Che giochi bene o male il Toro perde, va invertita questa tendenza

Il Toro capitola per la terza volta di fila, scivola in sedicesima posizione, anche se a pari merito con altre squadre che sono davanti per una migliore differenza reti (come potrebbe essere altrimenti, con la peggior difesa per distacco del campionato), e lo fa a fronte di una prestazione per buona parte della gara positiva, ma rovinata dai soliti errori. Come dicevamo, c'è sempre un alibi a queste sconfitte, e quando gli alibi cominciano a essere troppi, in una situazione dove comanda la classifica e non le prestazioni, è bene iniziare a preoccuparsi. Contro il Milan si è perso perché è più forte, contro il Como pure (tralasciando l'umiliazione subita da una squadra che la partita dopo ne ha presi quattro), a maggior ragione, la gara contro il Lecce doveva essere affrontata diversamente, proprio perché quella dopo sarebbe stata contro i rossoneri. E invece è arrivato un ko, staccando ingiustificatamente la spina dopo lo svantaggio, per poi riattaccarla a frittata compiuta.

CI si attacca all'episodio del rigore, ma anche fosse stato segnato, il pareggio sarebbe comunque stato un risultato fallimentare, sebbene avrebbe permesso di muovere la classifica. Baroni parla di prestazione importante, ma va ripetuto che le prestazioni non portano, fini a sé stesse, dei punti. Forse sarebbe il caso di metterle in mostra quando è il momento, perché i ko sono già sei su quattordici, quasi la metà, all'alba di quattro scontri diretti che chiuderanno il girone di andata.