
IL SAMPDORIANO - Che sia utopia o speranza, credere ai 6 punti. Per la Sampdoria
Il dramma della nostra Sampdoria è sotto gli occhi di tutti. La vittoria con il Cittadella aveva generato qualche speranza che si potesse ancora intraprendere il cammino tanto agognato, fino a quando la sconfitta di Carrara ha lasciato macerie devastanti. Qualcuno pensava di non raccogliere nulla con Cremonese e Catanzaro, sono arrivati due pareggi che sarebbero stati accolti in modo ben differente se non fossimo già nella melma e la squadra avesse dato segnali confortanti. E invece...
Contro i grigiorossi almeno per un tempo abbiamo provato a vincere ma in questo momento non abbiamo bomber di valore, con età anagrafica e condizioni fisiche in grado di fare attualmente la differenza, e di conseguenza due buone chance nel primo tempo sono state gettate alle ortiche. A Catanzaro la Sampdoria, seguita da circa 500 encomiabili tifosi, non è riuscita ad andare oltre il 2-2 nonostante mezz'ora, ripeto mezz'ora, in superiorità numerica, nella quale non siamo riusciti praticamente a tirare più in porta. E per fortuna che Coda ha trovato il pareggio su un errore incredibile di Petriccione (bravo però Yepes a crederci) e Iemmello non ci ha mandato già all'inferno in pieno recupero.
Tanta, imbarazzante impotenza in campo. Una squadra incapace di mantenere un vantaggio, abituata sempre ad andare in tilt non appena la partita si mette apparentemente in discesa, immancabilmente pronta a complicarsi dannatamente la vita; come si può prendere in serie B in particolare un goal come il 2-1 di Biasci su un lancio lungo di un difensore e due nostri marcatori che si fanno beffare in quel modo? Ah già il vento... In difesa le poche presunte certezze sono durate poco, il centrocampo è privo di qualità, ritmo e geometria, in attacco gli interpreti hanno nome e blasone ma in questo momento non hanno molto per incidere. Quella mezzora da indemoniati nella prima parte di gara con il Cittadella ci aveva purtroppo illuso. Siamo dinanzi ad una squadra che, nonostante fosse stata considerata una corazzata da molti presunti addetti ai lavori e non solo, è caratterizzata non solo da lacune tecnico-tattiche spaventose, ma costantemente trasmette la sensazione di ritrovarsi in riserva dal punto di vista mentale, caratteriale e pure fisico.
Siamo ad un passo dal baratro ma non ancora precipitati. Riempire di critiche i colpevoli sarà legittimo e doveroso a prescindere dall'esito finale di questa stagione infernale ma sarà fatto al momento giusto. Adesso non serve a nulla. Ci sono ancora due gare di campionato, sei punti in palio, venerdì la partita della vita contro la Salernitana, con l'obiettivo di fare bottino pieno nei 180' finali e puntare ad un posto play-out. È il massimo a cui possiamo ambire, è vero abbiamo vinto finora sette gare in tutta la stagione, pare utopia, ma abbiamo alternative? No. Non dobbiamo lasciare nulla di intentato, dobbiamo crederci fino alla fine e ognuno di noi continui a fare il proprio meglio. Non per i giocatori, non per la società, non per i dirigenti, ma per la maglia, per la Sampdoria, per i nostri colori, la nostra storia. Tutti passano, da chi scende in campo alle presidenze e agli incarichi dirigenziali, facciamolo per la Sampdoria e ogni cuore che batte per i colori più belli del mondo. Comunque vada, nel bene e nel male, dai Doria.







