
Un'arma a doppio taglio
“La Roma lavora per regalare a Gasperini tre rinforzi prima dell’inizio del ritiro”: è questo il refrain nella settimana che va concludendosi, rimasto - con ben poca sorpresa, a dire il vero - solo uno slogan. Le trattative per i vari Wesley, Rios, El Aynaoui e Ferguson si stanno rivelando più ostiche di quanto si sperasse ed è probabile che vadano a protrarsi ancora per un po’. Niente di particolarmente grave o di eccessivamente imprevedibile, specie perché almeno un paio dei giocatori cercati prevedono trattative complicate da concorrenza o frammentazione dei diritti del cartellino, che rendono molto più intricato arrivare alla soluzione.
Quello che sembra un po’ ingenuo, nel 2025 e con un settlement agreement da non dimenticare, è credere che si possano modellare le tempistiche del mercato alle proprie (presunte) esigenze. È chiaro che far arrivare prima i giocatori e avere, quindi, più tempo per farli lavorare insieme prima dell’inizio della stagione sia un vantaggio, ma è altrettanto chiaro che per chiudere prima le trattative serva evidentemente fare uno sforzo in più a livello economico, concetto che coccia con la volontà di portare a casa più elementi insieme e, soprattutto, con le reiterate dichiarazioni del senior advisor - allora allenatore della Roma - Claudio Ranieri, che ha parlato di “mercato difficile” per le prossime due sessioni.
L’obiettivo di Massara e di chi sta lavorando insieme a lui sui tavoli delle trattative può senz’altro essere quello di portare a casa elementi il più possibile coincidenti con gli identikit tracciati da Gasperini, e sicuramente ci si sta muovendo in quella direzione. Il fatto che trapeli che la volontà sia quella di fare le cose, oltre che bene, anche presto, denota senz’altro l’ambizione di lavorare al meglio possibile per riscattare anni in cui è stato commesso più di un errore, ma può diventare un’arma a doppio taglio nel caso in cui - come sta succedendo in questo frangente - a questa volontà poi non corrispondano i fatti per i più disparati (e anche giustificabili, tra l’altro) motivi. La gestione Friedkin si è caratterizzata per un più o meno continuo strizzare l’occhio alla propria clientela e anche in questa occasione sembra che la linea sia sempre quella: mostrarsi forti e positivi a prescindere dalla situazione. Una scelta che per ora, sul piano concreto, non ha pagato, o che, comunque, non corrisponde alla realtà. Un problema fino a un certo punto, perché poi conterà la rosa che effettivamente Gasperini avrà a disposizione, ma certamente qualcosa per cui rimanere perplessi.







