
Vanoli o non Vanoli la differenza la fa sempre come si agisce sul mercato: sotto osservazione Cairo e Vagnati
La prima finestra di mercato si apre domani per chiudersi giovedì 15, la seconda poi ci sarà dal 1° luglio al 1° settembre. Il tempo di certo non manca per allestire una squadra finalizzata a raggiungere un obiettivo. Già ma qual è l’obiettivo del Torino per la prossima stagione? In casa granata non è consuetudine fissare gli obiettivi, o almeno non li si dice pubblicamente, salvo poi addossare le colpe all’allenatore di turno com’è successo con Vanoli.
Dal fastidio espresso da Cairo, con tanto di paragone con la squadra del 2013/14 guidata da Ventura, e dalle durissime parole contro Vanoli, individuato dal presidente come l’unico colpevole, per il finale oggettivamente deludente della squadra si può dedurre che l’obiettivo del campionato appena concluso era fare meglio della passata stagione. Quindi non solo lottare per un posto in Europa fino alla fine, ma centrarlo. Assoluto mistero come si sarebbe potuto riuscire stante la difesa, che era stata il punto di forza delle tre stagioni precedenti, smantellata (via Buongiorno e Rodriguez), la vendita di Bellanova dopo la prima giornata di campionato e giocatori per lo più presi a fine mercato per giunta meno forti di chi era andato via e senza dimenticare un allenatore alla sua prima esperienza in Serie A. Poi nel corso dell’anno ci sono state delle variazioni sull’obiettivo finale: la prima legata all’infortunio di Zapata e al conseguente tracollo della squadra che hanno fatto sì che l’obiettivo diventasse una tranquilla salvezza e poi quando la squadra si è rimessa in carreggiata con tanto di salvezza raggiunta di fatto a nove giornate dalla fine l’asticella è stata spostata, anche per i rinforzi arrivati nel mercato invernale Biraghi, Casadei e Elmas; non si può dimenticare che anche loro sono arrivati negli ultimissimi giorni e il traguardo diventò provare a fare una cavalcata finale che magari portasse a un posto nelle competizioni europee pur sapendo che continuavano ad esserci giocatori infortunati che condizionavano le scelte di formazione del mister. Traguardo oltretutto, a prescindere dalgi infortuni, realisticamente difficile da raggiungere visto che il Torino al termine della 29esima giornata era all’11° posto con 38 punti e davanti aveva l’Udinese a 40, il Milan a 47, la Fiorentina a 48 e la Roma a 49. E’ vero che nelle ultime 8 giornate c’erano anche partite con squadre alla portata, ma la maggior parte degli avversari aveva obiettivi importanti da raggiungere, salvezza (Verona, Venezia e Lecce), scudetto (Napoli e Inter) o un posto in Champions (Roma). Solo due gare erano con chi si trovava in una situazione simile a quella del Torino (Como e Udinese). E dopo il pareggio col Verona e la sconfitta col Como il traguardo è diventato quello del 10° posto. Un traguardo che obiettivamente non rappresenta nulla se non piazzarsi all’ultimo posto della prima parte della classifica e incassare qualche migliaio di euro in più dalla distribuzione dei proventi dai diritti televisivi: il 12° circa 3,4 milioni; l’11° 3,7; il 10° 4,5; il 9° 5,2; l’8° 5,9 che porta anche in dote l’iniziare la Coppa Italia dagli ottavi. Morale della favola, il Torino è rimasto all’11° posto con il Como, neopromosso, davanti di cinque lunghezze e l’Udinese appaiata a 44 punti, ma dietro per la differenza negli scontri diretti (pareggio all’andata e vittoria nel girone di ritorno).
Tornando alla prossima stagione, ci sono in quest’estate delle tappe oltre alle due finestre di mercato: il ritiro, a Prato allo Stelvio, che inizia il 14 luglio e terminerà il 26, i trentaduesimi di Coppa Italia intorno a Ferragosto e il campionato che comincerà il 24 agosto, con gli anticipi il giorno prima.
Il modus operandi del Torino in sede di mercato è arcinoto: cedere i migliori giocatori per fare cassa e Cairo ha già detto che 1 oppure due saranno dati via e i candidati sono Ricci e Milinkovic-Savic. Faticare e quasi mai riuscire a dare via i calciatori che non rientrano più nei piani tecnici, anche perché la richiesta è elevata in rapporto al rendimento avuto in campo e all’utilizzo fatto dei soggetti in questione, leggasi su tutti Ilic. Non riscattare i giocatori in prestito tanto più se il prezzo fissato è elevato o comunque considerato tale, quest’anno è il caso di Elmas. Non rinnovare il contratto a chi comunque potrebbe essere ancora utile, l’anno scorso accadde con Rodriguez e quest’anno con Linetty. Imbarcarsi in lunghissime trattative per ottenere sconti quando si prendono i giocatori. Spendere il meno possibile per dare un organico all’allenatore che spesso risulta incompleto e/o con calciatori non del tutto funzionali al sistema di gioco. Ridursi a cercare di tappare i buchi nella rosa negli ultimi giorni di mercato.
Scorrendo l’attuale rosa mezza squadra, o giù di lì, non dovrebbe esserci più nella prossima stagione per motivi vari. Come già detto Ricci e Milinkovic-Savic per fare cassa. Elmas non sa riscattato, 17 milioni sono ritenuti troppi. Altri che non saranno riscattati sono Sosa e Salama. In scadenza di contratto ci sono Linetty e Karamoh. Per Pedersen è scattato l’obbligo di riscatto al raggiungimento dell’aritmetica salvezza, ma il suo rendimento è stato sotto le aspettative. Ilic e Sanabria sono sul mercato, lo erano già nelle scorse sessioni, come anche Tameze. Waluliewicz non ha convinto. Va capito cosa la società vorrà fare dei giovani Dembélé, Ilkhan, Njie e Savva e anche Cacciamani, Dalla Vecchia, Gabellini e Perciun. Il secondo, Paleari, e terzo portiere, Dommarumma, hanno il contratto in scadenza nel 2026 e potrebbero restare, ma anche essere ceduti. Dipenderà pure da chi sarà l’allenatore, da come vorrà giocare e da cosa riuscirà a ottenere dalla società. Comunque Biraghi dovrebbe essere riscattato. A Lazaro dovrebbe essere prolungato il contratto. Dovrebbero restare anche Coco e Masina. Quindi chi allenerà il Torino potrà contare, quasi certamente perché non si sa mai, su Coco, Maripán, Masina, Biraghi, Lazaro, Casadei, Gineitis,Vlasic e Adams più i rientranti dai lunghi infortuni Schuurs e Zapata. Dai prestiti poi torneranno Dellavalle, forse l’unico che resterà, Sazonov, Pellegri, Ciamaglichella, Rauti, Bianay Balcot, Popa, Bayeye e Seck.
In conclusione Vanoli o non Vanoli la differenza la fa sempre come si agisce sul mercato sono quindi sotto osservazione ci sono Cairo e Vagnati.






