Dalla A greca al ritorno in Italia. Varone: "A Novara per fare impresa importante"

Mezzala con il vizio del gol, oltre 200 presenze nel calcio professionistico e anche un'esperienza nella Serie A greca, con il Panaitolikos: per chi conosce il calcio, Ivan Varone non necessita certo di presentazioni. Il classico elemento che chiunque vorrebbe in rosa.
Archiviata l'esperienza italiana con la Reggiana, il classe '92 ha appunto scelto la Grecia, dove si è imposto senza fatica fino all'infortunio, una rottura del legamento crociato che lo ha tenuto lontano dai campi per quattro mesi e mezzo: la fame e la voglia di giocare hanno fatto sì che tornasse celermente sul rettangolo verde, per altro perfettamente ristabilito, ma la voglia di riavvicinarsi a casa a fatto la differenza nel mercato estivo. La Serie B era tornata prepotentemente su di lui, il Panaitolikos non lo ha lasciato partire, ma a febbraio la musica è cambiato: "Avevo davvero voglia di rimettermi in gioco in Italia - spiega il calciatore in esclusiva ai microfoni di TuttoMercatoWeb.com -, troppo spesso quando si fanno scelte diverse si viene dimenticati e si finisce ai margini. Per fortuna a febbraio è arrivata la chiamata di un top club come il Novara, mister Marchionni mi ha fortemente voluto e per il rapporto che ci lega non ho esitato ad accettare. Avevo proprio la necessità di tornare a sentirmi protagonista per fare un'impresa importante. Perché qui è possibile farla".

Proprio recentemente, Marchionni ha detto che dovete essere la mina vagante dei playoff. Sei quindi d'accordo?
"Assolutamente si. Qua c'è un progetto serio, possiamo divenire protagonisti negli spareggi: ci attendono cinque finali nelle quali dobbiamo fare più punti possibili, per poi dar fastidio a tutti e giocarcela con chiunque. Abbiamo ritrovato consapevolezza, ora dobbiamo pensare a fare bene senza però precluderci nulla, tutto è ancora molto aperto".

Effettivamente un girone senza padroni il vostro...
"Si, dal mio recente arrivo ho visto un campionato equilibrato, con tante ottime squadre ben organizzate, ma nessuna spicca sull'altra. La Feralpisalò è forse la più continua, il Pordenone ha una rosa da categoria superiore ma noi a esempio lo abbiamo battuto in modo anche piuttosto netto, il Vicenza ha lasciato punti per strada. Certo, anche noi abbiamo forse perso qualcosa nel percorso, so del momento di crisi che c'è stato prima che arrivassi, ma qui ho trovato una squadra forte".

Che impatto hai avuto con questo nuovo ambiente?
"Mi sono subito inserito bene, il gruppo mi ha accolto nel migliore dei modi, e io mi sono messo a disposizione per cercare di dare il mio contributo, portando qua la mia esperienza, la mia voglia di fare bene, la mia testa e la mia cultura del lavoro. Non ho e non abbiamo fatto ancora nulla, ma c'è un bel clima, c'è entusiasmo. Io sto ritrovando la miglior condizione, cresco di giorno in giorno, mi manca solo il gol ma spero di trovarlo presto, anche se non mi focalizzo su questo: l'importante è aiutare il gruppo".

A proposito di esperienza, cosa ti porti da quella greca?
"Per me sono stati due anni formativi, ho imparato due nuove lingue, sono cresciuto molto non solo calcisticamente ma anche culturalmente e sportivamente. Ho anche trovato un bel campionato, e una società seria. Poi, come ho detto, avevo la necessità di tornare a casa, ma sono felice di aver intrapreso quell'avventura".