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Cagliari, Piccoli: "A Parma ci siamo tolti un peso. Nicola ci chiede una mentalità vincente"
Roberto Piccoli, attaccante del Cagliari, si è raccontato in una lunga intervista rilasciata a Cronache di Spogliatoio, partendo dalla rete del 3-2 a Parma: "Ho segnato il gol della vittoria nello stesso minuto in cui avevamo subito il gol del pareggio. Questo vi fa capire la nostra mentalità. Non si può perdere neanche un minuto per cercare la salvezza".
Come si trova con Nicola?
"Il mister ci chiede una mentalità vincente, lavora molto sui singoli, su cosa dobbiamo migliorare. Il suo modo di fare con noi ci spinge ad andare oltre. È molto puntiglioso, lavora per farci migliorare come singoli e squadra. Stiamo giocando bene, abbiamo finalmente trovato la vittoria. Ci siamo tolti un peso".
Questa per lei deve essere la stagione della consacrazione.
"Siamo molto organizzati e lo staff è molto competente. Si sta creando una bellissima famiglia. Cerchiamo di andare oltre noi stessi. Vogliamo la salvezza. Lavoro tanto, da solo, per migliorare. Mi fermo dopo l’allenamento per migliorare la tecnica, perché sfruttare l’attimo in questo gioco può fare la differenza".
Qual è un altro sport che le piace?
"Da ragazzo andavo a pedalare con mio padre. Se ero forte in montagna? No… no... meglio in pianura! È una passione che quando smetterò di giocare, vorrei portare avanti. Ammiro Peter Sagan, un fenomeno assoluto. Seguo tanti ciclisti, alcuni sono amici. Mi appassionano tutti, è uno sport complicato che conta sugli attimi di secondo. A Bergamo il ciclismo è una passione. Vedi persone in bici durante tutta la settimana per le strade. Tra Giro e Tour... da noi il Giro è leggenda, ma il Tour ha qualcosa in più".
Vuole fare come Nicola che andò da Crotone a Torino in bici per una salvezza?
"Lunga quest’anno… poi dalla Sardegna, al massimo da Cagliari vado a Porto Torres!".
Segue anche il tennis?
"Sì e stimo molto Sinner. Lo seguo e ho letto un libro su di lui: ammiro molto la sua storia".
Ha fatto beneficienza durante il Covid?
"Sì, ho aiutato la scuola Casa del Sorriso, nelle valli bergamasche, frequentata da mio cugino, alle prese con una patologia. È stata una delle esperienze più belle della mia vita. Il Covid per me è stata un’esperienza drammatica che ci deve ricordare che il nostro dovere non è voltarsi ma andare avanti e aiutare il prossimo. Noi giocatori siamo privilegiati, facciamo un lavoro con tante attenzioni. Dobbiamo ricambiare questa fortuna. Per me è naturale aiutare il prossimo, dare una mano a chi ha più bisogno. Quando c’è stata l’occasione di aiutare la Casa del Sorriso, mi sono subito messo in gioco. Ogni anno cerco di fare un’opera di beneficenza, fin da quando sono piccolo".
Come si trova con Nicola?
"Il mister ci chiede una mentalità vincente, lavora molto sui singoli, su cosa dobbiamo migliorare. Il suo modo di fare con noi ci spinge ad andare oltre. È molto puntiglioso, lavora per farci migliorare come singoli e squadra. Stiamo giocando bene, abbiamo finalmente trovato la vittoria. Ci siamo tolti un peso".
Questa per lei deve essere la stagione della consacrazione.
"Siamo molto organizzati e lo staff è molto competente. Si sta creando una bellissima famiglia. Cerchiamo di andare oltre noi stessi. Vogliamo la salvezza. Lavoro tanto, da solo, per migliorare. Mi fermo dopo l’allenamento per migliorare la tecnica, perché sfruttare l’attimo in questo gioco può fare la differenza".
Qual è un altro sport che le piace?
"Da ragazzo andavo a pedalare con mio padre. Se ero forte in montagna? No… no... meglio in pianura! È una passione che quando smetterò di giocare, vorrei portare avanti. Ammiro Peter Sagan, un fenomeno assoluto. Seguo tanti ciclisti, alcuni sono amici. Mi appassionano tutti, è uno sport complicato che conta sugli attimi di secondo. A Bergamo il ciclismo è una passione. Vedi persone in bici durante tutta la settimana per le strade. Tra Giro e Tour... da noi il Giro è leggenda, ma il Tour ha qualcosa in più".
Vuole fare come Nicola che andò da Crotone a Torino in bici per una salvezza?
"Lunga quest’anno… poi dalla Sardegna, al massimo da Cagliari vado a Porto Torres!".
Segue anche il tennis?
"Sì e stimo molto Sinner. Lo seguo e ho letto un libro su di lui: ammiro molto la sua storia".
Ha fatto beneficienza durante il Covid?
"Sì, ho aiutato la scuola Casa del Sorriso, nelle valli bergamasche, frequentata da mio cugino, alle prese con una patologia. È stata una delle esperienze più belle della mia vita. Il Covid per me è stata un’esperienza drammatica che ci deve ricordare che il nostro dovere non è voltarsi ma andare avanti e aiutare il prossimo. Noi giocatori siamo privilegiati, facciamo un lavoro con tante attenzioni. Dobbiamo ricambiare questa fortuna. Per me è naturale aiutare il prossimo, dare una mano a chi ha più bisogno. Quando c’è stata l’occasione di aiutare la Casa del Sorriso, mi sono subito messo in gioco. Ogni anno cerco di fare un’opera di beneficenza, fin da quando sono piccolo".
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