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TUTTO mercato WEBE' mancato il salto di qualità: rimangono i rimpianti, ma anche una buona base di giovani
Per un altro anno, la sensazione in casa Torino è che si potesse fare di più. O meglio, ha ragione Ivan Juric quando ripensa a come si è partiti e a come si è arrivati, dal clamoroso litigio con il dt Vagnati nel ritiro austriaco perché si era ritrovato praticamente senza squadra alla possibilità di giocarsi l’ottavo posto. In mezzo ci sono state cose positive, seppur con qualche alto e basso inevitabile per la seconda squadra più giovane di tutto il campionato. Juric è riuscito a far esplodere Schuurs, a confermare i granata tra le migliori difese del torneo, a trasformare Sanabria in un bomber da doppia cifra e a rendere competitiva un undici rivoluzionato rispetto al suo primo anno sotto la Mole. Alla fine, poi, il saldo dei punti è positivo, con un +3, anche se la posizione è rimasta la stessa, il decimo posto.
Poi, però, c’è anche l’aspetto negativo della medaglia: il Toro continua a non essere ancora pronto per il salto di qualità. E, a conti fatti, ha fallito quasi tutti gli esami di maturità che gli si sono presentati durante questa lunga stagione. I granata hanno perso ancora due derby nonostante la Juventus più in difficoltà dell’ultimo decennio, sono usciti dalla coppa Italia contro la Fiorentina dopo l’impresa di San Siro contro il Milan vincendo in dieci contro undici, non sono riusciti a conquistare l’ottavo posto in classifica pur affrontando un’Inter che si era presentata a Torino semplicemente per allenarsi in vista della Champions. E’ stata quindi la solita stagione a due facce, anche se questa volta la sensazione è che non venga smantellato tutto e che si possa ripartire da una base interessante: d’altra parte, se Juric non avesse avuto le giuste garanzie ci avrebbe impiegato ben poco a ‘ribaltare’ la scrivania del presidente Cairo durante l’incontro di ieri. Il progetto va avanti, ora il tecnico e la squadra dovranno tentare l’assalto alle prime otto.
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