Fiorentina, Palladino contro Pradè: genesi di un rapporto nato male e terminato peggio

Si è consumata quest'oggi la separazione tra la Fiorentina e il suo ormai ex tecnico Raffele Palladino. Nei giorni scorsi il tecnico viola aveva comunicato ufficiosamente le proprie dimissioni e questa mattina il club ha ufficializzato la risoluzione del contratto attraverso una nota piuttosto rigida e sommaria: "ACF Fiorentina comunica che, nella giornata odierna, è stato risolto consensualmente il contratto che legava il Club al tecnico Raffaele Palladino ed al suo staff".
Alla base dell'addio sembra esserci un rapporto ormai logoro da tempo con il direttore sportivo Daniele Pradè, nonostante i due abbiano più volte provato a rasserenare le nubi di chiacchiere che circolavano nell'ambiente gigliato. Emblematica a tal proposito fu una frase di Palladino pronunciata lo scorso 26 febbraio e che ad oggi risulta particolarmente datata: "Se mi sento solo? No assolutamente... sono stato a pranzo con il direttore fino a poco fa. Siamo tutti sulla stessa barca... se andiamo male noi andate male anche voi. Con il direttore c'è un rapporto di stima e di amicizia. Vi giuro che con la società c'è grande stima, poi è ovvio che se i risultati non arrivano l'allenatore viene criticato e il club fa le sue valutazioni".
Ma com'è che si è giunti a questo punto? Alla base dei sospetti ci sono state diverse dichiarazione al vetriolo e vere e proprie critiche che il dirigente gigliato ha spesso seminato nel corso della stagione. Si parte addirittura dall'8 settembre dello scorso anno, a stagione appena iniziata. Pradè si presenta davanti alle telecamere per la conferenza stampa di fine mercato - dopo che la Fiorentina aveva iniziato il proprio campionato con 3 deludenti pareggi contro Parma, Venezia e Monza - lasciandosi andare alla prima frecciatina: "All'inizio cercavamo un difensore in più, ma comunque non siamo obbligati a giocare a tre. Si può giocare anche a quattro". Parole che fecero storcere già qualche naso, visto che Palladino aveva raccolto ottimi risultati al Monza schierandosi a tre dietro.
Flashforward di circa quattro mesi. Arriviamo al post partita di Monza-Fiorentina, gara in cui la squadra di Raffaele Palladino perde punti pesantissimi in casa del Monza, fanalino di coda della Serie A, venendo battuto 2-1. Un risultato che manda su tutte le furie il diesse che, in zona mista, dice: "Non siamo amareggiati, siamo proprio incazzati. Non va bene, mancano 10 giorni alla fine del mercato, chi ha il mal di pancia ce lo venga a dire e troviamo una soluzione. Qui serve ritornare quelli che eravamo prima. Abbiamo perso la nostra umiltà, la nostra identità. Abbiamo cercato anche di dare delle motivazioni a tutto questo, però basta. Non va più bene. Si cambia regime, si cambia il nostro modo di essere, di pensare. La mattina si arriva, si va via la sera tardi, E poi valuteremo tutte le cose da fare. Non c'è altro da dire stasera".
Per attendere la terza 'tirata di orecchie' basta aspettare altri 4 mesi e arrivare al 12 maggio scorso. Palladino, dopo il prolungamento del contratto firmato 5 giorni prima e l'eliminazione in Conference per mano del Real Betis, perde 2-1 anche al Penzo di Venezia, vedendo sfumare le possibilità di una qualificazione in Europa League. Anche in quel caso Daniele Pradè si presenta visibilmente irritato ai microfoni ufficiali promettendo riflessioni: "La Fiorentina non può perdere col Venezia, abbiamo lasciato 8 punti tra Venezia e Monza, sono cose da analizzare. A caldo è sbagliato parlare, ma col presidente e Ferrari dicevamo di fare analisi profonde, perché una squadra che vince con Milan, Inter, Juventus, Lazio e poi fa queste prestazioni, ti lascia tantissima amarezza".
Riflessioni nei confronti di chi? Pradè non ha mai fatto nomi e cognomi ma nel corso della conferenza stampa di fine stagione - andata in scena lo scorso martedì 27 maggio - alla domanda sul suo rapporto col tecnico, ha lasciato intendere che le riflessioni fossero indirizzate proprio a lui: "Il mio lavoro è quello di stimolare, mettere pressione. Non c'è un fraintendimento sulle mie dichiarazioni. Come diamo l'anima noi, la devono dare tutti quanti. Io sono comunque orgoglioso della squadra, poi è normale che non vada giù una sconfitta contro il Venezia. A un dirigente in quel momento qualcosa suscita. Non ho mai offeso o detto qualcosa di sbagliato. Dopo Monza anche dovevo dare una sterzata. Sono cose che vanno fatte, non si possono fare solo dentro le stanze. Vanno fatte anche pubblicamente". Insomma, queste le principali tappe della genesi di un rapporto iniziato male e terminato peggio.
