
Nassi: Gil Manzano e l'Ucraina
Finalmente anche Gravina ha capito e siamo riusciti a evitare gli spareggi per l'Europeo. Il pareggio con l'Ucraina, infatti, è merito suo. Sul rigore a pochi minuti dalla fine c'è poco da dire, se non ridere. Tavecchio si vantava di essere stato il primo ad appoggiare la candidatura Ceferin a Presidente UEFA, ma la riconoscenza non è di questo mondo e al Mondiale di Russia andava la Svezia, grazie a due arbitraggi, il turco Cakir a Stoccolma e lo spagnolo Mateu Lahoz a San Siro, mirati.
Lunedì, invece, abbiamo assistito al contrario e Ceferin e Rosetti si sono superati. La designazione Gil Manzano lasciava pochi dubbi. La scuola spagnola, nata con Ortiz de Mendìbil e Gardeazabal, la garanzia. Forse è l'unica a superarci. Al VAR nessun dubbio. L'arbitro era a due passi per vedere l'entrata di Cristante su Mudryk. Non poteva sbagliare e non ha sbagliato. Dice Casarin che, a livello internazionale, negli ultimi minuti i rigorini non si danno e un grande arbitro del passato ricordava: "Nei 5' finali si debbono fischiare solo i rigori più che evidenti".
D'accordo, ma da quanto tempo aspettavamo un risarcimento? Se non vado errato dal 2006, quando un altro spagnolo, Medina Cantalejo, fischiò al 90' un rigore a favore di Grosso e ci permise di battere l'Australia, in dieci contro undici. Vincemmo il Mondiale, grazie ancora a Medina Cantalejo, nell'occasione quarto uomo, che corse dall'assistente di destra, visto abbassare la bandierina nell'occasione della testata di Zidane a Materazzi. Questo grazie alla lungimiranza di Paolo Bergamo e qualche altro.
Facile immaginare che cosa sarebbe successo se a Leverkusen fosse capitato a noi e non fischiato. Quindi possiamo sorridere e, per la legge della compensazione, non sentirci colpevoli. L'unica cosa che non ho capito una frase di Spalletti: "E ora viene il bello". Quasi si fosse superato l'ostacolo più grande e battuto Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra o Germania e ci attendesse il podio più alto agli Europei di giugno. Il C.T. forse non ha capito che ha vinto Gabriele Gravina, perché il calcio è un fatto politico, economico, tecnico, tattico, fisico e atletico e senza presidente non si vince. Per tutto questo viene facile ricordare, una volta ancora, quante baggianate dica Arrigo Sacchi, convinto, nonostante continui esempi, che determinino gli schemi!
Lunedì, invece, abbiamo assistito al contrario e Ceferin e Rosetti si sono superati. La designazione Gil Manzano lasciava pochi dubbi. La scuola spagnola, nata con Ortiz de Mendìbil e Gardeazabal, la garanzia. Forse è l'unica a superarci. Al VAR nessun dubbio. L'arbitro era a due passi per vedere l'entrata di Cristante su Mudryk. Non poteva sbagliare e non ha sbagliato. Dice Casarin che, a livello internazionale, negli ultimi minuti i rigorini non si danno e un grande arbitro del passato ricordava: "Nei 5' finali si debbono fischiare solo i rigori più che evidenti".
D'accordo, ma da quanto tempo aspettavamo un risarcimento? Se non vado errato dal 2006, quando un altro spagnolo, Medina Cantalejo, fischiò al 90' un rigore a favore di Grosso e ci permise di battere l'Australia, in dieci contro undici. Vincemmo il Mondiale, grazie ancora a Medina Cantalejo, nell'occasione quarto uomo, che corse dall'assistente di destra, visto abbassare la bandierina nell'occasione della testata di Zidane a Materazzi. Questo grazie alla lungimiranza di Paolo Bergamo e qualche altro.
Facile immaginare che cosa sarebbe successo se a Leverkusen fosse capitato a noi e non fischiato. Quindi possiamo sorridere e, per la legge della compensazione, non sentirci colpevoli. L'unica cosa che non ho capito una frase di Spalletti: "E ora viene il bello". Quasi si fosse superato l'ostacolo più grande e battuto Francia, Spagna, Portogallo, Inghilterra o Germania e ci attendesse il podio più alto agli Europei di giugno. Il C.T. forse non ha capito che ha vinto Gabriele Gravina, perché il calcio è un fatto politico, economico, tecnico, tattico, fisico e atletico e senza presidente non si vince. Per tutto questo viene facile ricordare, una volta ancora, quante baggianate dica Arrigo Sacchi, convinto, nonostante continui esempi, che determinino gli schemi!
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