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Poggi: "Talvolta bisogna fare un passo indietro, questa è un'ottima società, ma ho avuto un certo tipo di sensazioni e ho scelto di farmi da parte"TUTTO mercato WEB
© foto di Luca Marchesini/TuttoLegaPro.com
giovedì 16 giugno 2022, 12:00Primo Piano
di Davide Marchiol
per Tuttoveneziasport.it
fonte Giuseppe Malaguti, trascrizione a cura di Davide Marchiol

Poggi: "Talvolta bisogna fare un passo indietro, questa è un'ottima società, ma ho avuto un certo tipo di sensazioni e ho scelto di farmi da parte"

L'ormai ex direttore dell'area tecnica Paolo Poggi ha deciso di tenere una conferenza stampa in questi ultimi giorni in cui è sotto contratto con il Venezia per spiegare la sua decisione di dimettersi dal suo ruolo: "Ci sono vari motivi per cui ho scelto le dimissioni, non è per l'esonero di Collauto, anche se sicuramente è uno dei motivi più importanti. Al di là del fatto che credo che Mattia abbia fatto sempre un buon lavoro tra i suoi sette anni da responsabile del settore giovanile e i due da direttore sportivo. Con Collauto avevamo iniziato un lavoro insieme, è una persona a cui sono molto legato, a quel punto ho fatto una scelta, ho scelto l'amicizia, la fratellanza e non il lavoro. Io sono così, seguo i miei principi. Un altro motivo è che non sentivo più il rispetto per i valori della società che io conoscevo. Ognuno fa delle cose perché ha dei lavori. I miei e quelli del club non correvano più sulla stessa linea, quindi non era più giusto continuare un percorso che andava per scontrarsi. Sono anche un padre, ho la responsabilità di insegnare ai figli cosa è giusto o sbagliato secondo il mio punto di vista, devo insegnare ciò che penso io. Penso che un insegnamento possa essere quello di essere coerenti con le proprie idee e non scendere a compromessi. Io e voi giornalisti non solo siamo tifosi, ma siamo innamorati di questa società e io continuerò a esserlo, non è che siccome me ne vado inizierò a tifare contro. Chiedo di prendere queste parole come il mio punto di vista, non in contrapposizione con le scelte fatte alla fine dalla società. Quando parlo di valori parlo di rispetto, sincerità, che sono le cose fondanti credo quando si parla di valori, e queste due cose sono venute meno, non sempre, ma per me ne basta una. Qualche volta si può perdonare, dopo basta, non si tratta di mettere in discussione il mio operato, ma la mia persona, questo punto non lo posso accettare. Mi interessava sinceramente che questa cosa fosse percepita al di fuori del club perché io ho delle responsabilità credo più verso il tifoso piuttosto che verso altri. Fortunatamente la risposta che ho avuto fin dal giorno in cui è stato comunicato da Niederauer il fatto che ho dato le dimissioni è stata positiva, questo mi ha fatto stare un po' tranquillo. Mi sono preso le responsabilità che dovevo in un comunicato fatto insieme a Mattia in difesa di Menta. Abbiamo usato la parola responsabilità e ne sono contento, perché è giusto metterci la faccia e assumersi le proprie responsabilità, perché mi piace prendermi gli onori del caso, ma anche metterci la faccia quando sbaglio. Quando ho sbagliato l'ho detto apertamente. Lo ribadisco, questo è il mio punto di vista, non è legge ciò che dico io, il mio messaggio vale quanto quello degli altri, però questo è il mio e avevo voglia di dirlo".

Ci puoi raccontare degli episodi in cui hai percepito questa mancanza di rispetto?

"Sono state sensazioni, per quello dico che è il mio pensiero, perché può tranquillamente essere smentito, ma per me il rispetto è anche 10 minuti di ritardo a un appuntamento. Adesso? Ho una scuola calcio fondata dodici anni fa insieme a un gruppo di persone nella quale ho partecipato attivamente per tre anni e che poi ho dovuto tralasciare un po', perché la scuola calcio ti entra nel sangue e io dovevo invece lavorare. Le altre persone hanno avuto la costanza di tenerla sempre viva. Quasi sicuramente tornerò là a continuare il lavoro lasciato cercando di ampliarlo, portandolo all'eccellenza a livello di servizi".

Una decisione nata anche da divergenze sul mercato?

"In una società ci sono sempre idee divergenti, però se quelle cose sono state fatte significa che la responsabilità è anche mia. Non mi interessa dire nel corso dell'anno chi ha fatto cosa, in questo momento ho uno spirito molto rilassato e non è mio interesse mettermi in contrapposizione con chi sta facendo il bene del Venezia, basta guardare i lavori che stanno portando avanti. Però ho avuto un certo tipo di sensazione e penso l'abbiate avuta tutti, quando si percepisce di non essere più adatti per un posto è giusto lasciare spazio ad altri. Non è facile questo lavoro, non lo dico perché lavoro qua da veneziano, quello è un valore aggiunto, non ho mai sentito pressione perché sono veneziano nel Venezia, anzi. Però quando manca qualcosa, quando ci si rende conto che non si può fare più il proprio lavoro dando il 100% e mettendoci passione allora è il momento di farsi di parte. Questa non è una società come le altre, ci sono le categorie, le società, i top club, i club medi, i club bassi e c'è il Venezia, il Venezia FC, che rappresenta una città che non può essere uguale alle altre. Se non ti fai completamente coinvolgere da questa città non puoi capirla. Ci sono 1601 anni di storia, è una città da sempre internazionale, sono state fatte qua tante cose di cui il mondo beneficia ancora. Se tu queste cose non le hai dentro quando lavori per una società come il Venezia non puoi capire, o quando sei qua dai il 110% o finisci con il tradirla e Venezia non puoi tradirla, è troppo sopra a tutti noi".

Il vostro addio ha fatto perdere certezze ai tifosi che iniziano a essere inquieti...

"Non so se chi sarà qua sarà migliore di noi, magari sarà così magari no, non lo possiamo sapere in anticipo. Noi eravamo una garanzia, davamo alla gente una comfort zone ma questo non vuol dire che eravamo i migliori nei nostri ruoli, anzi sicuramente non è così. Trasmettevamo tanta passione quello sì, però non è l'unica cosa che si può trasmettere, magari le cose andranno ancora meglio. Questa è sicuramente un'ottima società Quanto mi dispiace lasciare la società da 1 a 10? 100, non pensiate che sia stata una decisione presa a cuor leggero, mi dispiace da morire non poter beneficiare di questo posto. Ma anche per il bene della società talvolta bisogna fare un passo indietro".