Baroni: “Toro ti voglio volitivo e squadra in tutto e per tutto. Simeone dal 1’ è possibile. Paleari titolare”
Due vittorie consecutive con squadre sulla carta alla portata come Cremonese e Sassuolo hanno dato morale al Torino. Soprattutto perché la compagine di Baroni non molto tempo fa con altri avversari di questo tipo, Parma e Lecce, e anche in passato non era riuscita a conquistare punti. In più i sei punti conquistati hanno permesso di allontanarsi dalla zona pericolante della classifica. Oggi però il Torino affronta il Cagliari, definito da Baroni “una squadra centrata, viva, compatta, fisica e con grande mentalità”, e deve dare continuità a quanto fatto vedere nelle due gare precedenti e non ricadere in amnesie difensive, in cali di tensione o approcciare in modo non consono, tutte problematiche che annullerebbero i progressi fatti nelle ultime settimane e che anche nel recente passato hanno fatto perdere punti.
Il Torino dove potrebbe fare la differenza? Per l’allenatore granata “non è questione dove sia possibile fare la differenza, ma si tratta di essere squadra in tutto e per tutto”. Per questo pensare alla possibilità di centrare la terza vittoria consecutiva non è la priorità. In casa granata non accade dai tempi di Mazzarri quando nel periodo a cavallo tra febbraio e marzo 2019 batté 2 a 0 l’Atalanta (28 febbraio) poi s’impose sul Chievo 3-0 (3 marzo) e infine ebbe la meglio sul Frosinone 1-2 (10 marzo) e poi la striscia positiva s’interruppe col Bologna che vinse per 2 a 3. La priorità è invece “essere concentrati sulla partita” e non si deve “pensare a quello che potrebbe essere, ma soltanto a quello che sarà”. Già perché la partita con il Cagliari sarà “tosta e difficile”. I sardi hanno un tecnico giovane che è stimato da Baroni. “Pisacane ha dimostrato di saper fare bene. Ha la personalità che aveva anche da calciatore, ha idee chiare e ha il pieno appoggio della società che lo ha lanciato. Se oggi il Cagliari è una squadra che funziona è molto merito suo”.
Un cambio di prospettiva alla luce degli ultimi risultati positivi e di una classifica migliore potrebbe starci, ma Baroni non cade in questa che potrebbe rivelarsi una trappola perché “nella nostra cultura calcistica spesso basta una settimana buona o meno buona per spostare giudizi e prospettive”. La società si è posta un programma con la freccia all’insù per questo “si deve lavorare per migliorare la scorsa stagione e costruire qualcosa che sia duraturo”. Costruire qualcosa di duraturo “non dipende però da una partita, la costruzione passa da una serie di componenti che devono tutte migliorare singolarmente, in modo da poter poi avere una crescita collettiva di rilievo”. E la ricetta per riuscirci è “vivere con intensità il presente per cercare di avere tutti insieme un futuro ambizioso”.
Migliorare è il mantra di Baroni. “Nell’intensità di gioco e nella convinzione. La squadra dev’essere più attiva esattamente come nelle ultime partite. Deve aspettare meno e muoversi di più: questo è l’aspetto principale. Essere una squadra meno bloccata e più volitiva”. Un giocatore che può essere utile in tal senso è Simeone che da dopo l’infortunio non è ancora tornato a giocare dal 1’, ma oggi pomeriggio “è possibile” che ottenga una maglia da titolare, anche se il mister si riserva di valutare questa mattina le sue condizioni complessive e poi decidere. Chi invece è già sicuro di giocare è il portiere Paleari. Uno che sta un po’ faticando e nelle ultime gare sembra aver perso un po’ di fiducia in se stesso è Casadei, forse anche perché è da tre partite che parte dalla panchina, ma l’allenatore però non ha perso la fiducia in lui. “Compresa la Coppa Italia, Casadei ha giocato 15 partite consecutive ed è la prima volta che gli capita nel calcio dei professionisti. Ci sono assestamenti fisiologici di condizione fisica, come, in forme diverse, può essere capitato a Zapata. Ma Cesare si allena bene e per me è a tutti gli effetti un titolare”.
Con il Cagliari per il Torino quindi sarà una prova del nove a 360°. I tifosi non vanno delusi e per questo Baroni chiede “di giocare con la mentalità che ci stiamo costruendo. E, soprattutto, che la squadra esprima uno spirito forte e unico: uno spirito da Toro”.






