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Casini sugli stadi italiani: "Impianti vecchi, con strutture inadeguate e pochissimi servizi"
Il presidente della Lega di Serie A Lorenzo Casini ha parlato del tema legato agli stadi italiani: "L’Italia si trova in una situazione difficile, a tratti poco comprensibile per chi ci guarda dall’esterno. Impianti vecchi, con strutture inadeguate e pochissimi servizi. E' dai Mondiali del 1990 che l’Italia - salvo alcuni casi virtuosi come, per esempio, gli impianti di Atalanta, Juventus, Sassuolo e Udinese - non riesce a rimettere davvero a fuoco il tema degli stadi. E comunque il 1990 è stata un’occasione non sfruttata appieno: non si tratta solo del problema delle piste di atletica attorno al campo, ma anche di alcuni impianti costruiti nell’ultimo mezzo secolo che oggi sono diventati addirittura inagibili, come accaduto a Cagliari con il Sant’Elia. In Italia andrebbe cambiato il modo in cui lo stadio è percepito: deve essere un luogo di aggregazione, inclusione, rigenerazione urbana, e può diventare anche un hub tecnologico. Lo stadio può vivere tutta la settimana, non solo la domenica, e può portare turismo, e non solo traffico il weekend. E può portare cultura con i musei del calcio o dei club, come avviene all’estero molto più di frequente che da noi. Per farlo, però, occorre fidarsi di più del privato. Se lo stadio è di proprietà di una squadra, certamente le procedure possono essere più agili. Ovunque, non solo a San Siro, è chiaro che in astratto la ristrutturazione o la demolizione e ricostruzione sono situazioni preferibili. In astratto, però, perché la realtà è spesso più complessa. Sono comunque sicuro che Inter e Milan sceglieranno la migliore soluzione possibile per avere impianti più moderni all’altezza del loro nome. Certo, se persino in un comune efficiente come Milano, con un sindaco dalle comprovate competenze manageriali e due squadre così importanti c’è un problema per fare uno stadio significa che il tema è enorme. Ecco perché sarebbe importante avere anche una iniziativa del governo per aiutare i comuni a definire un piano di priorità e interventi a vantaggio non solo dello sport e del calcio, ma di tutta la collettività".
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