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Renato Copparoni: "Risultato bugiardo per il Cagliari, adesso è vitale battere l'Empoli"
"Cagliari sfortunato: per oltre sessanta minuti ha impegnato severamente il Napoli. Ma, nonostante i legni, bisogna aggiustare la mira sotto porta. Venerdì è vitale battere l'Empoli"
Renato Copparoni, storico ex portiere del Cagliari, si rammarica per la larga sconfitta subita dai rossoblù contro il Napoli, frutto “tanto della malasorte quanto dell’imprecisione dei nostri attaccanti sotto rete”.
Renato, come si può spiegare uno 0-4 al termine di una partita, almeno per settanta minuti, assolutamente equilibrata e ben giocata dal Cagliari?
“Il risultato è indubbiamente bugiardo. Se sull’1-0 il Cagliari avesse avuto un po’ più di fortuna – e se la mira dei suoi attaccanti fosse stata migliore – sarebbe andato in parità e poi si sarebbe giocato le sue carte alla grandissima. Preso il secondo gol, la partita è completamente cambiata: a quel punto il Napoli ha avuto gioco facile e ha potuto amministrare e colpire in contropiede. Ma per tre quarti buoni di gara abbiamo assistito a un incontro appassionante ed equilibrato.
Purtroppo questo è un momento in cui le cose non ci girano per il verso giusto: penso alla traversa di Lecce con Viola e ai legni di Marin e Mina contro il Napoli: per inciso, secondo me il colombiano sulla traversa colpita alla fine del primo tempo era in posizione regolare. Però ho visto un Cagliari aggressivo e determinato, a immagine e somiglianza del suo allenatore. Ora con l’Empoli saremo obbligati a centrare questa benedetta prima vittoria. Anche perché le dirette concorrenti in zona retrocessione stanno facendo punti, e non solo contro le parigrado.”
Domanda da portiere: mentre sul terzo gol le responsabilità di Scuffet sono evidenti, in occasione dello 0-2 di Kvara il portiere rossoblù avrebbe potuto coprire meglio il primo palo?
“In realtà non è facile giudicare dall’esterno: Scuffet ha cercato di coprire il primo palo nella maniera migliore possibile, ma c’era anche il rischio che il georgiano la incrociasse. Poi diciamo pure che in questo periodo ci va tutto male. Sul terzo gol credo che il nostro portiere non abbia proprio visto il giocatore del Napoli, perché un difensore del Cagliari gli copriva la visuale. Per questo motivo ha giocato la palla in quella direzione. Un errore, comunque, non può mettere in discussione il valore di Scuffet, che è un buon estremo difensore e, diciamocelo, non è stato certo il principale responsabile della sconfitta contro i partenopei.”
Venerdì all’Unipol Domus arriva l’Empoli: come vanno affrontati i toscani, protagonisti di un grande avvio di stagione?
“Vanno affrontati esattamente come il Cagliari ha affrontato tutte le partite di questo campionato – ad eccezione di quella di Lecce, che non mi è piaciuta: con determinazione feroce e con aggressività in mezzo al campo. E poi dovremo aggiustare la mira al tiro: non si può segnare un gol in quattro gare a fronte di tante occasioni propizie create.
Insomma, noi non dobbiamo assolutamente cambiare pelle a seconda dell’avversario che incontriamo: è fondamentale mantenere con tutti lo stesso identico atteggiamento. A maggior ragione contro formazioni tecnicamente più alla nostra portata.”
_________
Renato Copparoni, il primo portiere italiano a parare un rigore a Maradona
Il numero 1 di origini sarde, è nato il 27 ottobre 1952
“Il mio idolo da bambino era Albertosi, dopo pochi anni eravamo compagni di squadra”
Nato nel 1952 a San Gavino Monreale, comune sardo della piana del Campidano, il giovane portiere Renato cresce nel Cagliari all’ombra di Albertosi, senza mai riuscire a esplodere definitivamente. Voluto a tutti i costi da Radice, riesce finalmente ad imporsi come titolare nel Torino e a rendersi protagonista di una delle più iconiche parate di un rigore, perché effettuata ai danni di - nientepopodimeno – sua Maestà Diego Armando Maradona. Copparoni chiude poi la carriera a Verona, per vestire infine i panni di preparatore dei portieri.
Una curiosità, negli ’80 giocava con i guanti ALL STAR, il primo in Italia?
