
Atalanta, Vlahovic: "Esordio in A e stagione da capocannoniere: la strada è quella giusta"
Il talentuoso attaccante dell'Atalanta under 23 Vanja Vlahovic, capocannoniere del girone A nell'ultima stagione di Serie C, si è raccontato ai microfoni di La Casa di C: "L’aver esordito in A e l’essere il capocannoniere del girone a fine stagione sono stati momenti importanti. Momenti in cui fermarsi e guardarsi indietro per vedere quanto si è fatto e capire che la strada è quella giusta. Ma devo crescere tanto, non sono ancora un calciatore".
Vlahovic ritorna sulla chiamata dell'Atalanta: "Lo ricordo bene quel giorno. Ho le telefonate del mio procuratore. L’ho richiamato”. “Vanja vieni allo stadio, devi firmare. Ti vuole l’Atalanta”. “Ho aspettato tutto il pomeriggio per capire se avessero fatto in tempo a presentare tutti i documenti. Erano le 18.56, mancavano 4 minuti alla chiusura. Ero un nuovo giocatore nerazzurro”.
Sui primi mesi in Italia: "Non sono stati facili i primi mesi, era tutto nuovo. Ma l’Atalanta mi ha accolto subito, mi ha fatto sentire parte della famiglia dal primo giorno a Bergamo. Dallo studiare l’italiano agli allenamenti, fino alle prime volte in prima squadra: un insegnamento continuo”.
Sulla stagione in Under 23: "Siamo andati vicini a scrivere qualcosa di impensabile. È stato un cammino incredibile, ci dispiace per com’è finita. Ci credevamo. Ci credevamo davvero. Mister Modesto? È stato fondamentale, mi ha dato sempre fiducia”.
Sull'esordio in A col Como: "Ero confuso. Mi sono reso conto di quanto fosse successo solo alla fine della partita, parlando con la mia famiglia. È stato bello sentire l’emozione nella loro voce".
Vlahovic ritorna sulla chiamata dell'Atalanta: "Lo ricordo bene quel giorno. Ho le telefonate del mio procuratore. L’ho richiamato”. “Vanja vieni allo stadio, devi firmare. Ti vuole l’Atalanta”. “Ho aspettato tutto il pomeriggio per capire se avessero fatto in tempo a presentare tutti i documenti. Erano le 18.56, mancavano 4 minuti alla chiusura. Ero un nuovo giocatore nerazzurro”.
Sui primi mesi in Italia: "Non sono stati facili i primi mesi, era tutto nuovo. Ma l’Atalanta mi ha accolto subito, mi ha fatto sentire parte della famiglia dal primo giorno a Bergamo. Dallo studiare l’italiano agli allenamenti, fino alle prime volte in prima squadra: un insegnamento continuo”.
Sulla stagione in Under 23: "Siamo andati vicini a scrivere qualcosa di impensabile. È stato un cammino incredibile, ci dispiace per com’è finita. Ci credevamo. Ci credevamo davvero. Mister Modesto? È stato fondamentale, mi ha dato sempre fiducia”.
Sull'esordio in A col Como: "Ero confuso. Mi sono reso conto di quanto fosse successo solo alla fine della partita, parlando con la mia famiglia. È stato bello sentire l’emozione nella loro voce".
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