
Brescia, il viaggio degli ultras a Roma: "Comunque vada, nulla da festeggiare. Via Cellino"
Nella giornata di ieri una decina di ultras del gruppo Brescia 1911 era presente a Roma, di fronte alla sede della FIGC, per manifestare il proprio punti di vista nei confronti del presidente biancazzurro in una giornata che ha visto il deferimento del club lombardo che ora fra pochi giorni saprà di quanti punti verrà penalizzato e se, come probabile, verrà retrocesso in Serie C. Milleduecento chilometri in meno di 24 ore per ribadire che “Cellino deve andarsene” e che “comunque finisca, quello che importa è che ai tifosi bresciani venga portato rispetto e riconosciuta la dignità che è stata calpestata in questi anni”.
Il portavoce e leader del gruppo, Diego Piccinelli, ha spiegato così la posizione di una parte della tifoseria organizzata: “Ha accusato di mediocrità Brescia e la sua piazza, dimenticandosi che abbiamo una storia importante”, prosegue come si legge sulle colonne dell’edizione bresciana del Corriere della Sera spiegando di aver sperato di incontrare qualche dirigente “per esprimere il nostro pensiero, quello che non è mai stato considerato nonostante avrebbe evitato tanti problemi e mantenuto quel tessuto sociale e passione che si era creata negli anni, ma che adesso è totalmente disintegrata”.
Piccinelli poi si sofferma anche sul rischio retrocessione: “Qualsiasi cosa accada non c’è nulla da festeggiare. Non lo abbiamo fatto due anni fa quando siamo stati ripescati ai danni della Reggina, non lo faremmo oggi nei confronti della Sampdoria. Le conseguenze delle scelte dissennate fatte dalle proprietà di queste squadre di calcio ricadono sempre e solo sui tifosi. La nostra solidarietà, al massimo, è per loro. Con questa azione simbolica da parte nostra possa davvero finire una volta per tutte la gestione di questo personaggio”.
Il portavoce e leader del gruppo, Diego Piccinelli, ha spiegato così la posizione di una parte della tifoseria organizzata: “Ha accusato di mediocrità Brescia e la sua piazza, dimenticandosi che abbiamo una storia importante”, prosegue come si legge sulle colonne dell’edizione bresciana del Corriere della Sera spiegando di aver sperato di incontrare qualche dirigente “per esprimere il nostro pensiero, quello che non è mai stato considerato nonostante avrebbe evitato tanti problemi e mantenuto quel tessuto sociale e passione che si era creata negli anni, ma che adesso è totalmente disintegrata”.
Piccinelli poi si sofferma anche sul rischio retrocessione: “Qualsiasi cosa accada non c’è nulla da festeggiare. Non lo abbiamo fatto due anni fa quando siamo stati ripescati ai danni della Reggina, non lo faremmo oggi nei confronti della Sampdoria. Le conseguenze delle scelte dissennate fatte dalle proprietà di queste squadre di calcio ricadono sempre e solo sui tifosi. La nostra solidarietà, al massimo, è per loro. Con questa azione simbolica da parte nostra possa davvero finire una volta per tutte la gestione di questo personaggio”.
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