospite della Cremonese allo Stadio Zini con l'obiettivo di confermarsi in vetta alla classifica: il match è in programma per le ore 15.00 di domani. Alle 13.30 odierne, invece, Gasperini presenterà la gara in conferenza stampa presso l'apposita sala del Centro Sportivo "Fulvio Bernardini" di Trigoria. Diretta testuale a cura di TMW. 13.10 - A breve la conferenza stampa di Gian Piero Gasperini. 13.35 - Inizia la conferenza stampa di Gian Piero Gasperini. Come sta vedendo Ferguson? Lo vede migliorato? "Sicuramente l'ho visto in crescita: Evan è comunque un ragazzo giovanissimo, che arriva in un altro paese con altre esperienze. Un po’ di adattamento lo deve sicuramente avere, sia al modo di giocare le partite sia al modo di allenarsi, ma anche alla vita, perché per me è stato catapultato in un’altra dimensione. Quindi, giustamente, ha avuto bisogno di un po’ di tempo per integrarsi anche con i compagni nuovi. Quando ho detto che che aveva fatto il primo allenamento giusto, l’ho buttato in campo la domenica e, neanche un minuto dopo, ho dovuto farlo uscire per la distorsione alla caviglia. Però, in generale, con ragazzi così giovani bisogna avere la pazienza di aspettare un attimo. Lui ha recuperato da questa caviglia, ma non sta benissimo dato che c’è ancora dolore: ha ancora un po’ di fastidio nel calciare, nel colpire la palla, e questo lo limita un po’. Però ha grande volontà, grande voglia di fare. Poi, durante la partita, questi piccoli acciacchi si superano”. A che punto è la sua Roma? “Non lo so, è difficile. Non è che si possano dare delle percentuali così in assoluto. Secondo me questa squadra sta dando molto. Tutti i ragazzi sono nella condizione giusta, sia mentale che motivazionale. Non parlerei di imprese, perché dopo 11 partite è presto per parlare di imprese, però sicuramente la strada tracciata è molto buona e molto positiva. La cosa più positiva è la nostra sensazione, ossia che la squadra sia cresciuta sul piano tecnico: questa è la base. È difficile dire che stiamo esprimendo già il massimo delle nostre potenzialità, altrimenti non saremmo in quella posizione di classifica. Sicuramente possiamo avere dei margini di miglioramento, non tanto sul piano atletico, dove stiamo sicuramente bene, ma sul piano tecnico sì: facciamo giocate migliori rispetto a qualche settimana fa. Abbiamo una coralità di gioco superiore rispetto a qualche tempo fa”. Come sta la squadra? Novità su Angelino e Dybala? “Angelino è tornato a lavorare: anche se in modo individuale, sta comunque facendo dei buoni allenamenti. Questa è una situazione in cui dipendiamo un po’ dai medici. Dybala, come Bailey, sta lavorando bene. Secondo me sono abbastanza avanti, però anche qui abbiamo bisogno del placet medico. I nazionali, come in tutte le pause, questa volta sono arrivati un giorno prima rispetto alle altre settimane. In generale si sono comportati molto bene, hanno giocato quasi tutti. Da giovedì ci siamo ritrovati tutti quanti: abbiamo fatto due buoni allenamenti, giovedì e ieri. Cerchiamo di ripartire da dove ci eravamo lasciati, anche se per tutti la ripresa dopo la sosta porta sempre un po’ di incognita". La squadra è in grado di fare più gol? "Per il momento cerchiamo sempre di migliorarci. C’è da dire che nelle ultime settimane abbiamo avuto fuori anche Dovbyk, Ferguson, Dybala e Bailey: erano fuori praticamente tutti gli attaccanti. Quando ti mancano tutti nello stesso reparto, qualche difficoltà la puoi avere, è normale. Credo che, paradossalmente, abbiamo migliorato la capacità di creare occasioni da gol e di conseguenza abbiamo fatto anche qualche gol in più. Quando dico che la fase offensiva è il participio di tutta la squadra, l’esempio è l’assist di Mancini per Celik. È chiaro quindi che andiamo alla ricerca di sfruttare le caratteristiche che abbiamo in questo momento, con i giocatori che abbiamo in campo. Anche