
I viola in Nazionale: Kean-Retegui sì, Kean-Piccoli no. Ecco perché
In questa stagione Moise Kean ha giocato 584 minuti con la Fiorentina: 1 gol. Ne ha giocati 162 con la Nazionale: 3 gol. Con i viola è stato in campo 224 minuti accanto a Piccoli: 0 gol. Con gli azzurri ha giocato due partite accanto a Retegui, un altro centravanti e anche l’ex atalantino ha firmato tre reti. Eppure era stato Pioli a ispirare la scelta di Gattuso, quella piuttosto strana per il calcio italiano (però efficace in Nazionale) di schierare due numeri 9 uno di fianco all’altro o anche uno dietro l’altro.
L’intesa spontanea tra Kean e Retegui e quella da costruire tra Kean e Piccoli
Nell’Italia l’intesa fra Kean e Retegui è nata spontanea, come se avessero giocato insieme da anni. Un’occhiata e si capivano, mai andati dalla stessa parte, mai successo che tutt’e due attaccassero la profondità. E soprattutto assist...vicendevoli. Giocavano “insieme” e speriamo accada lo stesso anche stasera a Tallinn. Nella Fiorentina è capitato quasi il contrario, Kean e Piccoli tardano a legare. Tutt’e due amano la profondità e tutt’e due sono abituati a giocare da soli in attacco. Retegui invece...svaria. Può essere lanciato dalla difesa oppure raggiunto col palleggio, può essere spalla e/o riferimento. La stranezza è che l’ex cagliaritano (pagato caro: 27 milioni di euro) era arrivato (almeno così sembrava) come alternativa di Kean e non come suo partner. Due partite della coppia da titolare (a Torino e col Como) e due delusioni, due inserimenti di Piccoli a inizio ripresa (con Napoli e Roma) al fianco dell’ex juventino, altre due delusioni. Non solo: contro la Roma, appena è entrato Piccoli (una traversa) è sparito Kean, che nel primo tempo aveva fatto il diavolo a quattro. E quando è entrato anche Dzeko, in una Fiorentina schierata col tridente, Kean si è allargato a destra lasciando a Piccoli la posizione del centravanti.
Le idee di Gattuso, e quelle di Pioli
Che Piccoli e Retegui abbiano assai poco in comune è abbastanza chiaro, al di là delle qualità pure del bomber. Ora però Gattuso potrebbe dare una conferma alla scelta di Pioli. Per le partite in Estonia e con Israele il ct ha convocato anche Piccoli. Vediamo se anche a Rino verrà l’idea di mettere i due centravanti viola uno accanto all’altro, magari nel finale di una partita. A quel punto avremmo una controprova. L’Italia punta su Kean per conquistare il Mondiale. In Nazionale sta raggiungendo cifre notevoli. Cinque gol nelle sue ultime tre partite: doppietta a Dortmund contro la Germania, quando dette il via alla clamorosa rimonta della Nazionale di Spalletti, uno contro l’Estonia, altri due contro Israele. Non solo: nella classifica di tutti i tempi dei cannonieri azzurri con almeno 20 presenze è al terzo posto, alle spalle di Silvio Piola (30 gol in 34 partite con una media-gol di 103 minuti) e di Gigi Riva (35 gol in 42 partite, media di 106 minuti). Kean oggi è a 10 reti in 23 gare, ne segna una ogni 109 minuti.
Effetto “azzurro” per Nicolussi Caviglia
Il terzo viola-azzurro è Nicolussi-Caviglia, 285 minuti nella Fiorentina, tre volte titolare (col Como, a Pisa e con la Roma) e finora prestazioni opache, come tutta la squadra del resto. Per qualcuno è un controsenso: ma come, da una squadra in crisi, capace di conquistare appena tre punti in sei partite, l’Italia chiama tre giocatori? Potremmo rispondere in modo sarcastico, tipo “questo è il livello del calcio italiano”. Invece dobbiamo pensare al futuro con un occhio più clemente. Kean, Piccoli e Nicolussi-Caviglia dal doppio impegno con gli azzurri porteranno una nuova carica al Viola Park, una carica che la Fiorentina dovrà sfruttare.







