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tmw / serie c / Interviste TC
Marco Rossi a TLP: "Ho firmato per la Honvéd in Ungheria"TUTTO mercato WEB
© foto di Luigi Gasia/TuttoLegaPro.com
venerdì 1 giugno 2012, 20:30Interviste TC
di Orlando Savarese
per Tuttoc.com

Marco Rossi a TLP: "Ho firmato per la Honvéd in Ungheria"

Dopo le alterne esperienze nei campionati italiani, il torinese Marco Rossi ha scelto l’Ungheria: ha infatti firmato il contratto che lo legherà per una stagione alla Honvéd, il glorioso club di Budapest dove giocò anche il popolarissimo Ferenc Puskas. Dopo Lumezzane, Pro Patria, Spezia, Scafatese e Cavese, per quindici mesi l’allenatore è stato fermo, e ricomincia con l’idea di trasmettere il suo credo. Parlando in esclusiva ai microfoni di Tuttolegapro.com, Rossi afferma che una parte del suo staff sarà italiana e non esclude che possa arrivare qualche giovane dalle Primavere italiane. Tra due settimane Rossi sarà presentato formalmente alla stampa di Budapest, mentre ai primi di luglio la Honvéd affronterà il primo impegno di Europa League con una compagine moldava o azerbaigiana.

“L’annuncio c’è stato ieri in Ungheria – ha confermato Rossi – Il contratto l’abbiamo firmato ieri l’altro, e poi la società l’ha comunicato alla stampa ungherese: c’è anche l’ufficialità. Sono contento di questa opportunità. Abbiamo concluso un accordo che dura per un anno, poi strada facendo abbiamo concordato di sederci a parlare. Dobbiamo conoscerci: io sono arrivato alla Honvéd attraverso un direttore generale che è Fabio Cordella, e spero di farmi apprezzare dal club e da questa società che ha una storia. Cominceremo il 5 luglio con l’Europa League, e il 13 di giugno cominceremo a lavorare”.

Ha già fatto un elenco dei giocatori da acquistare?
“Ho visto la squadra per tre o quattro partite di campionato. Diciamo che qualche indicazione l’ho data al direttore che sta muovendosi per creare una squadra che possa essere competitiva su due fronti. Anche se sappiamo che le risorse economiche non sono molto cospicue”.

Qualche collaboratore lo porterà?
“Verrà un preparatore atletico italiano, Cosimo Inguscio, e poi per il resto l’assistente di campo e il preparatore dei portieri sono uomini della società”.

Mister, lei ha accettato questo incarico pur non parlando ungherese. Ciò può essere un ostacolo nel trasmettere le sue idee alla squadra?
“Io ho parlato con la società e col presidente in inglese, quasi tutti i giocatori capiscono l'inglese, e chi non lo capisce parla spagnolo. O in inglese o in spagnolo mi farò sicuramente capire”.

Lei ha giocato in Messico e in Germania come difensore, e si è spostato a destra e a sinistra per l’Italia, quindi il suo destino è quello di essere un giramondo.
“Da allenatore, quando mi sono trasferito in Campania, avrei lavorato con piacere dalle nostre parti, perché risiedo a Pozzuoli. Però, visto che evidentemente c’è qualche problema per me più che per qualcun altro, ho preferito tornare a girare un po’ di più l’Italia o il mondo. Quando sono stato all’estero da calciatore, ho sempre avuto grandissimi attestati di stima e mi sono trovato benissimo, perché le cose sono meno esasperate e si vive meglio la pressione sportiva”.

L’ultima sua esperienza in panchina risaliva a quindici mesi fa con la Cavese. Come mai ha aspettato tutto questo tempo per tornare ad allenare?
“Perché ho declinato diverse offerte che non ritenevo buone, vuoi per la pochezza dei mezzi a disposizione, vuoi per la poca chiarezza degli obiettivi societari. Dal giugno scorso fino a poco tempo prima della fine del campionato ho avuto delle proposte e le ho rifiutate. Si trova sempre chi poi accetta, ma purtroppo in C è una corsa al massacro: un po’ per necessità e un po’ per altri discorsi, gli allenatori (non dico tutti ma una buona parte) vanno a lavorare per il minimo federale o poco più. Io dopo sette anni non credo che lavorare al minimo federale sia dignitoso per la professione e per la persona. Per questo ho preferito aspettare”.

Che tattica adopererà alla Honvéd?
“Come idea di base vorrei provare il 3-4-3. Poi vediamo il materiale umano di cui dispongo: in tre settimane dovremo essere pronti per giocare in campo europeo”.

Arriverà qualche calciatore italiano, o vi concentrerete su elementi che conoscano meglio il campionato ungherese?
“La politica della società è di portare calciatori giovani, che abbiano mercato e futuro: italiani non ce ne sono, perché hanno altre aspettative. Magari potremmo vedere per qualche prestito da qualche squadra Primavera di Serie A”.

Un’ultima domanda. Sappiamo che la Cavese l’anno scorso è retrocessa, magari anche lei si sarà tolto un sassolino dalla scarpa per l’esonero in Prima Divisione, ma c’è una squadra che sta facendo bene in Eccellenza ed è il Città de la Cava. Vuole fare un augurio a Cava de’ Tirreni per una risalita?
“Senz’altro. Il Cava ha vinto con la Palmese e con il Montecorvino, farà i play-off nazionali, e ho seguito con simpatia sia loro sia la squadra della Terza Categoria del presidente Riccardo Tanimi. Riguardo alla scorsa stagione, mi è dispiaciuto vedere quello che già si era evidenziato quando io facevo l’allenatore, cioè una spaccatura nella tifoseria: si è poi visto concretamente non solo nel vedere una realtà ripartire. Una realtà ha giocato la Terza Categoria e una l’Eccellenza. Poi, riguardo alle vicende del campionato scorso, col senno di poi credo che tutti abbiano detto (a denti stretti o meno) che se non mi avessero esonerato, le cose sarebbero forse potute andare meglio”.