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Alessandro Ruggeri a 360 gradi: "Klopp il dopo Gasp? Sarei tornato allo stadio"TUTTO mercato WEB
Oggi alle 08:00Serie A
di Andrea Losapio

Alessandro Ruggeri a 360 gradi: "Klopp il dopo Gasp? Sarei tornato allo stadio"

“Chiunque dopo nove anni di Gasperini avrebbe avuto problemi”. Alessandro Ruggeri, ex presidente dell’Atalanta è ora intermediario di mercato. "Sei penalizzato in molte dinamiche e situazioni, dopo un ciclo del genere sarebbe stato difficile per tutti". Si può fare un parallelismo fra la vostra scelta di Gregucci e quella di Juric? "Per me ci sono particolari molto differenti. Noi siamo andati su Gregucci quando la nostra prima idea era quella di avere Antonio Conte. Lui, che è una persona per bene, non se l'è sentita di lasciare il Bari perché aveva un legame forte con la famiglia Matarrese". Però poi si è dimesso. "E noi lo abbiamo preso dopo, ma non è stata a stessa cosa. Sapevamo cosa potesse dare dall'inizio, con una preparazione fatta in un certo modo dal compianto Ventrone. Sapevo quanto lavorasse, quanto fosse importante la preseason. Siamo andati lunghi nei tempi e abbiamo preso Gregucci". Palladino però non sta avendo gli stessi problemi... Era meglio prenderlo prima? "Fammi indovino e ti farò ricco, questo è difficile da potere dire. Sono due allenatori così diversi che oggettivamente non si sa se le cose sarebbero andate comunque in un determinato modo. Mi auguro che possa fare bene, se è stato scelto da Berlusconi e Galliani quando allenava la Primavera vuol dire che hanno visto qualcosa di importante. Ha dimostrato a Firenze, spero possa farlo anche a Bergamo". Provocazione: Klopp avrebbe faticato dopo Gasperini? "Eh. È uno dei miei allenatori preferiti, se non il migliore di tutti, perciò... Fosse arrivato sarei ritornato allo stadio volentieri, dopo tanti anni". Tornando a Conte, perché non è andata? "Credo che a livello di risultati, sul campo, Antonio e il suo staff avessero comunque fatto discretamente. Non eravamo in una parabola discendente. Poi sono successe determinate cose, in particolare con i tifosi, e siamo stati obbligati a cambiare. Però il ciclo di Antonio non è stato terribile, tutti dicono che è stato mandato via in quell'anno ma la verità è che Conte è stato un signore". In che senso? "Sapeva che avrei dovuto licenziarlo e ha preferito dimettersi. Ha rinunciato a tutti i soldi del contratto ed è una cosa che ricordo con affetto e grande piacere. Si è dimostrato, una volta di più, un uomo vero. Non è da tutti". Però si è dimesso un po' troppo spesso... Bari, Juventus, Inter. "È probabilmente coerente con le sue situazioni e dinamiche. Se vede che le cose non vanno in un determinato modo preferisce farsi da parte. Mette sempre ben chiaro le cose, sin dall'inizio, se poi non vengono rispettate preferisce cambiare. Almeno è sempre stato onesto intellettualmente". Come con il Napoli. Si aspettava rimanesse? “Sinceramente era un grosso punto di domanda, sono stato felice sia rimasto per completare il ciclo che ha iniziato. Il Napoli è una squadra forte, dove può dare veramente tanto”. Facendo un passo indietro ai tempi della cessione... “Penso che ogni cosa ha il suo momento, le sue dinamiche. Il nostro tempo è durato per più di quindici anni, è stato un bel ciclo, siamo super soddisfatti di quanto abbiamo fatto. Sono altrettanto felice che le cose vadano in un determinato modo, perché vuol dire che abbiamo ceduto a una proprietà sana, solida e che sa fare calcio”. Chi vede per lo Scudetto? “Favoriti Napoli e Inter”. Niente Milan? 
