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Gonalons: "Sapevo che a Roma sarebbe stato difficile. Voglio giocare"
Maxime Gonalons, nel corso di un'intervista concessa ai microfoni di Granada Digital, ha commentato le sue ultime stagioni tra Roma e Siviglia e le difficoltà incontrate dopo l'addio al Lione. Questo un estratto delle sue dichiarazioni riportate da Vocegiallorossa.it.
Si pente di aver lasciato il Lione?
“Non ho niente di cui pentirmi in questa vita: è stato il destino. Le cose sono andate così e anche se la mia separazione dal Lione poteva andare meglio, non ho problemi con nessuno lì. Sarà sempre la squadra della mia vita, sono stato un tifoso prima che un giocatore. Ho giocato 17 anni lì, io e mia moglie siamo nati lì e anche i miei figli, avrò sempre un legame speciale con Lione. Però la vita e la carriera hanno fatto sì che le cose andassero come sono andate. Ora sto vivendo esperienze straordinarie in altri paesi, dove ho conosciuto modi diversi di giocare e altre città".
Il bilancio delle esperienze a Roma e Siviglia?
"Sapevo che a Roma sarebbe stato difficile perché lì hanno due simboli come De Rossi e Totti. Conoscevo le difficoltà prima di arrivare lì, però volevo affrontare questa sfida. La mia prima stagione non è andata tanto male, ho giocato qualche partita anche in Champions League, però dopo bisognava prendere delle decisioni e sono andato in prestito a Siviglia, dove mi sarebbe piaciuto che le cose andassero diversamente. Ho avuto infortuni che mi hanno impedito di rendere al meglio. In ogni caso credo di aver provato ad apprendere qualcosa da tutti gli allenatori, a Lione, a Roma e in Spagna. Ognuno ha la sua filosofia e questo mi aiuta a migliorare. Ora il mio obiettivo è tornare a giocare al calcio e divertirmi dopo un anno difficile come quello passato”.
Si pente di aver lasciato il Lione?
“Non ho niente di cui pentirmi in questa vita: è stato il destino. Le cose sono andate così e anche se la mia separazione dal Lione poteva andare meglio, non ho problemi con nessuno lì. Sarà sempre la squadra della mia vita, sono stato un tifoso prima che un giocatore. Ho giocato 17 anni lì, io e mia moglie siamo nati lì e anche i miei figli, avrò sempre un legame speciale con Lione. Però la vita e la carriera hanno fatto sì che le cose andassero come sono andate. Ora sto vivendo esperienze straordinarie in altri paesi, dove ho conosciuto modi diversi di giocare e altre città".
Il bilancio delle esperienze a Roma e Siviglia?
"Sapevo che a Roma sarebbe stato difficile perché lì hanno due simboli come De Rossi e Totti. Conoscevo le difficoltà prima di arrivare lì, però volevo affrontare questa sfida. La mia prima stagione non è andata tanto male, ho giocato qualche partita anche in Champions League, però dopo bisognava prendere delle decisioni e sono andato in prestito a Siviglia, dove mi sarebbe piaciuto che le cose andassero diversamente. Ho avuto infortuni che mi hanno impedito di rendere al meglio. In ogni caso credo di aver provato ad apprendere qualcosa da tutti gli allenatori, a Lione, a Roma e in Spagna. Ognuno ha la sua filosofia e questo mi aiuta a migliorare. Ora il mio obiettivo è tornare a giocare al calcio e divertirmi dopo un anno difficile come quello passato”.
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