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Ansaldi: “Speriamo che quest’anno non ci siano tante parole e che si possa dare un segnale velocemente e si facciano punti”TUTTO mercato WEB
Cristian Ansaldi
© foto di Image Sport
sabato 24 luglio 2021, 07:00Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Dall'inviata a Santa Cristina Elena Rossin

Ansaldi: “Speriamo che quest’anno non ci siano tante parole e che si possa dare un segnale velocemente e si facciano punti”

Cristian Ansaldi ieri in conferenza stampa ha parlato di Juric e della nuova stagione. Ecco che cosa ha detto:

Come vede Ola Aina dopo un anno lontano dal Torino?

“Lui è un calciatore che può giocare in tanti ruoli e fisicamente è un animale ed è più o meno come Singo. Penso che possa continuare qui e con Juric può crescere tanto e aiutare tanto la squadra, che è la cosa che importa di più”.

Che cosa l’ha colpita di più di Juric? Oltre a Gasperini quale altro allenatore le ricorda?

“Come ho detto in altre interviste l’allenatore con il quale ho avuto una crescita maggiore è stato Gasperini e poi anche Mazzarri, sono due allenatori che mi hanno aiutato tanto. Juric è un mister molto preparato d è molto intelligente. Penso che sia uno che ha un’ottima visione del calcio e questo aiuterà ognuno di noi e ci permetterà di crescere. Io ho quasi trentacinque anni, ma sono convinto di poter crescere ancora”.

Ha sentito il suo amico Messi dopo la Copa America? Ha mantenuto contatti con la Nazionale?

“Tante volte parlo con qualcuno della Nazionale, ma in questa circostanza non ho parlato con Messi gli ho mandato un messaggio però non mi ha risposto (ride, ndr), sicuramente avrà ancora mille messaggi ai quali rispondere”.

A fine stagione sarà contento per sé e per la squadra se succederà cosa?

“Lo dico sempre ad ogni ritiro e non dipende dal fatto se giocherò oppure no, è essere felice e voglio cercare di essere positivo”.

Quali obiettivi si pone sia per la squadra sia per se stesso?

“Devo lavorare tento per fare bene ed aiutare la squadra, cosa che ho come obiettivo dal primo moneto che sono arrivato. Se la squadra farà bene e se io potrò aiutarla sarò molto contento”.

Ogni anno c’è uno scema nuovo: dal 3-5-2 di Mazzarri al 4-3-1-2 di Giampaolo e adesso il 3-4-2-1 di Juric. Per voi giocatori cambiare sempre è un problema?

“No. Nel mio caso io gioco a calcio da quattro anni nel club e siamo abituati a diversi allenatori. Si impara da ogni allenatore e dobbiamo farlo velocemente, ma poi in campo tocca a noi giocatori. Vorremmo continuare con lo stesso perché questo vuole dire che facciamo bene. Quando si cambiano tanti allenatori significa che siamo noi giocatori a sbagliare”.

Juric è l’allenatore giusto nel momento giusto? I precisi input, pochi e chiari, che vi dà e il tempo che avete per prepararvi può essere d’aiuto?

“Per la mia esperienza posso dire che tante volte si pensa che quando c’è un mister forte la squadra dopo darà segnali velocemente. L’anno scorso con Giampaolo, che a mio parere è uno molto preparato e forte, non abbiamo vinto tante partite, ma molte delle quali le avremmo dovute vincere e in seguito è successo tutto quello che sappiamo. Voglio dire che non sempre quando c’è un buon allenatore si raggiunge l’obiettivo principale. Speriamo che quest’anno non ci siano tante parole e che si possa dare un segnale velocemente e si facciano punti in modo da essere più tranquilli nella seconda metà del campionato ed avere la testa più libera”.

Oltre ad essere un buon giocatore con il tempo ha acquisito anche carisma. Che bilancio fa della sua carriera? Ha qualche rammarico per la Nazionale visto il suo rendimento nei club? Il Mondiale in Qatar è un sogno?

“Penso che tutto passa dalla fame che ognuno ha. Io ho nel cuore la fame di continuare a crescere e a migliorare, ma non solo nel calcio anche nella vita. A 40-45 anni si può continuare a studiare, a crescere e a trovare nuovi obiettivi. Questa è la cosa principale per ogni persona. Ed è quello che succede qui da noi: se uno ha tanta fame, soprattutto con un mister come Juric, si può continuare a crescere e a far crescere la squadra e il club. Questo deve essere il principio che alberga in ognuno di noi”.