ESCLUSIVA TG – Mezzano: “A gennaio il Toro deve rinforzare la difesa, prendere un quinto di livello e perché no anche un centrocampista”
Luca Mezzano è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Mezzano è stato giocatore, allenatore e commentatore televisivo, attualmente è l’allenatore dell’Under 16 e il vice della prima squadra del Chisola. Da giocatore ha militato fra le altre società nel Torino dal 1995 al 1997 e poi dal 2002 al 2005. Appesi gli scarpini al chiodo ha allenato nel settore giovanile granata dal 2011 al 2016. Con lui abbiamo parlato degli alti e bassi del Torino e della prossima partita col Sassuolo.
Dopo il cambio del direttore sportivo c’è stata la vittoria sulla Cremonese che ha dato un piccolo respiro e messo un po’ di distanza dal terzultimo posto e qualche avversario in mezzo, però i granata restano una squadra che si barcamena fra alti e bassi e domenica in trasferta affronterà il Sassuolo, che ha quattro punti in più ed è al 9° posto insieme all’Udinese. Come vede questa partita?
“Purtroppo non riesco a seguire molto il Torino poiché mi divido far due panchine del Chisola, ma sicuramente a livello di risultati la situazione del Torino non è semplice e fortunatamente sabato era riuscito a vincere con la Cremonese però sta facendo un campionato un po’ al di sotto di quelle che erano le speranze, diciamo così”.
Oltretutto il Torino, insieme alla Fiorentina, ha la peggior difesa del campionato.
“E’ vero, ma se non ricordo male già a inizio stagione questo era un problema che preoccupava molti. Ora a risultati ottenuti è un dato di fatto, ma il sospetto che potesse essere il tallone d’Achille lo si era già avuto mesi fa. Le fondamenta sono importanti in una squadra come del resto tutto, ma quando si subisce così tanto diventa ancora più complicato”.
Tanti gol, ben 16 su 26, li ha subiti in 4 partite e in 6 ha finito con clean sheet. Ha alternato i portieri e spesso cambiato gli uomini in difesa anche a causa di infortuni soprattutto di Ismajli. Adesso sicuramente per due gare mancheranno Coco e Masina, impegnati in Coppa d’Africa, ma potrebbero stare via anche di più. Trovare un assetto stabile e definitivamente stabilire chi è il portiere titolare potrebbe aiutare?
“Certo. Se a un reparto che ha già delle problematiche nei numeri e nelle prestazioni si tolgono anche due giocatori non è cosa buona. Per cui auguriamoci che chi rimane alzi un po’ il livello e che in generale tutta la squadra riesca a dare maggiore continuità di rendimento e trovi un’identità. Chiaro che non dipende solo dalla difesa, ma proprio da tutta la squadra. Avere gli uomini contati dietro non è il massimo anche perché un’ammonizione e/o un cartellino rosso possono valere un espulsione e una squalifica ed entrambe le situazioni possono verificarsi soprattutto fra i difensori. E poi, speriamo di no, ma anche gli acciacchi o gli infortuni possono succedere e quindi dietro si rischia di finire in totale emergenza, in un reparto che già comunque fa fatica e che vede Tameze adattato a fare il braccetto a destra, ruolo che ha già ricoperto in passato, ma a cosa si somma cosa
Per quel che riguarda il portiere, è un ruolo delicato e non so può alternarne due. A un certo punto si deve fare una scelta e quella deve essere per l’equilibrio e la serenità del portiere, che già ha margine d’errore pari a zero. Saper di essere il titolare è fondamentale. In altri ruoli ci si può permettere di avere un po’ più di competizione e un ballottaggio, ma non in quello del portiere. Per cui va fatta una scelta in base a ciò che si crede e poi va difesa, giusta o sbagliata che sia. Fra i pali deve esserci uno che ha la massima serenità e non pensa che al primo errore può essere messo in discussione e la partita successiva vedersi sostituito”.
Spostandoci in avanti, Zapata partita dopo partita sta ritrovando una condizione migliore, Simeone è rientrato dall’infortunio, Adams il suo lo fa e adesso anche Vlasic si è messo a segnare quindi il Torino è messo abbastanza bene, giusto?
