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Marotta, la quarta finale sarà quella buona? Inzaghi è il frontman, l’ad l’architetto del sogno

Marotta, la quarta finale sarà quella buona? Inzaghi è il frontman, l’ad l’architetto del sognoTUTTO mercato WEB
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giovedì 18 maggio 2023, 07:10Serie A
di Ivan Cardia

Here we go again. Tredici anni dopo, l'Inter torna in finale di Champions League, a tre stagioni da quella di Europa League. Nel primo caso vinse Mourinho, nel secondo perse Conte, in un paragone comunque ovviamente impossibile. Questa volta, in panchina c'è Simone Inzaghi, divenuto tra elogi e critiche il frontman di una squadra che in Europa è volata come forse soltanto lui si aspettava. Per la cronaca, a Istanbul il tecnico giocherà la quinta finale - la prima europea - da allenatore dell'Inter: nel mezzo ci sarà la quarta, le prime tre già giocate le ha vinte tutte.

Beppe Marotta a caccia della coppa. Per l'amministratore delegato nerazzurro, invece, una finale europea non è certo una novità. A Istanbul la "giocherà" per la quarta volta: due di Champions League con la Juventus, una di Europa League con l'Inter. L'appuntamento con la coppa dalle grandi orecchie, ça va sans dire, è quello che coronerebbe una carriera già da incorniciare. E l'approdo nerazzurro, oltre a tutte le altre firme - di Inzaghi, di Ausilio, di Baccin, dei giocatori, ovviamente di Zhang nel bene e nel male - porta in grassetto quella di Marotta. Che ha costruito il ciclo d'oro della Juventus e l'ha visto implodere su se stesso quando è andato via. All'Inter si è presto rivelato tutto un po' più faticoso, da quando si sono chiusi i rubinetti, con il resto della dirigenza, sono state celebrati estate di ottimi nozze con discreti fichi secchi. I risultati, però, premiano. E la lista è lunga, anche per rispondere ad altre critiche, quelle dei tanti (per qualcuno troppi) parametri zero che sono un marchio di fabbrica, ma anche una delle varie strade percorse: Barzagli, Pirlo, Khedira, Pogba, poi Mkhitaryan, Dzeko, Calhanoglu, solo per citarne alcuni. Quattro finali europee non arrivano per caso. Certo, chissà se sarà quella buona.

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