
Bologna vi ha fatti grandi: primo trofeo sia del Sartori dirigente che dell'Italiano allenatore
È una grande notte per la Bologna rossoblù, che torna a vincere un trofeo oltre cinquant'anni dopo l'ultimo: era sempre la Coppa Italia, ma quella del 1973/74 e dal Palermo si è passati al Milan, questa volta senza arrivare a giocarsi il successo ai calci di rigore. Un successo che rimarrà indelebile nella storia degli emiliani e che ha due volti sulla copertina più degli altri, due che si stanno facendo grandi a vicenda.
Uno è quello di Giovanni Sartori. Dirigente apprezzato per le costruzioni da zero di realtà poi diventate competitive come il Chievo dei primi anni Duemila, l'Atalanta in cui sono state gettate le basi per il trionfale cammino sotto la conduzione tecnica di Gasperini e infine adesso il Bologna. Il tocco di Sartori si è fatto sentire da subito e nei tre anni in cui siede in dirigenza ha portato i rossoblù a scalare rapidamente la classifica. Mancava giusto un successo, un trofeo per certificare l'incredibile qualità del suo lavoro, quello che rende grandi piazze 'normali' e adesso è arrivato. Vince così anche il ds Di Vaio.
L'altro è quello di Vincenzo Italiano. L'allenatore, alla sua quarta finale da tecnico di Serie A, ha finalmente interrotto la maledizione. Ha spezzato l'incantesimo e ha portato a casa il primo trofeo della sua esperienza nel ruolo, cancellando quelle battutine e quell'epiteto di 'perdente di successo' che qualcuno voleva già cominciare ad affibbiargli. C'è anche il suo tocco nella notte da sogno del Bologna.
Uno è quello di Giovanni Sartori. Dirigente apprezzato per le costruzioni da zero di realtà poi diventate competitive come il Chievo dei primi anni Duemila, l'Atalanta in cui sono state gettate le basi per il trionfale cammino sotto la conduzione tecnica di Gasperini e infine adesso il Bologna. Il tocco di Sartori si è fatto sentire da subito e nei tre anni in cui siede in dirigenza ha portato i rossoblù a scalare rapidamente la classifica. Mancava giusto un successo, un trofeo per certificare l'incredibile qualità del suo lavoro, quello che rende grandi piazze 'normali' e adesso è arrivato. Vince così anche il ds Di Vaio.
L'altro è quello di Vincenzo Italiano. L'allenatore, alla sua quarta finale da tecnico di Serie A, ha finalmente interrotto la maledizione. Ha spezzato l'incantesimo e ha portato a casa il primo trofeo della sua esperienza nel ruolo, cancellando quelle battutine e quell'epiteto di 'perdente di successo' che qualcuno voleva già cominciare ad affibbiargli. C'è anche il suo tocco nella notte da sogno del Bologna.
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