“Credo sia un po’ corto, come la Roma. Penso che Gasperini stia continuando a fare un lavoro importante, quello che ha finito a Bergamo lo ha ricominciato nella Capitale. Ma alla lunga… Poi il mercato di gennaio può sicuramente cambiare gli equilibri. Ma non è facile prendere giocatori così impattanti per cambiare le situazioni”. Fa anche l’intermediario il mercato, chi prenderesti per Gasp come centravanti?
 “Retegui, però non è fattibile (sorride, ndr) è veramente difficile da potere dire. Zirkzee è forte, con Gasp non è la cosa più semplice del mondo inserirsi a metà stagione. Vedrei benissimo Kean, però sono tutti calciatori che a gennaio sono quasi impossibili da acquistare”. E Santi Gimenez?
 “Mi piace, ma anche Castro del Bologna, come tutti. Oggettivamente credo Sartori sia da tanti anni il miglior dirigente in Italia”. Altro con un passato a Bergamo. Perché non viene preso dalle big? “Questa è una bella domanda. Il lavoro è lì da vedere, quello che ha fatto in nerazzurro, quello che sta facendo a Bologna, non sono casualità. Sono risultati importanti, con squadre che faticavano. In questi anni ha cambiato le sorti di due club. Certo, non da solo ma con delle proprietà alle spalle e via dicendo, però se devo indicare un dirigente che ha fatto qualcosa di clamorosamente positivo vedo Sartori”. Non è che in Italia diamo troppo peso, all’etichette. “Lo dicevano anche di Lionel Messi, se fosse andato in un altro club e non al Barcellona non sarebbe stato lo stesso. Stiamo parlando di extraterrestri, Gasperini ha voluto, dopo tanti anni, misurarsi in una dinamica differente. Avrebbe potuto farlo anche prima, ma a Bergamo giustamente stava bene, togliersi le etichette non è mai semplice. Solo misurandosi in altre dinamiche uno può togliersele. Uno può fare benissimo per 20 anni e rimanere negli annali del calcio, come è stato Mino Favini all’Atalanta. È rimasto per tutta la vita lì e tutti quando ne parlano raccontano della storia del calcio giovanile in Italia”. La Juventus tra le possibili vincenti non l’ha citata. “È una squadra forte ma credo che abbia delle lacune che secondo me sono difficilmente colmabili a gennaio. In generale quando c’è un cambio di allenatore in corsa è veramente difficile poi centrare l’obiettivo Scudetto. Per la Champions? Credo di sì, lotterà fino in fondo. Il Como sta facendo cose clamorose, il Bologna uguale, non sarà semplice”. Koopmeiners sta avendo qualche difficoltà.
 “Sono usciti tanti i giocatori dall’Atalanta che non si sono confermati. Gasperini crea un'alchimia ed è facile anche sbagliarsi. Koop è un giocatore fortissimo, non sta dimostrando alla Juventus quello che tutti ci aspettavamo. Uno fa sempre il paragone per quanto è stato pagato, perché fosse stato preso per 20 milioni nessuno avrebbe detto nulla. Invece è stato pagato molto, così ci sono delle aspettative diverse. Alle volte ci sono calciatori che lasciano un club e poi non si confermano. Penso anche alla mia Atalanta, come i gemelli Zenoni, Donati… A Bergamo stai da Dio, non ti manca nulla, hai un insieme di dinamiche e situazioni di un certo tipo, è il posto ideale per un calciatore per esplodere”. Per anni si è parlato del mistero Costinha, colpo del Centenario del 2007 finito sempre in tribuna. Ci dice cos'è successo? 
“Aveva firmato un contratto triennale, purtroppo ha giocato una sola partita contro il Parma. Era il calciatore che guadagnava di più. Boicottato? Non credo proprio, perché se uno guadagna così tanto e non gioca c'è un motivo, probabilmente era arrivato alla fine di un ciclo. Abbiamo tentato anche di risolvere anticipatamente, lui ha sempre rifiutato e ha fatto due anni e mezzo su un lettino di fisioterapia. Prendeva uno stipendio tutti i mesi, molto alto. Se avesse giocato avrebbe fatto un favore a tutti, ma se non veniva preso in considerazione evidentemente gli allenatori non lo hanno ritenuto in grado. Non credo fosse stato boicottato da parte di nessuno. La verità? È stato un acquisto sbagliato”.