"Erano dei guanti della FABRA dell’amico Giancarlo Raviolo, siccome era anche rappresentante della ALL STAR gli chiesi se nei guanti che usavo poteva inserire nel dorso una stella, mi disse di sì e così è nato il guanto con la stella. Sicuramente sono stato il primo portiere a utilizzarli".
Renato, come si può spiegare uno 0-4 al termine di una partita, almeno per settanta minuti, assolutamente equilibrata e ben giocata dal Cagliari?
“Il risultato è indubbiamente bugiardo. Se sull’1-0 il Cagliari avesse avuto un po’ più di fortuna – e se la mira dei suoi attaccanti fosse stata migliore – sarebbe andato in parità e poi si sarebbe giocato le sue carte alla grandissima. Preso il secondo gol, la partita è completamente cambiata: a quel punto il Napoli ha avuto gioco facile e ha potuto amministrare e colpire in contropiede. Ma per tre quarti buoni di gara abbiamo assistito a un incontro appassionante ed equilibrato.
Purtroppo questo è un momento in cui le cose non ci girano per il verso giusto: penso alla traversa di Lecce con Viola e ai legni di Marin e Mina contro il Napoli: per inciso, secondo me il colombiano sulla traversa colpita alla fine del primo tempo era in posizione regolare. Però ho visto un Cagliari aggressivo e determinato, a immagine e somiglianza del suo allenatore. Ora con l’Empoli saremo obbligati a centrare questa benedetta prima vittoria. Anche perché le dirette concorrenti in zona retrocessione stanno facendo punti, e non solo contro le parigrado.”
Domanda da portiere: mentre sul terzo gol le responsabilità di Scuffet sono evidenti, in occasione dello 0-2 di Kvara il portiere rossoblù avrebbe potuto coprire meglio il primo palo?
“In realtà non è facile giudicare dall’esterno: Scuffet ha cercato di coprire il primo palo nella maniera migliore possibile, ma c’era anche il rischio che il georgiano la incrociasse. Poi diciamo pure che in questo periodo ci va tutto male. Sul terzo gol credo che il nostro portiere non abbia proprio visto il giocatore del Napoli, perché un difensore del Cagliari gli copriva la visuale. Per questo motivo ha giocato la palla in quella direzione. Un errore, comunque, non può mettere in discussione il valore di Scuffet, che è un buon estremo difensore e, diciamocelo, non è stato certo il principale responsabile della sconfitta contro i partenopei.”
Venerdì all’Unipol Domus arriva l’Empoli: come vanno affrontati i toscani, protagonisti di un grande avvio di stagione?
“Vanno affrontati esattamente come il Cagliari ha affrontato tutte le partite di questo campionato – ad eccezione di quella di Lecce, che non mi è piaciuta: con determinazione feroce e con aggressività in mezzo al campo. E poi dovremo aggiustare la mira al tiro: non si può segnare un gol in quattro gare a fronte di tante occasioni propizie create.
Insomma, noi non dobbiamo assolutamente cambiare pelle a seconda dell’avversario che incontriamo: è fondamentale mantenere con tutti lo stesso identico atteggiamento. A maggior ragione contro formazioni tecnicamente più alla nostra portata.”
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Renato Copparoni, il primo portiere italiano a parare un rigore a Maradona
Il numero 1 di origini sarde, è nato il 27 ottobre 1952
“Il mio idolo da bambino era Albertosi, dopo pochi anni eravamo compagni di squadra”
Nato nel 1952 a San Gavino Monreale, comune sardo della piana del Campidano, il giovane portiere Renato cresce nel Cagliari all’ombra di Albertosi, senza mai riuscire a esplodere definitivamente. Voluto a tutti i costi da Radice, riesce finalmente ad imporsi come titolare nel Torino e a rendersi protagonista di una delle più iconiche parate di un rigore, perché effettuata ai danni di - nientepopodimeno – sua Maestà Diego Armando Maradona. Copparoni chiude poi la carriera a Verona, per vestire infine i panni di preparatore dei portieri.
Una curiosità, negli ’80 giocava con i guanti ALL STAR, il primo in Italia?
"Erano dei guanti della FABRA dell’amico Giancarlo Raviolo, siccome era anche rappresentante della ALL STAR gli chiesi se nei guanti che usavo poteva inserire nel dorso una stella, mi disse di sì e così è nato il guanto con la stella. Sicuramente sono stato il primo portiere a utilizzarli".
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