domani sarà così: cercheremo di mettere nella condizione migliore le qualità che abbiamo. Non possiamo andare a cercare altre soluzioni che, in questo momento, sono fuori". Baldanzi falso nove? “Le caratteristiche le conoscete tutti benissimo. Noi, in caso di emergenza come è successo con l’Udinese, abbiamo optato per lui, in un momento non di difficoltà magari non avremmo adottato quella soluzione se avessimo avuto tutti gli attaccanti. Però, in un momento di emergenza, io credo che lui abbia delle capacità per giocare in quel ruolo: gliene mancano altre, probabilmente, ma è un giocatore duttile, un giocatore che tiene bene il campo, è molto rapido, calcia bene e in certe situazioni può diventare molto pericoloso. Poi magari non è propriamente il suo ruolo, o chissà se lo diventerà giocando sempre in altre posizioni. Però in questo momento è un giocatore efficace per noi. È stato molto bravo con l’Udinese e, in questo momento, è quello che più ci si adatta: lui o Ferguson, per caratteristiche. Lui ha più velocità, è un giocatore che, messo in certe condizioni, può fare bene. Negli allenamenti di questa settimana ha fatto cose importanti. Poi è chiaro che, per caratteristiche, gliene mancano altre”. Il falso nove è una possibilità seria o solo in caso di emergenza? Come mai Pisilli ha poco spazio con lei? “Nel calcio, come ho detto tante volte, si può giocare in tanti modi. L’importante è che sia efficace, come ho detto, che ci vada o meno il centravanti tradizionale. Nella mia carriera mi è capitato di avere il Milito di turno che fa 24 gol, oppure Zapata, o comunque attaccanti che segnano tanto. Mi è capitato anche di fare 28 gol in campionato senza centravanti, perché si era fatto male Zapata e giocavano Ilicic, Gómez e Pašalić dietro. Magari è quello che ci sta succedendo adesso. Dobbiamo provare in campo e vedere quali soluzioni funzionano: le capacità, la tecnica, il tiro, come si sposano tra loro i giocatori. Poi ci sono momenti della partita in cui, in certe situazioni, servono caratteristiche diverse. Io credo sia importante avere nel reparto offensivo più soluzioni, diverse e utili a seconda delle partite, che spesso dipendono più dagli avversari che da noi. Pisilli ha fatto un gol straordinario: è un 2004 e segna con continuità. È uno dei giovani più positivi e interessanti del nostro calcio, perché non è un caso che sia nel giro dell’Under 21. In questo momento ha davanti Koné, Cristante ed El Aynaoui, e per questo sono andato più su di loro, ma è un giocatore al quale devo sicuramente qualcosa. Adesso entriamo in una fase con 16 partite consecutive fino a fine gennaio, e poi altre ancora. Ce ne sono 7 subito, e il periodo più duro sarà dal 29 dicembre al 29 gennaio: giochiamo 9 partite di fila, con in mezzo la qualificazione di Europa League, la Coppa Italia, e gare come Juventus e Atalanta. È facile prevedere che ci sarà bisogno di tutta la rosa. Finora ho utilizzato un nucleo abbastanza largo di giocatori, che hanno fatto più o meno lo stesso numero di partite, e altri — tra cui Pisilli — che pur giocando non hanno giocato tantissimo. Però nel frattempo ci sono lui, Ghilardi e Ziolkowski, e altri che sono stati impiegati meno: arriverà il momento in cui la rosa diventerà fondamentale. Quando si giocano così tante partite, aumenta la probabilità di infortuni o di dover saltare qualche gara. Qui, se stai fuori due settimane, perdi 5-6 partite. Per questo verrà fuori il valore della rosa e la possibilità, per chi ha giocato meno, di far vedere la propria crescita”. Come si spiega le fatiche del post-sosta? Hermoso è a disposizione? “Non c’è niente di casuale. Quando siamo andati in svantaggio abbiamo quasi sempre perso, tranne l’unica che abbiamo ribaltato a Firenze. È sempre un’evoluzione: man mano che acquisisci capacità realizzative riesci anche a superare un episodio sfortunato. Se hai la