
Salviamo la Primavera…
di Vittorio Sanna
Sono passati soli sei mesi dalla grande vittoria in Coppa Italia, dalla grande striscia di risultati che ha permesso di sfiorare i play off. La Primavera è in pieno autunno, i suoi protagonisti, quelli principali, frutto di lavoro pluriennali vedono cadere le foglie, perdono prestigio e soprattutto non vedono il tappeto verde. Per una società come il Cagliari si ripropone il problema di come colmare il gap con la prima squadra, per fare in modo che non si disperda il lavoro fatto negli anni.
Non è certamente un discorso che riguarda solo il mondo rossoblu. Ma questo non deve rincuorare o essere una giustificazione: se altri il problema non l’hanno risolto non ci risolve nemmeno il nostro.
Situazione: dei pezzi più pregiati della gloriosa stagione dello scorso anno non stanno giocando titolari neanche i ragazzi finiti in Serie C. Affidarsi alla solita dinamica italiana del prestito, se non paghi non paga. Cosa vuol dire? Che per fare giocare un ragazzo molte società chiedono un “premio” per il noleggio della squadra. Altrimenti comandano altre logiche, molto spesso dettate dagli interessi dei procuratori. I procuratori che procurano calciatori guadagnano di più a seconda della quotazione. Ci sono calciatori che la quotazione se la conquistano all’estero e la maggior parte sono stranieri. In molti campionati, non tutti di A, del panorama europeo, il giovane gioca e molto prima dei vent’anni. La possibilità di crescere in un contesto virtuoso lo aiuta a essere pronto all’età di chi esce dalle nostre primavere.
La terza possibilità è la next generation, la squadra B, ma costa, devi investire. La Juventus si sta ripagando ampiamente i costi con tanti ragazzi che passano attraverso la stagionatura in ambiente protetto. Vanno a giocare in C ma si allenano in Serie A. Allenarsi in Serie A senza giocare, è certamente più formativo di quanto lo possa essere in altre categorie dove ti uniformi a un livello tecnico e mentale decisamente inferiore, diventando il calciatore dell’aria che respiri. Un ambiente protetto il Cagliari aveva tentato di realizzarlo collaborando con l’Olbia. Qualcosa ha funzionato. Qualche calciatore passato da quelle parti ora galleggia tra A e B. Ma tanto si è perso.
Chi è rimasto in rossoblu dopo aver militato in Primavera o ha giocato realmente in C o si è allenato in A. Senza altre alternative. Adam Obert ha sfruttato a pieno l’anno in Serie B. Zito Luvumbo è scappato in fretta da Como dove non giocava per tornare a Cagliari a gennaio. Nicolò Cavuotiha giocato prima a Olbia e poi a Salò con la Feralpi. Idrissi ha gocato a Modena in modo costante.
C’è solo un modo per salvare il lavoro della Primavera. I ragazzi di talento o giocano realmente se dati in prestito o è meglio tenerli almeno un anno a allenarsi con la prima squadra. Quelli più promettenti. La controprova? Kingstone Mutwanda: appena 121 minuti giocati nella stagione scorsa ma ora in Bundesliga austriaca il suo valore decolla. Con il Ried in nove partite, 3 gol e un assist. Il battesimo da professionista è servito.






