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tmw / cagliari / Il punto
Cagliari, un campanello d'allarme sinistro. I sintomi della depressione. Liverani blindato dalla società, ma ora deve centrare l'obiettivo minimo. Cosa succede agli attaccanti?
sabato 10 dicembre 2022, 00:45Il punto
di Sergio Demuru
per Tuttocagliari.net

Cagliari, un campanello d'allarme sinistro. I sintomi della depressione. Liverani blindato dalla società, ma ora deve centrare l'obiettivo minimo. Cosa succede agli attaccanti?

di Sergio Demuru

Compressi fra gli impegni. Poco tempo per Liverani di lavorare sul campo e provare a capitalizzare e migliorare quei pochi progressi delle ultime giornate. Passa il tempo e la squadra non quaglia. Dopo cinque pareggi la sconfitta di Terni è un campanello d’allarme sinistro. Nel complesso in undici giornate una sola vittoria. Urge immediata reazione. L’annata non deve esser persa e catalogata fra le passività. Inutile girare intorno al problema: nonostante un gioco tutto sommato non scadente, restano i problemi legati alla finalizzazione. Divenuti oramai cronici.

Liverani le ha provate tutte, senza risultati attendibili, variando sempre formazione giornata dopo giornata. Al punto che vien da domandarsi se il livello della fase offensiva, che ovviamente coinvolge tutto l’apparato di squadra, è davvero quello evidenziato sinora dal terreno di gioco oppure gli attaccanti sono bloccati psicologicamente e non riescono ad esprimersi compiutamente. Si deve guardare avanti, far tesoro delle disavventure finora capitate.

Cagliari che non vince dal 15 di ottobre, gara contro in Brescia. Un’eternità, soprattutto se rapportata alla categoria che pareva non appartenere alla formazione rossoblù. Invece ecco qua tutti a leccarsi le ferite in attesa della gara con il Perugia, ultimo in classifica, per poter riassaporare il gusto della vittoria. Troppo poco per una squadra come il Cagliari, che merita ben altra considerazione almeno per la storia societaria.

La società continua a blindare Liverani e non è sicuramente un comportamento blasfemo. Il mister era stato scelto in estate per risollevare le sorti e non va messo alla berlina senza rifletterci bene. Resta tuttavia la fotografia di una formazione fragile, che va in affanno e confusione se attaccata. Magari riesce per determinati periodi di gara a mantenere gli equilibri, poi però si scioglie sul più bello concedendo troppo all’avversario di turno.

Cagliari che si è accorta che non basta entrare in campo per giocare, ma bisogna giocare per vincere. E la differenza è sostanziale. Non ci si può trascinare senza una precisa identità. È irrispettoso verso la tifoseria, ma pure nei confronti della società stessa, la quale ha fatto di tutto per costruire un impianto di gioco che potesse effettuare il salto di categoria. Se non immediato, quantomeno in prospettiva, con un campionato da piani alti. Invece preoccupa la marcia anonima e l’osservare il Frosinone marciare spedito verso la massima serie con un vantaggio sempre più consistente, è sinonimo di depressione, soprattutto dopo che il Cagliari proprio in terra ciociara dimostrò di non essere assolutamente inferiore alla formazione di Fabio Grosso.

Alla luce delle ultime prestazioni resta un sapore amaro. La classifica appare sempre più allarmante. I rossoblù sono costretti a guardarsi le spalle, anche se sarebbe impensabile che una formazione come il Cagliari possa ritrovarsi invischiata nella lotta per salvarsi addirittura dalla serie C. Ma il campionato sinora è stato impietoso e non si ammettono deroghe. La speranza è l’ultima a morire, ma un inserimento nella lotta per la promozione diretta appare sogno chimerico. Liverani dovrà invece impegnarsi e lavorare per centrare i “play-off”, dove poi si azzera tutto, anche se gli spareggi di fine anno sono come un terno al lotto. Laddove non contano solo i fattori, ma tante componenti di contorno.