
Valdifiori, da regista in campo ad assistente in panchina: "Malta il posto perfetto per iniziare"
Nemmeno il tempo di appendere gli scarpini al chiodo che per Mirko Valdifiori è iniziata una nuova vita calcistica, quella di allenatore. Da gennaio è l'assistente di Emilio De Leo, commissario tecnico della nazionale maltese. E ci racconta la sua esperienza in esclusiva per Tuttomercatoweb:
Mirko Valdifiori, hai iniziato una nuova carriera di allenatore. Inizi a Malta, come ti stai trovando?
"Ho iniziato questa nuova avventura dopo anni di calcio giocato. Ero a casa che valutavo il da farsi, se continuare o no quando mi è arrivata la proposta di mister De Leo che avevo già avuto come allenatore ai tempi del Torino con Sinisa Mihajlovic e ho deciso di cogliere questa opportunità perché venire a lavorare per una nazionale che vuole crescere come Malta è molto stimolante. Questi primi mesi di lavoro mi stanno piacendo molto e per iniziare è perfetto, l'occasione giusta per affacciarmi in una nuova realtà".
Hai iniziato molto presto con la panchina, praticamente appena appesi gli scarpini al chiodo. Era una cosa a cui stavi pensando già da prima di ritirarti come calciatore?
"Non era una scelta che avevo in mente ma avevo già conseguito il primo patentino, quello di UEFA B. Del resto la nostra vita di calciatori dura 19-20 anni, poi inizia un'altra vita. Ma dato che stare senza calcio è difficile ho deciso di conseguire il patentino e meno male perché è arrivata questa occasione per iniziare a lavorare e magari senza il patentino non avrei potuto coglierla. Se poi da qui a 10 anni continuerò a fare l'allenatore non lo so: facciamo un passo alla volta, come in ogni passaggio dalla vita. Sono qui per imparare da Emilio e cercare di dare il massimo per portare il mio vissuto a questi ragazzi che vogliono crescere tanto per la loro nazionale e penso che ci sia il mix giusto per poter fare delle cose belle e poter crescere insieme".
Come hai trovato il calcio a Malta?
"Sono rimasto molto impressionato per l'organizzazione e la cura dei dettagli. È una federazione che vuole crescere, che lavora per far sì che questi ragazzi sin dalle giovanili fino alla Nazionale A siano nelle condizioni giuste per aver tutte le nozioni sia fisiche, che tattiche che tecniche per poter poi competere sempre di più. È un movimento che sta crescendo, c'è tanta passione attorno a questa Nazionale e io personalmente sono rimasto impressionato e ho percepito questa cosa. Questi ragazzi darebbero l'anima per la loro Nazionale".
Che obiettivi vi siete posti?
"C'è la voglia di migliorare, di crescere sempre di più e soprattutto di farlo attraverso il gioco. E chi meglio di Emilio che è un allenatore che ha dimostrato in questi anni di saper far giocare molto bene le squadre e valorizzare i giocatori di talento e qualità. Già nelle prime due partite siamo andati in campo per cercare di vincere, per creare una mentalità vincente. E soprattutto far vedere un bel gioco e far divertire la gente. Abbiamo appena iniziato e io mi sento fortunato ad essere qui, per guardare e imparare e soprattutto cercare insieme a Emilio di dare il mio contributo che possa aiutare Malta a raggiungere dei bei risultati".
Mirko Valdifiori, hai iniziato una nuova carriera di allenatore. Inizi a Malta, come ti stai trovando?
"Ho iniziato questa nuova avventura dopo anni di calcio giocato. Ero a casa che valutavo il da farsi, se continuare o no quando mi è arrivata la proposta di mister De Leo che avevo già avuto come allenatore ai tempi del Torino con Sinisa Mihajlovic e ho deciso di cogliere questa opportunità perché venire a lavorare per una nazionale che vuole crescere come Malta è molto stimolante. Questi primi mesi di lavoro mi stanno piacendo molto e per iniziare è perfetto, l'occasione giusta per affacciarmi in una nuova realtà".
Hai iniziato molto presto con la panchina, praticamente appena appesi gli scarpini al chiodo. Era una cosa a cui stavi pensando già da prima di ritirarti come calciatore?
"Non era una scelta che avevo in mente ma avevo già conseguito il primo patentino, quello di UEFA B. Del resto la nostra vita di calciatori dura 19-20 anni, poi inizia un'altra vita. Ma dato che stare senza calcio è difficile ho deciso di conseguire il patentino e meno male perché è arrivata questa occasione per iniziare a lavorare e magari senza il patentino non avrei potuto coglierla. Se poi da qui a 10 anni continuerò a fare l'allenatore non lo so: facciamo un passo alla volta, come in ogni passaggio dalla vita. Sono qui per imparare da Emilio e cercare di dare il massimo per portare il mio vissuto a questi ragazzi che vogliono crescere tanto per la loro nazionale e penso che ci sia il mix giusto per poter fare delle cose belle e poter crescere insieme".
Come hai trovato il calcio a Malta?
"Sono rimasto molto impressionato per l'organizzazione e la cura dei dettagli. È una federazione che vuole crescere, che lavora per far sì che questi ragazzi sin dalle giovanili fino alla Nazionale A siano nelle condizioni giuste per aver tutte le nozioni sia fisiche, che tattiche che tecniche per poter poi competere sempre di più. È un movimento che sta crescendo, c'è tanta passione attorno a questa Nazionale e io personalmente sono rimasto impressionato e ho percepito questa cosa. Questi ragazzi darebbero l'anima per la loro Nazionale".
Che obiettivi vi siete posti?
"C'è la voglia di migliorare, di crescere sempre di più e soprattutto di farlo attraverso il gioco. E chi meglio di Emilio che è un allenatore che ha dimostrato in questi anni di saper far giocare molto bene le squadre e valorizzare i giocatori di talento e qualità. Già nelle prime due partite siamo andati in campo per cercare di vincere, per creare una mentalità vincente. E soprattutto far vedere un bel gioco e far divertire la gente. Abbiamo appena iniziato e io mi sento fortunato ad essere qui, per guardare e imparare e soprattutto cercare insieme a Emilio di dare il mio contributo che possa aiutare Malta a raggiungere dei bei risultati".
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