Luigi Garzya: “Torino, a Lecce sarà dura”
Il Torino condivide la vetta della classifica con Inter, Juventus e Udinese e dopo tre giornate ha 7 punti, mentre il Lecce è nella zona centrale al 13° posto con Fiorentina e Atalanta e di punti ne ha 3? Sorpreso da granata e salentini?
“No, dal Lecce no. Perché il Lecce, a differenza del Toro, nelle prime due giornate ha giocato con l'Atalanta e con l'Inter, quindi …. Penso che la maggior parte delle squadre che giocano contro queste squadre rischino di perdere. E questo ci sta. Infatti poi nella partita con la diretta concorrente Cagliari il Lecce ha vinto per giunta giocando un tempo in dieci. Per quel che riguarda il Torino fin dall'inizio ho pensato che sarebbe stata una delle sorprese di questo campionato perché oggettivamente è una bella squadra. E’ vero che anche i granata hanno affrontato squadre toste come Milan e Atalanta nelle prime due giornate, però è chiaro che il Torino oggettivamente, dal punto di vista della rosa, è più forte del Lecce. Quest’anno ha costruito un squadra prendendo giocatori forti.
Cosa pensa quindi del Torino?
“All'inizio pensavo che con la cessione di Bellanova la squadra si fosse indebolita e, invece, nonostante questo la rosa è rimasta competitiva. Hanno preso giocatori di valore che evidentemente l'allenatore aveva chiesto perché hanno determinate caratteristiche che servono per il suo gioco. Alla fine il Torino sta giocando bene. Il merito quindi al di là dei giocatori e anche dell'allenatore che ha portato un cambiamento”.
E di Vanoli?
“E’ un allenatore molto bravo e ha dato un'impronta al gioco e pare proprio che sia tornato l'entusiasmo. Ho letto che contro il Lecce ci sarà il tutto esaurito allo stadio, cosa che di solito capitava quando giocano i derby o con l'Inter o con il Milan. Questo vuol dire che qualcosa sta girando. A me piace Vanoli perché le sue squadre giocano bene, lui è tignoso, è uno preparato che vuole sempre il massimo. Quando le squadre giocano bene, giocano a memoria, si divertono pure.
Adesso il Torino sembra una squadra che gioca per divertirsi, ma i calciatori sono anche consapevoli del fatto che sono una buona squadra”.
E del Lecce cosa può dire?
“Anche il Lecce ha cambiato e ha preso giocatori forti, alcuni sono ancora da vedere, altri sono delle certezze. Corvino la squadra la fa semplice per cercare di raggiungere una salvezza tranquilla e il Lecce ha tutte le carte in regola per riuscirci. La società non sfora mai il budget e non fa mai il passo più lungo della gamba, però alla fine costruiscono squadre anche di prospettiva. Prendono giovani che poi vengono sempre rivalutati. Le squadre piccole devono fare così. Il Lecce è un club che non ha debiti, al giorno d'oggi non è facile non averne nel calcio”.
Come immagina la sfida di oggi pomeriggio?
“Di scontato non c'è niente, secondo me sarà una partita molto fisica. Le due squadre sono preparate, vengono entrambe, anche se prima della sosta del campionato, da una vittoria e hanno avuto anche il tempo di godersi questi successi. E' una partita che sarà giocata, ma sarà una difficile per entrambe. Il Torino non deve assolutamente pensare che ha vinto con l'Atalanta e quindi con il Lecce sarà facile”.
Siamo solo all’inizio, ma quali obiettivi per questo campionato possono avere il Torino e il Lecce?
“Il Lecce di raggiungere quanto prima la salvezza, perché questo è il loro obiettivo. Il Torino dopo tanti anni è il momento che punti a una posizione di classifica che gli possa permettere di giocare le coppe europee perché è una squadra costruita per cercare di raggiungere quest'obiettivo. C’è un'ossatura forte. Poi ci sono Ricci e Ilic che stanno prendendo consapevolezza, sono nazionali. Adesso il Torino è una squadra che ha tanti nazionali e sta diventando una squadra importante. Ma d'altronde se vuoi raggiungere determinati traguardi non puoi sempre vendere e poi cercare di azzeccare i giocatori, si deve pure comprare e valorizzare”.
Comunque quest’estate il Torino ha ceduto calciatori come Buongiorno e Bellanova, quindi due pedine molto importanti.
“Però hai preso comunque giocatori validi. Si pensa solo alle cessioni da parte della società, ma la gente dimentica che sono i giocatori stessi che vogliono andare via. Infatti se un giocatore viene cercato da un club che lotterà per lo scudetto o che disputa la Champions, che ha un allenatore importante e che gli offre anche un ingaggio tre-quattro volte superiore è normale che poi il calciatore accetta di andare via cogliendo l’opportunità. Quando si arriva a una certa età, 24-25 anni, bisogna alzare l'asticella perché di treni non ne passano così tanti nella vita”.