
Venezia, il focus di fine mercato: porta e centrocampo ancora più solidi
La cessione in prestito alla Triestina di Filippo Neri ha di poco anticipato la conclusione ufficiale della sessione estiva di trasferimenti 2025 del primo Settembre. Una deadline che, ad esclusione della parentesi sempre potenzialmente attiva fornita dai calciatori attualmente svincolati, definisce le rose delle squadre iscritte ai campionati italiani, come la serie cadetta per un Venezia abbondantemente rinnovato. Il club arancioneroverde è risultato estremamente attivo sin dai primi giorni della campagna trasferimenti tanto che, il direttore sportivo Filippo Antonelli è riuscito ad aggiungere a una rosa perlopiù immacolata rispetto a quella che ha concluso la precedente stagione ancora prima dell'inizio del ritiro estivo (salvo per l'uscita naturale dei giocatori in prestito) ben cinque innesti.
A tale periodo ne è susseguito uno molto più lungo, di sostanziale stasi, che si è protratto anche dopo il periodo a Falcade del gruppo diretto dal nuovo tecnico Giovanni Stroppa, fino alle prime amichevoli in Belgio a seguito della presentazione ufficiale della squadra per la stagione corrente. In questo intervallo, Candé e soprattutto Idzes sono stati gli unici grandi colpi in uscita tra i cosiddetti "pezzi pregiati" della rosa. Da allora però, nell'ultimo troncone di calciomercato il Venezia ha sì ricominciato a muoversi in entrata fino a raddoppiare gli ingressi in entrata, ma ha visto partire altre due pedine di grande rilevanza negli ultimissimi giorni precedenti al gong di chiusura della sessione estiva di trasferimenti. Prima Oristanio e poi Nicolussi Caviglia, hanno lasciato la squadra per riapprodare in Serie A, rispettivamente al Parma e alla Fiorentina, mentre, dal canto suo, il club arancioneroverde si è cautelato con Emil Bohinen, acquisto che ha concluso i colpi in entrata per la rosa ora sotto la lente di ingrandimento.
PORTA
L'ultima di Neri ha riportato da quattro a tre gli elementi che completano il reparto degli estremi difensori in forza al Venezia. Un settore che, nonostante la dipartita di un protagonista della Serie A come Ionut Radu, il quale al termine del prestito dall'Inter è stato ingaggiato dagli spagnoli del Celta Vigo, e quella di uno dei principali artefici della promozione dalla Serie B come Jesse Joronen, accasatosi al Palermo successivamente alla scadenza del contratto, ha ritrovato un Filip Stankovic tirato a lucido. Il portiere serbo, figlio d'arte dello storico centrocampista nerazzurro Dejan, ristabilitosi da un lungo infortunio patito a febbraio, è stato riscattato proprio dal club che ha reso grande suo padre. Sin dalle primissime apparizioni contro Bari e Juve Stabia, l'estremo difensore ha fatto ben intendere la portata e la bontà della decisione della società di puntare su di lui: una scelta di investimento mai realmente in dubbio per il direttore Antonelli da come si può evincere sin dalle prime dichiarazioni sull'argomento antecedenti alla conclusione della precedente stagione sportiva.
Con una convinzione non dissimile, il dirigente del club arancioneroverde ha persistito per la conferma in rosa di Alessandro Plizzari, eroe della stagione e della corsa play off del Pescara. I suoi interventi prodigiosi sono valsi la promozione e il ritorno in serie cadetta della squadra abruzzese, nel quale era stato girato in prestito secco. Il direttore sportivo ha respinto in estate qualsiasi avance per il suo cartellino, regalando così al tecnico Stroppa un reparto di livello assoluto per la categoria, in quanto composto da due calciatori che potrebbero ricoprire la titolarità in probabilmente qualsiasi altra squadra avversaria. Tale certezza si può definire quasi un lusso, ma di quelli che però il Venezia può e vuole mantenere per incrementare le proprie pretese di un campionato da protagonista. Infine, ad esso si aggiunge, a completezza del reparto, l'esperienza di Matteo Grandi.
DIFESA
Per la retroguardia, il direttore sportivo Antonelli ha scelto di giocare di grande anticipo su quelle sarebbero potute essere le prevedibili, poi concretizzatesi, offerte per i pezzi pregiati della difesa. Infatti, molte settimane prima gli addii di Idzes e Candé, ceduti rispettivamente per 8 e 3 milioni di euro (più un bonus a testa di 500 mila euro), il Venezia si è cautelato con Franjic e Korac, primi due calciatori in ordine di tempo ad essere ufficializzati in entrata nella campagna acquisti.