“Sì, davanti il Torino è messo bene. Zapata è fuori discussione perché abbiamo visto tutti cosa aveva fatto finché è stato bene e di certo il suo pieno recupero sarà fondamentale. Simeone è un ottimo attaccante. Adams ha dimostrato di avere delle buone qualità. E Valsic sta segnando oltre ad essere un calciatore di grande qualità che è nel pieno della maturità. Quindi il Toro è messo bene e sono sicuro di questo, soprattutto se si riesce a dare un po’ di equilibrio alla squadra e a rifornire con più facilità gli attaccanti così davanti qualche cosa si costruisce e si crea, ma non è facile”.
Ha centrato la questione perché in parecchie partite fra pochi cross dal fondo e la non precisione nel passaggio agli attaccanti gli esterni d’attacco non hanno funzionato come dovevano e se anche adesso Petrachi ha detto che il modulò sarà il 3-5-2 e quindi gli esterni d’attacco serviranno un po’ meno, occorrerà trovare comunque soluzioni?
“Già nelel ultime partite il Torino aveva giocato con il 3-5-2 o il 3-4-1-2, accantonando la difesa a quattro e mutando anche un po’ l’assetto davanti. Questo perché gli attaccanti esterni hanno reso meno delle aspettative. Per questo è meglio sfruttare la forza d’urto che ha centralmente il Toro con Zapata, Simeone e Adams, che appunto sono attaccanti più centrali e magari dare un po’ più di sostanza alla difesa anche con il centrocampo a cinque in modo da mascherare un pochino le lacune che ci sono nell’uno contro uno offensivo così forse si riesce ad essere un tantino più efficaci. Già prima dell’arrivo di Petrachi il Torino giocava con il 3-5-2 e adesso si sono resi conto che può essere la soluzione per ottimizzare e fare il meglio possibile con questa rosa”.
A centrocampo Asllani e Casadei non sempre sono riusciti ad esprimersi al meglio, Kristjan è un po’ scolastico e a Cesare forse manca un po’ di esperienza, per cui le due fasi ne risentono persino un po’ troppo?
“E ciò che capita un po’ a tutti i giovani, a parte i fuoriclasse assoluti. Casadei è un ottimo prospetto e in futuro potrà salire ancora di livello e anche Asllani. Ma se i giovani vengono inseriti in un contesto che funziona possono dare entusiasmo e freschezza fisica e magari rendere al meglio, invece quando c’è una squadra che è un po’ più in difficoltà appoggiarsi tecnicamente, moralmente e caratterialmente a un giocatore molto giovane aumenta il tasso di difficoltà. Asllani e Casadei hanno quasi la stessa età (Kristjan è del 9 marzo 2002 e Cesare dekl 10 gennaio 2003, ndr), hanno un anno di differenza e di conseguenza per entrambi vale lo steso discorso: buon giocatore con buone qualità, ma ha bisogno di un contesto dove possa esser il valore aggiunto e non quello che deve fare la differenza. Forse entrambi stanno patendo un pochino questo”.
Adesso quindi si aspetta il mercato che Petrachi ha già definito di riparazione non di rivoluzione? Con un paio di difensori e un centrocampista o ancor meglio due quinti il Torino può aggiustare la rosa?
“Sicuramente il Toro deve intervenire per rinforzare la difesa, numeri alla mano e per quello che ci siamo detti prima, e quindi un difensore è necessario. Credo che giocando con il 3-5-2 o il 3-4-2-1 oppure il 3-4-1-2, i quindi devono essere non dico tutti e quattro di super affidabilità, ma almeno tre e quindi oltre ai due titolari ce ne deve essere un altro di livello per cui è da valutare il prendere un quinto. E un centrocampista perché no, potrebbe servire. Ma poi dipende da cosa si riuscirà a a fare perché a gennaio o si hanno grandissimi capitali, altrimenti è più difficile rinforzare la rosa. Si lavora più sugli scambi: si dà via un giocatore che non ha fatto bene e se ne prende uno che non ha fatto bene altrove. Magari funziona tutto, però per fare il salto di qualità vero bisogna essere un po’ fortunati a gennaio. Giustamente bisogna riparare e per farlo c’è da concentrarsi come primo obiettivo sulla difesa”.
