
Per Vanoli solo uno spavento. E ora il 4 maggio: tra Grande Torino e contestazione
Al primo tempo sono stati fischi, anche perché il Toro contro il Venezia aveva dato davvero l’impressione di essere quasi in vacanza. Poi nella ripresa si è vista una squadra più convinta, che è riuscita a pareggiare con Vlasic e ad evitare la figuraccia. Tutte le attenzioni, però, sono state per il tecnico Paolo Vanoli, vittima di un malore che ha fatto preoccupare tutti. Alla fine si è risolto in pochi istanti, con l’allenatore che si è subito rimesso in piedi dopo essersi accasciato a terra ed è rimasto in panchina fino al triplice fischio: “Calo di pressione” è stata la diagnosi dopo i controlli cui si è sottoposto. Ma lo spavento è stato grande per tutti: “E' stato seduto tanto, poi si è alzato di scatto e ha perso l’equilibrio: ha fatto tutti i controlli e sta bene” le rassicurazioni del presidente Urbano Cairo nel post-partita che sono seguiti a quelli di Godinho e Maripan. “Era un po' arrabbiato perché la squadra non stava facendo cosa avevamo preparato” ha commentato il vice-allenatore granata; “Il mister è così, vive il calcio con troppa intensità, ma se sta bene siamo tutti contenti” le parole del difensore.
Ora, però, tutta l’attesa del mondo granata è sulla giornata di domani, una sorta di salto tra passato, presente e futuro. Perché come ogni 4 maggio il popolo del Toro si riunirà nel ricordo degli Invincibili, a Superga, a 76 anni di distanza dalla tragedia. Il programma è quello di sempre, con la squadra che salirà al colle per la messa officiata da don Riccardo Robella alle 17 e, in seguito, il momento più atteso, quello della lettura dei nomi dei caduti, che quest’anno toccherà a capitan Zapata. La giornata, però, inizierà ben prima, fin dal mattino, con la marcia di contestazione al presidente Cairo. Sui social è partito il tam tam già da diverse settimane, con il ritrovo fissato alle ore 10 nel cuore della città, al bar Norman, là dove è stato fondato il Toro il 3 dicembre del 1906. Sarà un’altra manifestazione per dimostrare il malcontento verso la gestione dell’editore alessandrino e arriva a distanza di otto mesi dall’episodio di fine agosto, quando si registrarono quasi diecimila presenze.







