
Lookman, la lezione dell’Atalanta: il valore dei contratti nel calcio moderno
In un calcio dove la parola “contratto” sembra spesso piegarsi alla volontà dei calciatori e dei loro entourage, l’Atalanta ha ricordato a tutti che le firme hanno ancora un valore. Il caso Lookman, con le sue fughe, i silenzi e il ritorno improvviso a Zingonia, non è solo una vicenda di mercato, ma un messaggio preciso: a Bergamo non si cede alle pressioni, né si assecondano ribellioni.
IL DIETROFRONT DELL’INTER – In molti si aspettavano un copione già scritto, simile a quello di Koopmeiners lo scorso anno: via libera al giocatore, ma alle condizioni della società nerazzurra. Stavolta, invece, la storia si è interrotta. L’Inter, già sovraccarica in attacco, ha scelto di non affondare il colpo, convinta che i veri buchi da colmare siano in difesa e in mediana. A Thuram, d’altronde, non sarebbe piaciuto un nuovo concorrente ingombrante.
ATALANTA IN SILENZIO – Il vero capolavoro è stato il modo in cui la Dea ha gestito la vicenda - rimarca La Gazzetta dello Sport -. Nessuna dichiarazione roboante, nessuna trattativa sbandierata. Non si è mai saputo nemmeno quale fosse la cifra minima per aprire al trasferimento. Silenzio con i media e silenzio con il giocatore, al quale verrà probabilmente comminata una multa, ma senza spettacolarizzare il provvedimento. L’obiettivo resta il reintegro graduale, con una priorità assoluta: preservare l’equilibrio dello spogliatoio.
UNA ROSA DA COMPETERE – Se il precampionato aveva evidenziato limiti preoccupanti, la risposta è arrivata con i fatti: Zalewski e Krstovic hanno dato nuova linfa, mentre Scamacca, Scalvini e lo stesso Lookman sono stati “riacquistati” dopo i rispettivi problemi. Oggi Juric può contare su una squadra competitiva per misurarsi con Milan, Juventus, Roma e le nuove sorprese del campionato. L’Atalanta ha agito con chiarezza, superando i 100 milioni di investimenti senza mai perdere lucidità.
UNA LEZIONE PER TUTTI – Forse Lookman resterà, forse no. Forse rinnoverà, o arriverà a scadenza. Ma intanto un concetto è stato riaffermato: il contratto si rispetta. E se questo precedente farà scuola, il calcio italiano potrà uscirne rafforzato. La Dea, grazie a un bilancio solido e una linea dirigenziale coerente, non si è piegata a giochi di forza che altrove avrebbero già chiuso la partita. Una presa di posizione che, al di là del destino del nigeriano, merita di essere ricordata.