Al primo, in prestito con obbligo di riscatto vincolato a determinate condizioni dal Wolsfburg e dai numerosi trascorsi nelle competizioni europee tra le fila della Dinamo Zagabria, e al secondo, acquistato dal Vojvodina per 1,4 milioni di euro con già un esperienze in sette diversi club ad appena 23 anni, si sono aggiunti successivamente gli innesti di Venturi, Sidibé, così come quello di Hainaut, adattabile all'occorrenza come braccetto di destra di una difesa a tre. Mentre il centrale italiano, prima risposta di Antonelli alla doppia cessione di Idzes e Candé al Sassuolo, è arrivato per 300 mila euro dal retrocesso Cosenza dopo che questi era stato cercato anche da altre diverse squadre di serie cadetta, Sidibé, congelato per diverso tempo dal Koper, ha chiuso numericamente il reparto di difesa venendo chiuso negli ultimi giorni di calciomercato in cambio di un milione di euro. Alcuni giorni prima era anche arrivato appunto anche Hainaut, trasferitosi dal Parma per 550 mila euro, ma acquistato prevalentemente per essere utilizzato come esterno destro di centrocampo, come avvenuto nelle prime due uscite di campionato contro Bari e Juve Stabia.
Ad oggi, con la partenza di Marcandalli, rientrato dal prestito al Genoa, il reparto si completa con le conferme di Svoboda, Schingtienne, un Haps eventualmente adattato a braccetto sinistro, e Sverko, sul quale pende l'interrogativo del suo ruolo in rosa legato alla scadenza nel luglio 2026 del suo contratto. Ad oggi, la retroguardia del Venezia appare probabilmente il settore di campo maggiormente da testare e verificare nonostante le incoraggianti prove nelle prime uscite di stagione. La perdita di Idzes e Candé toglie inevitabilmente qualità e automatismi e ci si aspetterebbe una crescita anche da altri elementi, così ad esempio da Schingtienne, investimento importante della precedente annata. Molto importante sarà il ritorno in pianta stabile di Michael Svoboda sempre più vicino al rientro tra i ranghi della squadra dopo il brutto infortunio al ginocchio accusato nella prima parte della scorsa stagione, mentre Venturi e Sidibé partirebbero, almeno ai nastri di partenza, come riserve dei titolari. Comunque, se a livello di qualità un leggero è persino giustificabile se non addirittura inevitabile, a livello quantitativo il Venezia può contare su un roster sicuramente completo.
CENTROCAMPO
La perdita al fotofinish del calciomercato di un elemento come Hans Nicolussi Caviglia (prestito a1 milione con obbligo di riscatto a 7 milioni condizionato dall'impiego nel 50% delle partite ufficiali della Fiorentina e un 10% di introiti su un eventuale futura rivendita) potrebbe non bastare a intaccare quello che, insieme a quello dei portieri, apparirebbe il reparto fiore all'occhiello della rosa arancioneroverde. Non solo per l'innesto di Bohinen, il quale mitigherebbe ottimamente l'addio del regista italiano, quanto per la linea di centrocampo composta da quelli che potremmo definire "gli altri" pezzi grossi della rosa.
Gianluca Busio, insignito in questo avvio di stagione della fascia da capitano, Alfred Duncan, centrocampista dall'esperienza sconfinata in Serie A e quasi mai avuto a disposizione nella passata stagione, e soprattutto l'astro nascente di Issa Doumbia, avrebbero impressionato nelle primissime uscite stagionali. Il trio sopracitato, in serie cadetta, garantirebbe almeno sulla carta un mix esplosivo di dinamicità, forza fisica abbinata anche a un tasso qualitativo ben sopra la media per la categoria e a cui si aggiungono la fantasia e i piedi buoni del confermato Kike Perez e l'affidabilità del rientrante dal prestito al Bari, Nunzio Lella. Da verificare è invece la permanenza di Cheik Condé, che potrebbe ancora lasciare il Venezia (alcuni mercati sono ancora aperti) per ritrovare la forma migliore dopo il grave infortunio patito a fine stagione, anche se l'affare con l'Atromitos alla fine non è stato concluso proprio per la sua scarsa condizione.
Un capitolo a parte va invece fatto per il settore di campo che storicamente ha fatto le fortune nella carriera di allenatore di Giovanni Stroppa. Infatti, all'addio di Ellertsson, già ceduto a gennaio al Genoa, e a quello Zerbin, ritornato al Napoli dopo il prestito e il mancato riscatto automatico causa retrocessione, vanno aggiunti quelli di Zampano, passato al Modena dopo la scadenza di contratto, e Candela, passato allo Spezia, oltre che di Franco Carboni, ritornato alla base all'Inter per essere poi girato nuovamente in prestito con obbligo di riscatto all'Empoli.
