Il mercato, il lapsus Dzeko e la dimenticanza di Pallotta: il complesso anno di Petrachi alla Roma
La firma con la Roma, a fine giugno dello scorso anno, arrivò dopo tante polemiche e una lunga trattativa col presidente del Torino Urbano Cairo (era necessario il suo via libera per liberare il dirigente). Nonostante le premesse bellicose, le parti trovarono l'accordo e Petrachi diventò il nuovo direttore sportivo della Roma il 25 giugno 2019. Oggi però, poco meno di un anno dopo, le strade dell'uomo mercato e della società capitolina hanno già preso direzioni diverse e non più intersecabili, salvo sorprese: "L'AS Roma comunica che Gianluca Petrachi è stato sospeso dalle sue mansioni di Direttore Sportivo con effetto immediato. L'allenatore e la squadra saranno guidati direttamente da Guido Fienga, CEO del Club", ha scritto questo pomeriggio l'AS Roma sui propri canali social. Dando il via ad un processo di separazione che sembrava inevitabile già da qualche settimana.
Il complesso anno giallorosso di Petrachi - Il primo scivolone arrivò quasi subito. In conferenza, parlando di Edin Dzeko e del suo futuro, Petrachi ammise: "A maggio, quando incontrai l’Inter per la prima volta, feci il mio prezzo". Maggio. Ovvero qualche settimana prima quando era ancora ufficialmente un dirigente del Torino. Un lapsus, come da lui stesso riferito. Che però portò all'apertura di un'indagine da parte della Procura Federale, poi archiviata senza conseguenze.
Sul mercato però arrivarono tante e diverse operazioni, a partire dal tecnico Paulo Fonseca. Le cessioni di El Shaarawy e Manolas permisero ai giallorossi di avere margine per comprare, così arrivarono Pau Lopez, Mancini, Smalling, Diawara, Veretout e Kalinic. Giocatori fatti e finiti, pronti per dare subito il proprio contributo. Discorso diverso per la sessione di gennaio: in uscita Florenzi, prestito al Valencia. In entrata ecco i giovani Villar e Carles Perez dal Barcellona.
Il club giallorosso però è in continuo fermento, non solo per la trattativa di cessione fra Pallotta e Friedkin che avrebbe potuto portare all'addio di Petrachi a prescindere da tutto il resto. Negli ultimi mesi, parallelamente ai discorsi di passaggio di proprietà, il rapporto fra i vertici dirigenziali giallorossi e l'uomo mercato sono peggiorati a vista d'occhio. Fino alla rottura dei giorni scorsi, con Pallotta che pubblicamente ringraziò Fonseca, Fienga, Zubiria e tutto lo staff. La "dimenticanza" di Petrachi probabilmente non fu tale, dietro era ben presente una scelta forte che verosimilmente avrebbe potuto portare alla rottura. E così è stato, con lo stesso Petrachi che nei giorni scorsi ha avuto un duro confronto col presidente americano. Confronto che, a quanto pare, ha portato al crack finale e definitivo e quindi alla sospensione di Petrachi, preludio a quello che sarà un addio certo nei prossimi mesi.