condizione e la capacità di fare più gol, questo fa parte di un processo di crescita. Hermoso si è fermato: si è bloccato ieri, ha un fastidio che adesso andrà valutato, ma per domani non c’è”. Le hanno dato spiegazioni su ciò che sarà il mercato di gennaio? Anche in vista della Coppa d'Africa... “La situazione la sappiamo. Non possiamo fare niente per modificarla, quindi dobbiamo guardarla e andare avanti, affrontando le cose giorno per giorno in base alle difficoltà che avremo. È chiaro che perdiamo due giocatori che hanno giocato molto causa Coppa d'Africa (Ndicka ed El Aynaoui, ndr) e che sono una componente forte di questa squadra, però era una cosa che si sapeva: non è che ci sia cascata sulla testa all’improvviso. Quindi dovremo rimediare in altro modo, e lo faremo”. Come mai Rensch ha giocato poco? “Siamo diventati forti sulle fasce, più omogenei e competitivi, abbiamo fatto partite di livello e quindi lui ha trovato meno spazio. Ma questo non toglie niente a Rensch, che rimane comunque uno che nel derby ha fatto un'ottima gara, è entrato sempre, e poi arriveranno altri momenti. Io ne ho più di 11 per volta e non riesco a far giocare tutti. Domani può essere un’alternativa: mancando Hermoso, le alternative sono quelle di un difensore, oppure di aggiungere un esterno che può portare Celik dietro. Quindi c’è lui, e dietro ci sono Ghilardi e Ziolkowski. Tra questi uscirà la scelta per domani, chiaramente per sostituire Hermoso”. Che ne pensa di un possibile stop per favorire la Nazionale a marzo? “Non risolviamo il problema delle partite e degli stop delle nazionali: è un problema FIFA, è un problema mondiale. Possiamo constatare che il numero di partite è salito in modo esponenziale per tutte le competizioni. Sono tutte importanti, sia quelle di club sia quelle delle nazionali. Questo ha creato un numero di gare altissimo, soprattutto per i giocatori convocati in nazionale, e probabilmente determina un maggior numero di infortuni. Se una volta si giocavano 30 partite, adesso se ne giocano 60, forse anche di più con le nazionali. Si discute da sempre sulla riorganizzazione dei campionati e delle nazionali. Fare uno stop magari a metà campionato a me non piace. Però dedicare un periodo alle nazionali e concentrare tutto lì, forse sì”. Ghilardi e Ziolkowski sono pronti per essere titolari? "Sono a disposizione. Sono stati scelti e selezionati nella rosa, quindi sono sicuramente pronti". Cosa vuol dire essere primi dopo 11 giornate? Lei crede nei miracoli? “Non c’è nulla di casuale. Dopo pochissime partite può succedere: fai la prima di campionato, la seconda, le vinci entrambe e sei primo. Significa poco. Dopo 11 giornate significa qualcosina: vuol dire che una striscia l’abbiamo fatta, ma non è qualcosa di definitivo. Sicuramente dopo il girone d’andata è più veritiero, perché hai incontrato più o meno tutte le squadre. Quello che conta è solo la fine, il resto non conta. Miracoli? No, non ne fa nessuno. L'ultimo ad aver fatto miracoli è finito male. Non bisogna fare miracoli, bisogna lavorare. Quando dico che si è liberi di sognare? Bisogna sognare, perché i sogni che si avverano sono rarissimi. Ci sono i sogni brutti, gli incubi, e quelli molto belli. Questo è un bel sogno: almeno qualche volta te lo ricordi per un po’ e lo vivi bene per un po’. Poi quelli che si avverano sono rarissimi, veramente pochi. Ed è anche presto, perché abbiamo appena iniziato”. Cosa è successo con Tsimikas? Quando impiegato non ha convinto... “Le cose nel calcio cambiano in fretta, a volte basta una partita. Ci sono esempi come quello di Celik, di Hermoso, di Pellegrini. Nel calcio ci sono momenti che, se li sai sfruttare, possono cambiare tutto. Alcuni di loro, come dicevamo prima, arrivavano da lunghi periodi di inattività. Nel calcio basta poco per cambiare le cose". 13.59 - Termina la conferenza stampa di Gian Piero Gasperini.