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Banchini: “Ad Alessandria sembrava Pechino Express. Pagliuca e Possanzini straordinari”TUTTO mercato WEB
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com
venerdì 17 maggio 2024, 12:30Altre news
di Redazione TC
per Tuttoc.com

Banchini: “Ad Alessandria sembrava Pechino Express. Pagliuca e Possanzini straordinari”

tmwradio
Ospite: Marco Banchini A TUTTA C con Luca Calamai e Daniel Uccellieri
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Durante l'appuntamento odierno con A Tutta C sulle frequenze di TMW Radio è intervenuto l’ex allenatore dell’Alessandria Marco Banchini. Queste le sue parole: 

Cosa è successo in questa stagione con l’Alessandria? 
“Ho troppo rispetto per una piazza come quella dei grigi che oltre a essere dietro casa ha una storia importante specialmente negli ultimi anni. Sono stato contattato dalla parte francese della società che doveva rilevare in toto le quote, poi questo non è successo. Per me era una sfida con un punto in sette giornate, con lo staff e i ragazzi eravamo riusciti a riprendere la baracca in due mesi, poi però è iniziato il Pechino Express perché ce n’era sempre una. Ho avuto la fortuna di trovare dei ragazzi seri che hanno lottato fino a sette partite dalla fine, quando sono andato allo scontro con i vertici. A febbraio con una vittoria e una sconfitta ci è mancata la continuità. A livello di gestione societaria però si è fatto fatica e ci sono state tante situazioni spiacevoli. Mi piace parlare di calcio e mi piace sperare che questa piazza possa recuperare in tempi brevi, la storia dei grigi è questa e bisogna trovare delle persone che hanno voglia di investire. Noi quando abbiamo fatto delle vittorie a novembre con Pergolettese e Atalanta under 23 la città bolliva di passione, piazze come Alessandria, Vicenza e Como sono piazze del nord ma vivono con passione quotidiana come al sud. Ricordo i 15 mila a San Siro e a queste piazze sta stretta la Serie C”. 

C’è qualche squadre che l’ha sorpresa e che può essere la rivelazione dei playoff?
“Parto da un ragionamento che è logico, domani ci sarà il ritorno e poi ci saranno ancora sei partite per salire in B, questa è l’emblema della difficoltà dei playoff. Io credo che il Taranto di Capuano non sia ancora morto, Capuano non è più l’allenatore di qualche anno che faceva della difesa ordinata il suo punto di forza. Questo è un Taranto che ha coraggio, ha portato dei principi di aggressione importante, ha saputo creare un ambiente incandescente e credo che la sfida di Vicenza possa riservare ancora delle sorprese. Questo Taranto mi ricorda il Palermo di Baldini che quando ha vinto è stato trascinato dall’ambiente. L’altra squadra che vedo bene è la Carrarese, non conosco Calabro ma ho visto un filotto importante che ha caratterizzato il girone di ritorno. Ci sono state delle battute d’arresto banali, ma è una squadra solida, ha esperienza e qualità, oltre che una rosa profonda. Ora si ritrova con un risultato di vantaggio e deve concretizzare”. 

Cosa pensa della stagione delle due squadre under 23? 
“Nel 2019 al mio primo anno in C ho affrontato la Juve under 23 con Pecchia in panchina e credo che negli anni dai suoi errori ha capito quali profili poteva valorizzare in C e quali mandare all’estero. L’Atalanta quest’anno è partita con due marce in più, il binomio Gatti-Modesto ha fatto la differenza nel cullare questi ragazzi. L’esempio è Vlahovic che fa una marea di gol in Primavera, fa fatica nelle prime partite e non segna, poi si sblocca e fa la differenza. Sono squadre che in casa hanno dei talenti importanti che possono generare plusvalenze importanti, hanno capito come valorizzare il percorso di questi ragazzi. L’Atalanta under 23 a Catania può ancora stare in corsa, hanno fatto un’ottima partita all’andata. Hanno dimostrato di poter essere competitivi, ci sono giocatori forti con un’idea di gioco propositiva. Credo che questo sia fondamentale, giocare con tutta la squadra a 50 metri dalla propria porta significa essere propositivi e ti obbligano a rischiare. Il Catania se non sarà pronto rischia, con questo modo di giocare se mettono la partita sul loro binario sono veramente fastidiosi. Ci sono poi dei 2004/2005 che sono già pronti per le categorie superiori per fisicità e qualità, sono squadre veramente forti”. 

Chi vede favorita tra Triestina e Benevento?
“Penso che i due risultati su tre per una squadra come il Benevento non condizionano la partita. Ho visto un Benevento che quando voleva accelerare metteva in difficoltà la Triestina e vedo il Benevento favorito, ha una rosa di qualità abituata a giocare certe partite. Il percorso vissuto con qualche difficoltà li ha anche aiutati a compattarsi”. 

Cosa ti ha incuriosito delle tre promosse in B?
“Racconto un aneddoto. Nel 2021 alleno la VIS Pesaro e alla Lucchese c’era Pagliuca, noi abbiamo fatto sei punti contro la Lucchese ma ricordo la sfida contro il Gubbio nei playoff dove esce la Lucchese ma ricordo una partita stradominata, chiamo Pagliuca e gli dico tu sei veramente forte. Gli ho fatto i complimenti perché si vedeva il percorso fatto, avevano vinto con la Reggiana e fatto benissimo col Modena. Pagliuca si è meritato questo miracolo, perché di questo si tratta viste le difficoltà della Juve Stabia dell’anno precedente. Torno sul binomio direttore-allenatore che ha fatto la differenza, Pagliuca ha dimostrato di essere veramente forte. Fuori dall’ambiente toscano che lo conosceva bene a Castellammare lo conoscevano meno e lo hanno valutato solo per i risultati, lui è un allenatore che sa far interpretare alla squadra il suo pensiero. L’altro è Possanzini, ha fatto qualcosa in Serie C che anche De Zerbi ha provato a fare con il Foggia che tutti ricordiamo. A gennaio gli ho detto non rimanere a Mantova, tu devi andare in Serie A. Studiando il Mantova ho visto una squadra che fa qualcosa di completamente diverso, anche il binomio Bitturi-Possanzini ha fatto la differenza. Il Cesena di Toscano invece l’ho affrontato due anni fa, non ha vinto lo scorso anno ma lo ha fatto quest’anno. Si affida a 2-3 senatori e gioca un calcio molto intenso al quale ha aggiunto la gioventù e la qualità dei giovani lì davanti che hanno dato la giusta freschezza e brillantezza che ha fatto la differenza”.