
Atalanta, il punto che vale una svolta: ora la Dea non ha più paura
Cinque partite senza sconfitte non sono più una semplice casualità: il pari di Torino contro la Juventus segna un passaggio di livello per l’Atalanta di Juric. Non solo un risultato utile, ma un vero spartiacque: contro la prima big affrontata in campionato, i nerazzurri hanno mostrato carattere, compattezza e la capacità di uscire indenni da una tempesta che all’inizio sembrava pronta a travolgerli.
DALL’INCUBO PSG ALLA RISPOSTA DI TORINO – All’Allianz Stadium l’avvio poteva ricordare quello traumatico del Parco dei Principi, con la squadra messa sotto dalla pressione avversaria. Questa volta però non è arrivato il crollo: Carnesecchi ha fatto da diga e, col passare dei minuti, la Dea ha costruito una partita diversa, sbloccandola con Sulemana e gestendola fino al pari di Cabal. Una reazione da squadra vera, che conferma un percorso di crescita costante dopo i brutti pareggi iniziali con Pisa e Parma, il successo su un Lecce dimesso e quello più sostanzioso sul Torino.
LA DEA CAMBIA VOLTO – Non è ancora l’Atalanta delle notti europee spettacolari - descrive L'Eco di Bergamo -, ma oggi è una squadra concreta, che si difende con ordine, colpisce in ripartenza e non si sente più inferiore a nessuno. Juric ha trasformato la fragilità di settembre in solidità e carattere, anche a costo di ricorrere a un calcio meno estetico. Ne è prova la scelta finale di schierare un 5-4-0 dopo il rosso a De Roon: prudenza estrema, forse rischiosa, ma efficace per portare a casa un punto pesante.
ATTESA PER I BIG – Questa non è ancora la vera Atalanta. Lookman ha appena ritrovato il gruppo e resta il giocatore capace di garantire quell’imprevedibilità che oggi manca, mentre Ederson, rientrato in panchina a Torino, è l’uomo che può restituire leadership al centrocampo. Scamacca, partito bene ma frenato dall’ennesimo problema fisico, resta un’incognita, mentre De Ketelaere si è nuovamente fermato. Le assenze hanno segnato questo avvio, ma al tempo stesso hanno accelerato la crescita di chi è stato chiamato a prendersi responsabilità inattese.
NUOVI PROTAGONISTI – In questo contesto, due certezze emergono chiare: Carnesecchi, miglior portiere del campionato e costante fonte di punti extra, e Ahanor, il diciassettenne difensore lanciato per necessità ma già pronto per la Serie A. Torinesi entrambe le sue prestazioni decisive, tra Torino e Juventus: una scoperta che cambia le prospettive.
DARE CONTINUITÀ – Juric sa che c’è ancora tanto da migliorare: partire con più coraggio, rendere il gioco più fluido, reinserire i big e ridare verticalità all’attacco. Ma intanto i risultati consolidano morale e classifica. La Dea non è spettacolare, ma ha smesso di avere paura: e questo, forse, è il passo più importante.




