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ESCLUSIVA TG – Patrignani: “Anche noi tifosi del Toro abbiamo diritto ad avere un futuro migliore. Basta questo limbo! Cairo vendi!”
Oggi alle 12:30Primo Piano
di Elena Rossin
per Torinogranata.it
fonte Elena Rossin

ESCLUSIVA TG – Patrignani: “Anche noi tifosi del Toro abbiamo diritto ad avere un futuro migliore. Basta questo limbo! Cairo vendi!”

Mario Patrignani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Patrignani è un medico e grande tifoso granata molto noto, nonché presidente del Toro Club Pesaro. Con lui, che è fra i promotori, abbiamo parlato della Marcia dei tifosi del 4 maggio (ritrovo davanti al bar Norman a Torino e partenza alle ore 10 con arrivo in piazza Modena ai piedi della collina sulla cui sommità sorge la Basilica di Superga) indetta per chiedere al presidente Cairo di vendere il Torino e andarsene.

La Marcia che i tifosi del Toro faranno domenica è simbolica, ma anche concreta allo stesso tempo?
“Certo, la Marcia di domenica richiama un po’ quella del 2003. E’ una Marcia d’orgoglio, di passione  e d’amore, parlo a titolo personale. Come si sta facendo da tempo ci sarà anche una contestazione civile perché rivogliamo il nostro futuro. Sono vent’anni  che noi tifosi siano tenuti in ostaggio e riteniamo che l’attuale presidenza non manifesti un minimo d’interesse per il miglioramento sportivo continuando a tenere la squadra a pelo d’acqua: non c’è amore e non c’è passione, almeno non lo si sente, e non c’è la voglia di fare e di avere un futuro. Così non possiamo andare avanti per cui diciamo: basta! E speriamo che Cairo metta in vendita il Toro così vediamo se è vero che nessuno è interessato a comprarlo. Io sono convinto che tanti vorrebbero comprare il Toro, ma naturalmente se non viene richiesta la luna per cederlo tanto più che l’ha comprato quasi a zero e l’impegno morale dovrebbe dire che la richiesta deve essere equa. E appunto se la richiesta è equa qualcuno comprerà il Toro per riportarlo in alto e poi è logico che chi lo prende avrà anche i suoi interessi sul business dello stadio. E’ giusto che ci sia un vantaggio per portare in alto la squadra, ma senza penalizzare noi poveri tifosi che ci sentiamo come Calimero. Cosa abbiamo fatto di male noi tifosi? Siamo figli di un dio minore? Possibile mai? Vedere società che sono più o meno al nostro livello, senza arrivare a quelle di vertice che spendono cifre impossibili, Bologna, Fiorentina, Lazio e Atalanta che per capacità e voglia di fare sono enormemente superiori a noi fa male e rabbia. Noi invece siamo gli ultimi della classe e quindi vogliamo almeno poter sperare in un futuro migliore per cui chiediamo che Cairo metta in vendita il Toro e se arriva qualcuno che ci vuole riportare in alto avremo davvero una nuova resurrezione. Lo speriamo da anni per cui basta, basta, basta!”

Alla Marcia parteciperanno anche tanti che arriveranno da altre parti d’Italia quindi anche voi del Toro club Pesaro?
“Ma certamente, alle 3 e 30 del mattino ci raduniamo al casello di Pesaro e alle 4 partiamo e raccoglieremo altri tifosi lungo i caselli dell’autostrada. A Rimini, Faenza, Modena Nord, Reggio Emilia. E questo è già un bel segnale. Parte già un bel nucleo da Pesaro e poi con noi verranno gli altri che vogliono vivere questa giornata tutti insieme. Formiamo un nucleo fantastico. Soprattutto chi vive lontano da Torino si sente isolato, perché anche da noi a Pesaro sono tutti gobbi. Quando porto mio nipotino al Grande Torino anche in Curva Maratona e vede migliaia di tifosi che cono come lui, che amano come lui il Toro crea empatia, entusiasmo e lo fa davvero sentire parte di un popolo. E questo popolo deve essere rispettato e non essere trattato in questo modo. E’ come se ci dessero delle scudisciate e noi non ci meritiamo questo trattamento”.

La scelta del 4 maggio, giorno delle commemorazioni per la Tragedia di Superga, per fare la Marcia ha un significato ulteriore?
“Per la verità la Marcia doveva essere il fatta il 24 ottobre, se non ricordo male, ma non ci diedero i permessi perché erano già programmate altre manifestazioni e così chiedemmo un altro giorno. Cosa che abbiamo fatto con mesi d’anticipo per permettere a tutti di organizzarsi. Il 4 maggio rappresenta amore, passione. Siamo legati a Superga, ma le motivazioni sono anche altre e sono tante perché vediamo l’attuale squadretta gestita con pochi soldi, con poteri che la vessano, con gli arbitri che ci danno contro, con qualche potente che aveva deciso che dovevamo sparire. E’ una lotta per la sopravvivenza, una lotta romantica, poetica e essere del Toro è anche questo. Certo avere Superga alla spalle ci fa sentire forti per la potenza che ci ispirano gli Invincibili. E poi ci sono altre motivazioni e c’è la voglia di tornare o almeno avvicinarci ai fasti di una volta. Le premesse ci sono. La tifoseria è fenomenale infatti quando il Toro perde invece di incavolarsi soffre. I tifosi sono sempre attaccati alla squadra. La storia che abbiano noi penso che sia unica al mondo. Per cui basterebbe avere un presidente un po’ innamorato con la voglia d’investire perché appunto le basi ci sono per tornare di nuovo a disputare le coppe europee. Mi ricordo perfettamente i 3000 che hanno invaso Malmö quando in Coppa dei Campioni il 29 settembre 1976 pareggiamo con gol di Patrizio Sala dopo che all’andata avevamo vinto due a uno in casa con reti di Mozzini e Graziani. Mi ricordo di Stoccarda e anche la finale del 1992 di Coppa Uefa. E mi ricordo persino il 4 a 0 che abbiamo rifilato nel 1986 al Nantes nei trentaduesimi di Coppa Uefa quella volta fece gol anche Beruatto eppure quella squadra non era di classe eccelsa, ma i giocatori davano l’anima. Andavamo all’estero con 1000-2000 dei nostri con i bandieroni e le sciarpe invadendo le città degli altri che ci guardavano quasi con simpatia. Io sogno di tornare a fare tutto questo, non perché voglia andare in giro per l’Europa, ma per portarci il granata e sentirci tutti coesi e insieme orgogliosi dei nostri colori e fieri di essere del Toro. Quando parlo di invadere intendo di farlo in modo pacifico e festoso, come si è sempre fatto nel passato. Voglio rivivere quelle sensazioni con 3000 di noi sul traghetto che portava a Malmö: eravamo appassionati, innamorati ci sentivamo tutti fratelli. E’ stata una cosa fantastica e ti denti veramente parte di una famiglia e di un popolo. E’ mai possibile che ci vogliono tenere in quest’ostaggio grezzo e senza cuore? Cosa abbiamo fatto di male? Gli altri godono e noi godremmo anche solo nel vedere la nostra squadra lottare e provare a vincere. Non possiamo rimanere in questo limbo che è più un inferno di un limbo. Abbiamo diritto anche noi tifosi del Toro di avere un futuro migliore”.