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Fallito l'ennesimo tentativo di rilancio: è addio al treno salvezza? Il problema "centrale" che condiziona tutta la squadraTUTTO mercato WEB
© foto di Daniele Buffa/Image Sport
lunedì 5 dicembre 2022, 12:50Il punto
di Giuseppe Amisani
per Tuttocagliari.net

Fallito l'ennesimo tentativo di rilancio: è addio al treno salvezza? Il problema "centrale" che condiziona tutta la squadra

Giuseppe Amisani, corrispondente da Cagliari per il Corriere dello Sport-Stadio

di Giuseppe Amisani

Se non fosse stato per quei risultati della domenica che hanno lasciato praticamente immutata la corsa verso la massima serie, ci sarebbe davvero di che preoccuparsi. Come già detto più volte, il Cagliari non solo ha smarrito la strada della vittoria ma a preoccupare e a far andare su tutte le furie i tifosi rossoblù che ancora una volta hanno pesantemente contestato la squadra (a metà e a fine partita) è il fatto che la compagine isolana non diverte. Pochi gli spunti di rilievo, poche le azioni da gol e in particolare una manovra lenta e prevedibile che sabato, sfruttando la presenza in campo di Pavoletti, ha puntato tutto sui lanci lunghi di vecchia memoria. Nessun tentativo di costruzione dal basso, nessun guizzo dei centrocampisti che si sono limitati a svolgere il compito più semplice. Una situazione di quasi totale apatia, squarciata in alcune occasioni dai tentativi di Pavoletti e Lapadula, ai quali va unito Nandez che con una zuccata ha sfiorato il bersaglio grosso. E ci sarebbe da chiedersi come sarebbe andata senza lo scivolone di Chichizola o senza i miracoli di Radunovic. D'accordo, i punti e le classifiche non si fanno con i se e con i ma. Però va detto che i rossoblù sono stati in balia del Parma per gran parte delle partita e che se il primo tempo si fosse chiuso con gli ospiti in vantaggio di due o tre reti, nessuno avrebbe potuto dire nulla.

La situazione, poi, è chiara sotto il profilo dei numeri: quasi due mesi senza vittorie, una sconfitta e cinque pareggi consecutivi nelle ultime sei gare e diciannove punti in classifica. Un pizzico di fortuna ha voluto che anche le altre, a parte le due battistrada, stiano procedendo lentamente e che quindi la situazione in classifica non sia ancora tragica, ma la quasi equidistanza tra la zona play-off e quella play-out non può certo far dormire sonni tranquilli. E se la situazione diventa sempre più ingarbugliata, visto il grande affollamento a metà graduatoria, con la sensazione che basti un attimo per ritrovarsi in alto ma anche in guai seri, il grande interrogativo continua ad essere: come se ne viene fuori?

Il finale all'assalto a Frosinone aveva fatto ben sperare ma sono stati sufficienti i primi dieci minuti della gara contro il Parma per capire che si era trattato solo di un fuoco di paglia. Che non sono riusciti ad alimentare, non certo per colpe specifiche solo loro, nemmeno Lapadula e Pavoletti schierati, finalmente, in tandem. Ancora una volta i rifornimenti sono stati pochi e imprecisi. Segno evidente che sarà necessario lavorare molto di più ad Assemini. In particolare sulla mediana che appare l'ombra di se stessa, lenta, prevedibile e senza geometrie. L'involuzione di Makoumbou e la mancata leadership di Viola, uniti ai guai fisici ci Rog, non stanno permettendo al centrocampo di fare la differenza. E allora tutta la squadra stenta perché la difesa è spesso lasciata in balia degli avversari e gli attaccanti possono lavorare solo su palloni sporchi.

Sono parecchi gli spunti sui quali Fabio Liverani è chiamato a lavorare, ma per riuscire a trasformare i fischi in applausi, come lo stesso allenatore ha detto a fine gara sabato notte, ci vorrà molta più intensità. La settimana si chiuderà con altre due gare cruciali: la trasferta in casa della Ternana mercoledì e la sfida alla Unipol Domus contro il fanalino di coda Perugia domenica. Centottanta minuti da vivere tutti d'un fiato che saranno l'ennesimo (l'ultimo) treno da agganciare per riproporsi verso il traguardo della serie A. Sempre che non sia già stata presa la decisione, al di là delle dichiarazioni ufficiali, di affrontare un campionato di passaggio e rimandare le velleità di promozione al prossimo anno.