
Venezia, colpo Compagnon: il tuttofare chiamato alla consacrazione
Nella prima amichevole stagionale con il Real Vicenza, Mattia Compagnon, terzo acquisto in ordine di ufficializzazione del Venezia, è sceso in campo con i "titolari", poi naturalmente usciti in toto al termine della prima frazione di gioco. Un buon auspicio, a cui si aggiunge quello del gol realizzato al 41' minuto, quinta segnatura del complessivo 8-0, per un giocatore che, ancor più dello stesso Andrea Adorante, rappresenta ad oggi il colpo d'entrata del club arancioneroverde con maggiore effettiva esperienza in serie cadetta tra tutti gli arrivi.
In occasione della sgambata di Falcade, il calciatore ha disputato la sua partita in quella che potrebbe essere la sua zona di competenza principale in questa stagione, ovvero da quinto di centrocampo a destra, sfruttando, anche nell'attuale folta concorrenza interna, le sue doti poliedriche. Infatti, nella sua carriera, il classe 2001 si è distinto sì per la sua velocità e il suo dribbling secco sulla fascia destra del campo, in particolare in posizione di ala a piede invertito. In realtà, nel suo percorso Compagnon ha giocato porzioni importanti delle sue partite anche nella fascia opposta, come centrocampista centrale e, più come variante a sorpresa, sulla trequarti, come seconda punta e persino come attacante centrale.
Insomma, dalla cintola in sù, il calciatore italiano cresciuto nelle giovanili dell'Udinese, ha praticamente iniziato almeno una manciata di partite in qualsiasi zona del campo. Tale duttilità estrema ha convinto la Juventus a puntare fortemente su di lui tanto da, nel gennaio 2021, convincere il Potenza a rinunciare al suo prestito in Serie C dopo appena sei mesi e permettere al club friulano di rigirarlo immediatamente alla società torinese, folgorata dal suo talento. Altre 12 apparizioni, più 2 gol, sommati a quelli della prima esperienza tra i professionisti in Basilicata, sono stai sufficienti a convincere La Vecchia Signora a investire poco meno di 4 milioni di euro per il suo cartellino.
Compagnon promessa Juve: il "tirocinio" in Serie B
Nella stagione successiva, Compagnon ha confermato quanto di buono dimostrato già nella prima annata in bianconero, aggiungendo 33 presenze, 6 gol e 4 assist al suo curriculum. Da quel momento, il rendimento del giocatore ha convinto la Juventus a privarsi di lui per permettergli di accumulare maggiore esperienza salendo di categoria, passando innanzitutto in prestito secco al FeralpiSalò neopromosso. In serie cadetta, il jolly di centrocampo non ha in alcun modo sortito alcun tipo di scotto, tanto che anche in Serie B il calciatore ha ribadito il suo record di 5 gol anche in un campionato di livello superiore.
Se le sue prestazioni e le sue reti non sono valse la salvezza della matricola lombarda, le performance di Compagnon sono valse la conferma in serie cadetta, questa volta al Catanzaro, realtà ambiziosa di Serie B, già outsider della categoria da neopromossa nella stagione precedente, ancora attraverso la formula del prestito, ma con diritto di riscatto per il club calabrese e l'obbligo di riscatto condizionato, ma comunque con la possibilità per la Juve di esercitare la contropzione a proprio favore. Con la compagine giallorossa, il livello di prestazioni del calciatore rimane di buon livello, seppur con appena 2 gol realizzati, contribuendo alla squadra di ribadire la grande annata passata con una semifinale play off Promozione. Al termine della stagione, ecco un nuovo salto di qualità, quello odierno permesso dall'arrivo al Venezia retrocesso dalla Serie A, ancora una volta in prestito, questa volta con obbligo condizionato e riscatto fissato a un milione di euro.
La stagione del bivio: il Venezia come salto di qualità
Nel corso dei suoi primi anni di carriera, Compagnon ha sicuramente effettuato una crescita di rendimento, adattandosi sempre meglio alla serie cadetta, modificando alcune sue iniziali caratteristiche per specializzarsi maggiormente nel ruolo di ala a piede invertito, bravo nell'accentrarsi ma anche nei cross radenti e a mezz'altezza. Accortezze che, in qualche modo, eludono alcuni suoi limiti: infatti, nonostante il calciatore sia uno dei giocatori più prolifici della storia della Juventus U23, questi non avrebbe dimostrato nel corso del tempo una grande capacità finalizzativa sotto porta. Difficoltà che in parte possono trovare spiegazione nelle sue doti fisiche non particolarmente strutturate per un ragazzo di 171 cm e tutto ciò che ne può comportare, come ad esempio una poca capacità di difendere il pallone spalle alla porta, ma in minor musira una poca predisposizione alla fase difensiva nel suo complesso.
Tali limiti avrebbero ridotto gradualmente le prospettive della Juventus nei suoi confronti, regalando all Venezia un occasione interessante. Attualmente, la squadra allenata da mister Stroppa presenta proprio nelle corsie laterali, paradossalmente l'arma che ha contraddistinto le squadre dirette dal tecnico lombardo sulla bontà e varietà di gioco nei quinti, i maggiori interrogativi. Se la rosa arancioneroverde appare ad oggi più che adeguata per affrontare la categoria con alte prospettive, le maggiori incertezze sono forse proprio rappresentato dai giocatori disponibili sulle fasce. Per vari motivi, i vari aspiranti al ruolo, come ad esempio Candela e Sagrado, anche condiserando giocatori di fascia opposta come Haps, o varianti come Bjarkason, tutti per motivi diversi, non rappresenterebbero ad oggi delle certezze sul progetto più che per il valore puramente tecnico.
Infine, l'uscita di Francesco Zampano, dopo quelle di Ellertsson e Zerbin, ad oggi metterebbero Compagnon nelle condizioni ideali di candidarsi come titolare quasi indiscusso della corsia destra, quella preferita in carriera. Al Venezia, dopo due anni di "apprendistato" in categoria, il calciatore friulano è chiamato a un ulteriore salto di qualità in una squadra dalle chiare ambizioni di promozione e puntando al riscatto. Con Stroppa alla guida tecnica, da un punto di vista personale, Compagnon sarebbe messo nelle circostanze di esaltarsi ulteriormente, puntando ad avvicinare quelle prospettive che la Juventus aveva intravisto nel momento in cui aveva deciso di investire su di lui quattro anni addietro. Magari, ponendosi come obiettivo quello di far rammaricare la sua vecchia società, ancora detentrice del cartellino, di poterlo perdere per una cifra che, di contrantaltare, permetterebbe al Venezia di mettere a segno un vero e proprio affare, esercitando eventualmente senza particolari indecisioni l'opzione di riscatto.







