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Poborsky: "Non mi ricordo altre doppiette in carriera come il 5 maggio. Inzaghi? Un tipo silenzioso"

Poborsky: "Non mi ricordo altre doppiette in carriera come il 5 maggio. Inzaghi? Un tipo silenzioso"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 09:41Altre Notizie
di Andrea Losapio

Karel Poborsky, ex ala della Lazio, ha parlato ai microfoni di Flashscore, lambendo anche diversi argomenti sensibili come il cinque maggio e la sua esperienza in Italia. "Mi sono trasferito in inverno, a metà stagione, e inizialmente non volevo lasciare il Benfica. Ma il loro interesse era enorme. Attilio Lombardo era l'ala destra della Lazio all'epoca e stava praticamente finendo la sua carriera. È per questa ragione che la società voleva risolvere la situazione il più rapidamente possibile. L'intero trasferimento si concluse in una settimana. Ricordo con affetto il mio periodo lì: la Lazio è un club enorme e il campionato italiano era fantastico a quei tempi. Avevamo giocatori della nazionale italiana in squadra, grandi giocatori argentini, la qualità era immensa. Nedved? Lui a dare il primo contatto. Io e Pavel ci conoscevamo da tempo, avevamo giocato insieme in nazionale, ed era la prima volta, giocando all'estero, che avrei avuto un compagno di squadra ceco nello spogliatoio di un club".

Qualche mese più tardi, però, Nedvěd si trasferì alla Juventus. È vero che l'ha chiamata subito dopo la sua doppietta all'Inter?
"Certo, eravamo sempre in contatto. Ci siamo sentiti anche il giorno prima. Mi ha detto che il titolo si sarebbe deciso il giorno dopo e, quindi, di dare il massimo. Scherzando gli risposi: 'Non preoccuparti, li batteremo domani, farò due gol e lo scudetto sarà tuo'. E poi è andata davvero così! Non ricordo di aver mai segnato due gol in una partita in nessun altro momento, sicuramente non in Serie A. Pavel mi ha chiamato subito dopo la partita, dal pullman della squadra dove stavano festeggiando il titolo".

Alcuni tifosi della Lazio vi chiesero di perdere contro l'Inter per non rischiare che a vincere lo scudetto fosse la Roma. Nello spogliatoio cosa vi siete detti?
"Era un argomento di discussione importante tra di noi. Avevamo parecchi giocatori argentini che avevano molti amici all'Inter. Gli italiani, invece, tifavano di più per la Juventus, dove avevano compagni di squadra della nazionale e la Juve, più in generale, è il club con più tifosi in Italia. E sul fatto che ci fossero fondamentalmente due fazioni ci scherzavamo su".

Su Simone Inzaghi.
"Sinceramente, no. Era un tipo piuttosto silenzioso ed è così ancora oggi. Certo, a bordo campo mostra le sue emozioni, ma in conferenza stampa parla sempre in modo colto e riflessivo. All'epoca, era dura per lui. Giocava poco, ma era il nostro dodicesimo uomo. Il centravanti titolare era Hernán Crespo. Era una brava persona, ho un ottimo ricordo di lui".

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