Menu Serie ASerie BSerie CCalcio EsteroFormazioniCalendari
Eventi LiveCalciomercato H24MobileNetworkRedazioneContatti
Canali Serie A atalantabolognacagliariempolifiorentinafrosinonegenoahellas veronainterjuventuslazioleccemilanmonzanapoliromasalernitanasassuolotorinoudinese
Canali altre squadre ascoliavellinobaribeneventobresciacasertanacesenalatinalivornonocerinapalermoparmaperugiapescarapordenonepotenzaregginasampdoriaternanaturrisvenezia
Altri canali serie bserie cchampions leaguefantacalcionazionalipodcaststatistichestazione di sosta
tmw / cagliari / Il punto
Il Bari stende il Cagliari e Liverani ora dovrà rimediare durante la sosta. La sterilità dell’attacco il primo nodo da affrontare con un cambio di modulo all’orizzonteTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
domenica 18 settembre 2022, 05:55Il punto
di Giuseppe Amisani
per Tuttocagliari.net

Il Bari stende il Cagliari e Liverani ora dovrà rimediare durante la sosta. La sterilità dell’attacco il primo nodo da affrontare con un cambio di modulo all’orizzonte

Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

di Giuseppe Amisani

È bastato un avversario compatto e ben messo in campo per sgretolare tutte le certezze di un Cagliari apparso troppo morbido per poter puntare alla vittoria. Il Bari ha avuto il merito di aspettare il momento giusto, di chiudere tutti i varchi e di affondare la corazzata rossoblù mandando in crisi la compagine isolana proprio a ridosso della sosta. Fabio Liverani avrebbe voluto lavorare con il sorriso sulle labbra in questo settimane, durante le quali stava meditando di far cambiare modulo ai suoi, ma ora sarà costretto a farlo in una situazione ambientale non certo esaltante. La sua squadra è ben messa in campo, questi sì, ma contro i Galletti sono emersi in maniera prepotente i limiti già apparsi in altre circostanze e mascherati solo dai due successi consecutivi. La squadra tira poco, costruisce la manovra troppo lentamente e, guardando solo alla gara dell’Unipol Domus, ha fatto un passo indietro anche sulle occasione da rete. Non è certo il momento di fare processi dopo il primo scorcio di campionato, ma forse è necessario che il tecnico dia ascolto ai primi campanelli d’allarme.

Il ko subito per la rete di Cheddira fa male ma allo stesso tempo è frutto di una condotta non certo entusiasmante. Il Bari si è chiuso bene ma il Cagliari, chiamato a fare la partita, avrebbe dovuto avere tutt’altro approccio. E invece dopo appena quindici minuti di gioco, la compagine isolana si è sciolta al sole, incapace di mettere in difficoltà il portiere avversario (primo tiro e unico del primo tempo una girata di sinistro di Altare al 36’). A fine partita, il numero uno biancorossi era stato impegnato solo dal sinistro dal limite di Pavoletti e sarebbe potuto essere beffato dallo stesso attaccante livornese con la girata di testa a tempo praticamente scaduto. Ma proprio le occasioni più pericolose sono arrivate nel disperato forcing finale, portato più con la disperazione che con la testa. Quando la squadra è stata chiamata a costruire, si è fermata sui venti metri ed è sistematicamente tornata indietro. Nessuno spunto sulle corsie esterne per consentire ai laterali di raggiungere il fondo, nessuna giocata al limite per liberare l’attaccante di turno al tiro. Insomma una compagine che tiene bene il campo ma che fatica a trovare lo spiraglio giusto. E in queste condizioni non può sempre andare bene. Con il risultato troppo in bilico può capitare che chi hai di fronte ti serva la beffa. Così è stato sabato sul rettangolo di gioco amico quando, con una delle (poche) sbavature difensive, il Bari ha trovato il gol partita. Non tutte le colpe vanno alla difesa, così come il povero Lapadula, abbandonato in avanti, non può cantare e portare la croce. Serve, forse, un cambio di modulo perché, se tridente dovrà essere anche in futuro, serviranno gli interpreti giusti. Nandez, ad esempio, non è un attaccante esterno e, forse, potrebbe rendere meglio da terzino destro perché avrebbe tutta la fascia a disposizione per le sue sgroppate. In termini di gol e assist, il Leon uruguaiano non eccelle di sicuro e intestardirsi a farlo giocare lì potrebbe essere controproducente. Stesso discorso per Mancosu che non è un esterno di ruolo. Ecco perché o si tentano altre strade (Luvumbo? Falco? O lo stesso Millico che ha dato una scossa con il suo ingresso in campo) oppure forse è meglio provare a cambiare modulo. Il 4-3-1-2 potrebbe essere un’opzione per consentire a Lapadula di non soffrire più di solitudine (e isolamento) e magari per accentrare il gioco, liberando le corsie per gli inserimenti degli esterni. Il peruviano insieme a Pavoletti con Mancosu a rifinire o tutti gli altri incastri possibili, potrebbe essere una soluzione quantomeno da provare. Prima che i musi lunghi di uno spogliatoio iper affollato, rischino di creare qualche malumore pericoloso per il rendimento della squadra. La sosta arriva al momento giusto e ora occorrerà cambiare un qualcosa che, per il momento, non sembra aver girato per il verso giusto.