Scontato dire che contro il Sassuolo il Torino debba fare un risultato positivo altrimenti si rischia che la vittoria sulla Cremonese rimanga un episodio che fa eccezione?
“Il Torino per togliersi in maniera importante da zone della classifica che possono mettere in agitazione e far giocare ancora meno tranquilli deve dare avere continuità di risultati positivi. Il Sassuolo ha fatto a vedere, anche solo nell’ultima partita a San Siro contro il Milan, che sta facendo un ottimo campionato e che Fabio Grosso sta facendo un grande lavoro. Non sarà quindi per il Torino un cliente facilissimo. Però se il Toro vuole stabilirsi a metà classifica e fare un campionato tranquillo non può far altro che conquistare punti altrimenti rischia di essere risucchiato con tutte le problematiche del caso perché quando manca la serenità giocare con la palla che scotta in un ambiente caldo diventa ancora un pochino più difficile”.
I tifosi qualche volta in stagione hanno fischiato la squadra, ma sempre a seguito di prestazioni non all’altezza, per il resto l’hanno sempre sostenuta come d’abitudine.
“E’ chiaro che il problema del Toro non è il pubblico, tutt’altro anche perché i tifosi continuano a dare il proprio sostegno alla squadra. Se la squadra stecca e fa brutti risultati è naturale che il pubblico non sia contento ed esterni il malessere fischiando e chiedendo di tirare fuori gli attributi. Semmai il problema è con la proprietà ed è questo che crea la frattura che viene accentuata se la squadra non ottiene risultati positivi. Tutto contribuisce a complicare la situazione ed ecco perché il Toro ha bisogno di dare continuità ai risultati, soprattutto con quadre alla portata come possono essere il Sassuolo e il Cagliari”.
E prima della fine del girone d’andata ci saranno ancora le gare con Verona e Udinese che fanno sempre parte delle partite alla portata.
“Nell’ultimo turno il Verona è andato a vincere a Firenze e l’Udinese ha battuto il Napoli: è un campionato strano. Il Toro a Roma è andato vicino a vincere due partite, con la Roma ha vinto e con la Lazio ha pareggiato in maniera rocambolesca e poi ha battuto il Napoli. Il Toro è la classica squadra dalla quale ci si può aspettare di tutto nel bene e nel male, infatti ha fatto quelle due vittorie importanti e steccato gare più semplici, Parma e Lecce. Il Verona, che è messo molto male, ha battuto la Fiorentina e anche se è vero che la Viola a livello di risultati in campionato sta facendo malissimo però resta sempre una squadra che era stata costruita per ben altri obiettivi. Quindi il campionato è tutto aperto, ma proprio per questo così come la zona tranquilla è assolutamente alla portata del Torino, quella pericolosa non è sufficientemente distante ed è per ciò che in questo momento il Toro non ci lascia stare tranquilli”.
Parlando di lei, sta allenando il Chisola è come va la squadra, anzi le squadre visto che si divide fra due panchine?
“Sì, da tre anni alleno l’Under 16 e sono il secondo della prima squadra. E’ molto impegnativo e tosto seguire due gruppi e infatti questo sarà l’ultimo anno che mi dividerò fra due squadre. Comunque siamo a metà stagione e sono in ballo per cui va bene così.
Con la prima squadra stiamo facendo molto bene. Siamo una squadra giovane e abbiamo un budget molto basso per la categoria, però siamo terzi in classifica nel girone A della Serie D e con la possibilità di giocarcela e quindi va bene. Con l’Under 16 siamo primi nel nostro girone e al momento a più otto dalla seconda e di conseguenza vedremo quando ci saranno le fasi finali, ma negli ultimi due anni è andata molto bene perché abbiamo sempre vinto il titolo regionale e quest’anno ci riproveremo anche se è più dura però non demordiamo, ci mancherebbe”.






