
Ascoli, Perugia, Messina, Foggia: quando il blasone non basta. Playoff e playout: buon divertimento e un grande in bocca al lupo a tutti
Tra poche ore inizieranno i playoff e i playout e, mai come quest'anno, riteniamo ci siano i presupposti per divertirci e per assistere ad un bello spettacolo. Anzitutto rinnoviamo i complimenti ai vincitori: Padova, Entella e Avellino hanno conquistato con merito il salto di categoria, proveranno ad aggiudicarsi anche la Supercoppa e stanno già pensando al futuro e alle strategie da adottare in sede di calciomercato. Poi ci saranno una marea di squadre che proveranno ad arrivare in B dalla porta secondaria prevalendo in quella che è una lotteria davvero da brividi e dall'altissimo coefficiente di difficoltà. Le favorite, ovviamente, sono sempre le stesse: il Vicenza è avanti a tutti ma a patto che abbia superato il "trauma" del sorpasso finale del Padova, il Catania ha un organico che in gara secca può esprimere tutto il proprio potenziale anche grazie alla spinta di un pubblico determinante. E poi siamo molto curiosi di vedere la sfida tra Benevento e Juventus NG: i giallorossi erano primi fino a fine girone d'andata ed evidentemente hanno valori importanti, i bianconeri hanno messo in vetrina talenti di spessore assoluto viaggiando ad una media impressionante dall'arrivo di Brambilla in poi. Si spera che il pubblico del Vigorito possa rispondere presente dopo una stagione di appelli caduti nel vuoto e di iniziative non recepite a dovere dalla città: la società, al netto di qualche errore riconosciuto pubblicamente dal patron, merita la spinta del suo popolo ed è proprio nelle gare a eliminazione diretta che il dodicesimo uomo deve essere fattore che incide. Ma, oltre alle solite note, vogliamo menzionare anche qualche matricola terribile. Perchè realtà come Giana Erminio, Renate, Albinoleffe, Pontedera, Picerno e Giugliano meritano la medesima considerazione delle blasonate Pescara, Ternana (altra super favorita, pur con l'incognita Liverani) e Crotone. Senza dimenticare quel Cerignola che avrà la possibilità di ricaricare le batterie e riprendere il cammino interrotto soltanto a causa dello strapotere tecnico, economico e ambientale dell'Avellino. Auguriamo invece una pronta risalita nel calcio professionistico a Union Clodiense, Legnago Salus, Taranto e Turris. Quattro storie diverse, quattro piazze che tornano tra i dilettanti ma che hanno provato a battersi fino alla fine pur sapendo che la concorrenza fosse agguerrita. Sestri Levante-Lucchese, una delle gare playout, sta già facendo discutere per le dichiarazioni della proprietà ligure, convinta che si falsi una stagione "perchè dobbiamo giocarci la salvezza a cospetto di una società piena di problemi e che rischia il fallimento". Il ragionamento non è del tutto sbagliato: non è possibile mettere sullo stesso piano chi ha rispettato gli impegni e chi non aveva nemmeno i soldi per le trasferte. In questo modo passa un messaggio sbagliato: qualunque presidente può sentirsi libero, a gennaio, di prendere giocatori di spessore, schierarlo la domenica, ottenere i risultati sportivi e poi non pagarlo. Discorso generale e che vale per tutti, ovviamente, e che non sminuisce il lavoro onesto, professionale e di gran qualità fatto da Gorgone e dal suo staff.
Fa riflettere, infine, che Ascoli e Perugia abbiano chiuso la stagione nel totale anonimato. Il tifo incide, il blasone è importante, ma sono componenti che non bastano per assicurarsi il successo. Ormai il calcio è cambiato e senza idee, organizzazione e programmazione c'è la possibilità concreta che una piccola realtà con poco pubblico e budget risicato prevalga in classifica e colmi il gap con intuizioni che si rivelano azzeccate. E poi ci sarà un playout tra Foggia e Messina, realtà come minimo da B che dovranno evitare la retrocessione sperando poi in un'estate tranquilla sul piano societario. Uno scenario inimmaginabile soltanto pochi mesi fa. Per non parlare di un Trapani che sarà ricordato più per le esternazioni colorite del patron che per meriti acquisiti sul campo. Spesi tanti milioni per allenarsi fino a giugno per punizione: un disastro. Un flop che non sorprende il sottoscritto che, umilmente, già da agosto parlava di un rischio anonimato in virtù dei troppi "galli nel pollaio" e di un'asticella alzata troppo presto dimenticando che i granata fossero una neopromossa, che le rivoluzioni di gennaio siano un boomerang e che in C ci sono realtà storicamente importantissime che da lustri non riescono a tornare in alto. Antonini è un personaggio interessante, vulcanico e che merita rispetto perchè ci mette milioni di euro in tempi di crisi economica. Sotto questo aspetto va solo ringraziato dai tifosi. Se da quest'anno trarrà insegnamento potrà essere un valore aggiunto in futuro. Viceversa rischia di gettare altri soldi dalla finestra. Ha ragione però quando dice che la classifica stravolta per le penalizzazioni e le esclusioni sia un danno per chi ha messo mano al portafoglio perdendo punti conquistati in campo col sudore della fronte. Troverà alleati in questa sua battaglia?







