
Così l'Atalanta si è potuta permettere il 'no' all'Inter per Lookman: già 85 mln dalle cessioni
L’Atalanta ha detto “no” all’Inter per Ademola Lookman. L’offerta da 42 milioni più 3 di bonus non ha scalfito la posizione del club bergamasco, sempre più consapevole del proprio valore tecnico ed economico. Il rifiuto non è frutto di arroganza, ma della solidità costruita nel tempo: bilanci in utile per quasi un decennio, un patrimonio netto da 267 milioni e una posizione finanziaria praticamente in equilibrio (+193 milioni di risultato aggregato dal 2016). A scriverlo è La Gazzetta dello Sport.
I Percassi, al vertice anche dopo l’ingresso del fondo guidato da Stephen Pagliuca, hanno dato continuità a una gestione sostenibile e lungimirante. La strategia di player trading è diventata un marchio di fabbrica: oltre 850 milioni incassati dal 2010 tra cessioni e bonus. Solo nell’ultimo triennio, oltre 260 milioni generati dalle vendite. E solo quest'estate già 85 milioni incassati dalle cessioni, tra cui quella di Retegui (pagato 23 milioni, rivenduto per 65) e Ruggeri (altri 20 milioni).
Anche nella stagione in corso, il club ha reinvestito con intelligenza: 80 milioni spesi tra nuovi acquisti e riscatti, ma senza mai compromettere la stabilità. Il rientro in Champions rafforza ulteriormente la posizione della Dea, che ora può decidere tempi e condizioni per eventuali cessioni, senza svendere nessuno. Lookman è ai margini e potrebbe partire, ma solo alle condizioni dell’Atalanta, che continua a crescere con la calma dei forti.
Altre notizie
Ultime dai canali






Primo piano