Il grande via vai sulle fasce riguarda però anche gli ingressi: oltre ad Hainaut, dalla Juventus sono giunti prima Compagnon e poi Pietrelli, il primo con obbligo di riscatto condizionato, mentre il secondo con opzione e contro opzione da parte del club bianconero. Sono stati invece confermati Bjarki Bjarkason, il cui inizio di stagione è stato di gran impatto, Ridgeciano Haps, il cui peserebbe però un ricco contratto in scadenza nell'estate 2026, e, nonostante le voci di fine mercato di una sua possibile uscita, Richie Sagrado. Nel complesso, un elenco di calciatori dalle differenti caratteristiche che si eleverebbe per la capacità di adattamento e che permetterebbe molte soluzioni al suo allenatore.
Nonostante questo, la sensazione è che, in particolare sul lato sinistro del campo, mister Stroppa si sarebbe aspettato qualcosina di più dal mercato. In questo senso si giustificherebbe la presunta richiesta dell'allenatore di puntare forte su Mattia Felici del Cagliari, profilo ideale per gli schemi dell'allenatore e la cui trattativa però non ha trovato la quadra nonostante l'ottimismo iniziale. Infatti, un Haps (oggi anche infortunato) con una situazione contrattuale in scadenza e discussione, l'adattamento di Bjarkason e di Sagrado apparso ancora molto timido in questo avvio di stagione, e il coltellino svizzero Compagnon, ma ancora tenuto sempre in taschino con i suoi 0' minuti nelle prime tre uscite ufficiali, potrebbero non aver convinto pienamente l'allenatore del Venezia. Invece, a destra la sensazione apparirebbe già più rassicurante: in attesa della crescita di Hainaut, ci sarebbe sempre Bjarkason così come Sagrado, aspettando anche l'inserimento graduale di Pietrelli.
ATTACCO
Il calciomercato in entrata del Venezia riguardante il reparto offensivo si può racchiudere interamente in un solo periodo, ovvero quello delle primissime battute di luglio. In primo luogo, con l'arrivo della tanto agognata prima punta, tassello vacante già da gennaio, con la dipartita direzione Palermo del Doge, Joel Pohjanpalo. A distanza di qualche mese, il suo posto di attaccante principe della squadra è stato occupato da Andrea Adorante, vice capocannoniere della precedente Serie B con la Juve Stabia. Con un investimento di 2,5 milioni di euro più un milione di bonus, il direttore Antonelli ha bruciato la concorrenza proveniente anche dalla Serie A, accompagnando a esso, a distanza di poche ore, l'ingaggio di Antonio Casas, attaccante scuola Real Madrid e idolo dei tifosi e dell'ambiente del Cordoba, il quale ha preferito accettare la proposta arancioneroverde a quella di rinnovo con il club iberico o di qualsiasi altra squadra interessata.
I due nuovi elementi offensivi della rosa sono andati a completare un reparto composto da John Yeboah, David Fila e inizialmente anche Alvin Okoro e Gaetano Oristanio. Infatti, se il mercato in entrata per l'attacco si è concluso ben presto, in uscita esso ha condotto prima l'uscita del talento del vivaio in direzione Juventus (prestito con diritto di riscatto) e infine quello dell'ex Inter e Cagliari, probabilmente il giocatore tra tutti quelli che hanno salutato i colori arancioneroverdi meno disposto a ripartire dalla Serie B. Partenza che, a differenza di quella di Nicolussi Caviglia, non solo non ha visto l'ingresso di un sostituto e probabilmente neppure la sua intenzione.
Infatti, con i quattro calciatori che oggi compongono l'attacco, a cui si potrebbe aggiungere il jolly Compagnon, il Venezia sembrerebbe non aver ritenuto congeniale "ingolfare" eventualmente il reparto con un altro ingresso. Il risultato finale sembrerebbe dunque quello di un reparto effettivamente completo e molto competitivo, oltre che variegato per le caratteristiche dei singoli, ma che potrebbe mancare di un eventuale sostituto di Yeboah, unico giocatore della rosa dotato di dribbling e velocità, capace di risolvere la partita con una giocata diversa dagli altri. Su questa linea, l'arrivo di Casas, attaccante di movimento ma più abile nel gioco dentro l'area di rigore, potrebbe essere essere considerato un arrivo "affrettato", in attesa anche di capire il reale valore di Fila, chiamato a una decisa sterzata dopo i primi tortuosi mesi di ambientamento nel calcio italiano.






