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Inter, Paolillo: “OakTree brava a non stravolgere troppo le cose”
tmwradio
Ospite: Ernesto Paolillo
Piazza Affari con Cristiano Cesarini e Lucio Marinucci
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Durante il programma "Piazza Affari", in onda su TMW Radio, è intervenuto l'ex dirigente dell'Inter Ernesto Paolillo per commentare l'attualità di casa nerazzurra e non solo. Queste le sue parole:
L’Inter rinnova anche Barella e Inzaghi dopo il cambio di proprietà. Che commento fa di questo sviluppo?
“Fortunatamente non ci sono stati scossoni con il passaggio di proprietà. Ero sicuro che Zhang alla fine sarebbe stato costretto a vendere, e anzi è riuscito anche a fare cassa. Vanno dati comunque meriti ad OakTree, che aveva già piazzato due uomini all’interno del Consiglio e non poteva fare cosa migliore che non stravolgere troppo le cose”.
Con la presenza dei fondi, in Italia vediamo tante società cambiare proprietà nel giro di pochi anni. Questo fattore può incidere per il concetto di continuità?
“Non credo che si tornerà indietro come era un tempo. Ben vengano i fondi, ma attenzione a un aspetto: per guadagnare questi ultimi sono infatti quasi costretti a vendere nel giro di circa cinque anni. OakTree potrà fare degli investimenti, ma in Italia di grande ipotetico investimento ne esiste uno solo: lo stadio”.
Le grandi proprietà straniere in Italia investono poco, perché?
“I grandi imprenditori stranieri investono in proporzione a quelli che possono essere i ricavi. A Roma per esempio non c’è lo stadio di proprietà, quindi le uniche grandi entrate possono essere regolate dalle plusvalenze. Un modo per fare utili sarebbe investire molto nel settore giovanile. In questo senso il futuro del calcio italiano potrebbe essere l’acquisto di una squadra di Serie C e puntare a portarla in Serie A. Como e Venezia hanno tracciato una strada in questo senso, senza dimenticare l’Atalanta che, nonostante sia di un gruppo di imprenditori americani, mantiene la mentalità di investire per far crescere i giovani.
Ci sono poi delle regole della Lega anacronistiche, c’è bisogno di rinnovare. La legge sui diritti televisivi per esempio ha fatto guadagnare alcune squadre, ma molte si accontentano esclusivamente di quella fetta, senza pensare ad altro. Ultimamente addirittura si sta scoprendo come guadagnare con il paracadute per la retrocessione, che rimane un male per il calcio italiano”.
Che tipo di mercato si aspetta dall’Inter?
“Secondo me avremo qualche sorpresa, perché l’età media di alcuni reparti è alta. Indubbiamente un tema importante è quello tema portiere, per competere su più fronti deve migliorare ulteriormente il reparto difensivo per qualità di rendimento”.
Pensa che alla fine si giocherà il mondiale per club?
“Secondo me si farà, perché anche gli organismi internazionali sanno che se si gioca di più si guadagna di più. Purtroppo dipende anche da come verranno distribuiti i soldi”.
L’Inter rinnova anche Barella e Inzaghi dopo il cambio di proprietà. Che commento fa di questo sviluppo?
“Fortunatamente non ci sono stati scossoni con il passaggio di proprietà. Ero sicuro che Zhang alla fine sarebbe stato costretto a vendere, e anzi è riuscito anche a fare cassa. Vanno dati comunque meriti ad OakTree, che aveva già piazzato due uomini all’interno del Consiglio e non poteva fare cosa migliore che non stravolgere troppo le cose”.
Con la presenza dei fondi, in Italia vediamo tante società cambiare proprietà nel giro di pochi anni. Questo fattore può incidere per il concetto di continuità?
“Non credo che si tornerà indietro come era un tempo. Ben vengano i fondi, ma attenzione a un aspetto: per guadagnare questi ultimi sono infatti quasi costretti a vendere nel giro di circa cinque anni. OakTree potrà fare degli investimenti, ma in Italia di grande ipotetico investimento ne esiste uno solo: lo stadio”.
Le grandi proprietà straniere in Italia investono poco, perché?
“I grandi imprenditori stranieri investono in proporzione a quelli che possono essere i ricavi. A Roma per esempio non c’è lo stadio di proprietà, quindi le uniche grandi entrate possono essere regolate dalle plusvalenze. Un modo per fare utili sarebbe investire molto nel settore giovanile. In questo senso il futuro del calcio italiano potrebbe essere l’acquisto di una squadra di Serie C e puntare a portarla in Serie A. Como e Venezia hanno tracciato una strada in questo senso, senza dimenticare l’Atalanta che, nonostante sia di un gruppo di imprenditori americani, mantiene la mentalità di investire per far crescere i giovani.
Ci sono poi delle regole della Lega anacronistiche, c’è bisogno di rinnovare. La legge sui diritti televisivi per esempio ha fatto guadagnare alcune squadre, ma molte si accontentano esclusivamente di quella fetta, senza pensare ad altro. Ultimamente addirittura si sta scoprendo come guadagnare con il paracadute per la retrocessione, che rimane un male per il calcio italiano”.
Che tipo di mercato si aspetta dall’Inter?
“Secondo me avremo qualche sorpresa, perché l’età media di alcuni reparti è alta. Indubbiamente un tema importante è quello tema portiere, per competere su più fronti deve migliorare ulteriormente il reparto difensivo per qualità di rendimento”.
Pensa che alla fine si giocherà il mondiale per club?
“Secondo me si farà, perché anche gli organismi internazionali sanno che se si gioca di più si guadagna di più. Purtroppo dipende anche da come verranno distribuiti i soldi”.
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