
Caso Lookman, Avv. Di Cintio: "L'Atalanta è parte lesa, ora il giocatore rischia grosso"
Il caso Lookman sta agitando l'estate nerazzurra. L'attaccante nigeriano, assente per più giorni consecutivi dagli allenamenti a Zingonia, sta tenendo banco tra polemiche e ipotesi legali. Per fare luce sulla vicenda, ai microfoni di BergamoTV, è intervenuto l'avvocato bergamasco Cesare Di Cintio, esperto di diritto sportivo. Ecco quanto evidenziato da TuttoAtalanta.com
Avvocato Di Cintio, siamo ad agosto e ancora assistiamo a calciatori che scompaiono senza avvisare. Dal punto di vista legale, cosa rischia Lookman?
«Bisogna ricordare che un calciatore professionista è innanzitutto un lavoratore subordinato, soggetto quindi a diritti e doveri precisi. È tenuto a rispettare il contratto firmato, che prevede chiaramente la sua presenza agli allenamenti. Nel caso specifico di Lookman, l'assenza ingiustificata lo espone certamente a delle conseguenze, anche importanti. È un atteggiamento profondamente scorretto sotto il profilo della professionalità».
Quali sono nello specifico i rischi legali per il giocatore e cosa può fare concretamente l'Atalanta?
«L'accordo collettivo tra la Lega Serie A e l'AIC è chiaro: se un giocatore non si presenta per tre allenamenti o convocazioni nell’arco di una settimana, il club può legittimamente sospendergli lo stipendio. È prevista anche la possibilità di escluderlo temporaneamente dalle attività della squadra, ovviamente tramite un procedimento arbitrale. Per come stanno le cose, l’Atalanta è indubbiamente la parte lesa».
Perché ritiene che l’Atalanta abbia assunto la posizione corretta in questa vicenda?
«Perché è una società seria che sta semplicemente rispettando le norme. Il club avrebbe tutto il diritto di agire per vie legali, ma sta mostrando grande maturità evitando di stressare ulteriormente la situazione, anche per non compromettere del tutto i rapporti con il giocatore in vista di un’eventuale cessione».
Secondo lei, non sarebbe stato più logico se Lookman si fosse presentato regolarmente agli allenamenti?
«Certamente sì. Se fossi stato il suo legale, avrei consigliato senza dubbio al giocatore di rispettare gli obblighi contrattuali, presentandosi a Zingonia. Non farlo, infatti, lo espone a conseguenze disciplinari e crea una situazione delicata che rischia solo di complicare ulteriormente il suo trasferimento».
A suo avviso, questa situazione come andrà a finire?
«Sulla base della mia esperienza, vicende simili si risolvono quasi sempre con un accordo. Non credo si arriverà ad uno scontro legale definitivo. Sono convinto che alla fine prevalga il buon senso da entrambe le parti, trovando una soluzione che sia soddisfacente economicamente per la società e tecnicamente per il calciatore».
Cosa pensa della figura dei procuratori in queste situazioni?
«I procuratori svolgono un ruolo cruciale e hanno grandi responsabilità: possono incidere positivamente o negativamente sulla gestione del giocatore. È essenziale che i calciatori si affidino a figure serie e competenti, in grado di consigliare correttamente nei momenti più complicati delle trattative».
La vicenda Lookman sembra lontana dall'epilogo. L'Atalanta, intanto, attende il prossimo passo. Con la legge dalla sua parte.
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