Salernitana, ecco il caos. Ma la situazione societaria non sia un alibi per la retrocessione in C

Correva il 2022 e l'imprenditore campano Danilo Iervolino, dopo aver venduto Unipegaso per un miliardo di euro, decide di fare il suo ingresso nel calcio, rilevando le quote della Salernitana. Il tutto in una situazione già traballante, perché il club campano era nelle mani del presidente della Lazio Claudio Lotito, che doveva però lasciare le quote dei granata per permettere l'iscrizione del club in Serie A: come dal regolamento NOIF, infatti, uno stesso soggetto non può essere comproprietario di due squadre nella stessa categoria. Ecco quindi che, entro il 31 dicembre 2021 doveva essere tutto formalmente risolto e così, dopo una prima parte di stagione nelle mani di un trust appositamente costituito, alle 23.58 dello stesso 31 dicembre 2021, Iervolino rilevava il club.

Tre anni di Serie A per la Salernitana, poi la retrocessione in B e un'estate turbolenta, segnata da un possibile passaggio di quote che di fatto rallenta - e a tratti impossibilita - il lavoro del Direttore Sportivo Gianluca Petrachi, che comunque prova a programmare per come è possibile: chiude l'accordo con Andrea Sottil per la panchina, ma il tecnico, vista la situazione di incertezza, il 2 luglio rassegna le dimissioni e non inizia neppure il ritiro pre campionato. Situazione che già avrebbe dovuto allarmare. I nodi sono poi sciolti il 16 agosto, quando Iervolino si dimetta dalla carica di presidente della Salernitana, venendo sostituito da Roberto Busso, ma rimane proprietario del club. Oggi retrocesso in Serie C.

Certo, la situazione di incertezza ha sicuramente inciso sulla stagione, ma il tempo per raddrizzare il tutto c'era. Che non diventi mai questo l'alibi della disgrazia avvenuta. E che non lo diventi neppure il playout slittato; perché lo ha giocato anche la Sampdoria, che ha saputo sfruttare la sua seconda occasione.